Ci sono momenti in una competizione che hanno il sapore della svolta. Il punto in cui comprendi di aver dentro qualcosa di importante. L'Italia, in un PalaLottomatica da brividi, si ritrova sotto di un set, respinta dalla Germania, argento europeo. Dopo le scampagnate di inizio competizione, un ritorno alla realtà. Kozuch guida un sestetto affamato e la difesa tedesca inibisce ogni inziativa azzurra. Bonitta volge lo sguardo alla panchina e pesca a piene mani in un organico di rara profondità. Trova un mix perfetto: la freschezza di Diouf e la classe meravigliosa di Antonella Del Core. Centoni e Piccinini, opache, lasciano la scena. L'Italia si risveglia. Diouf è incontenibile, Del Core è un raro esempio di completezza. Alza lei l'asticella in ricezione e il gioco improvvisamente si fa più fluido.

Con palloni giocabili, Lo Bianco orchestra con la consueta sapienza, ben coadiuvata da Signorile, e le azzurre scappano via dal secondo set. Crescono a muro Chirichella e Arrighetti, Costagrande si conferma il martello con le idee più chiare. Il resto è accademia, perché la Germania si sfalda, palesando difficoltà già evidenti all'esordio con la Repubblica Domenicana. Tornano i sorrisi e le pacche sulle spalle in casa Italia, stavolta con una luce in più. La luce della consapevolezza.

In una notte di settembre, l'ultima prima del gran finale della prima fase, Bonitta scorge speranze di gloria. Per ora restano tre punti, questi sì pesanti, perché conteranno anche più in là. Domani, con la Repubblica Domenicana in palio il primo posto nel raggruppamento. Conta, parecchio, ma da questa sera è un'altra Italia. 

Italia - Germania 21-25, 25-17, 25-10, 25-18.