Doveva essere la partita più agevole, il naturale spazio in cui prendere fiato per la volata finale contro gli Stati Uniti, si rivela invece l'inferno più inatteso. L'Italia di Mauro Berruto si concede malamente a Portorico, sotto gli occhi attoniti di tifosi azzurri e non. Cediamo di schianto contro una rappresentativa, quella centro-americana, non in grado di raggranellare nemmeno un set fino ad ora in terra polacca. Termina 3-1, con poche parole e molti punti interrogativi. La porta per la seconda fase resta socchiusa, serve una vittoria contro gli USA. Solo dopo si penserà a guardare il tabellone, perché le due battute d'arresto peserebbero non poco nel proseguo del torneo. 19-25, 25-19, 25-23, 25-22 Portorico.
Berruto aveva annunciato ampio turnover e le promesse, mantenute, portano Buti in tribuna, con Birarelli in panchina. Anzani, visto nel finale con il Belgio, si presenta nel sestetto titolare. Non mancano però i grandi nomi e l'Italia si aggrappa a quelli per guidare con tranquillità un primo parziale che non sembra rilevare sorprese. Travica, Vettori, Parodi, la rotazione è ampia, l'intento chiaro. Risparmiare energie in un mondiale lungo e faticoso. Funziona il piano gara fino al vantaggio azzurro sull'11-10 del secondo set. Qui l'Italia comincia a perdere misure e concentrazione. Un concentrato d'errori porta Portorico all'allungo decisivo e incredibilmente ci troviamo un set pari.
Il vorticoso cambio di elementi, non in grado di trovare continuità, aggrava la situazione e nei successivi parziali continuiamo a sbagliare, tanto, troppo. Portorico - bene Torres e Rivera - gioca una pallavolo normale, puntando a spingere l'Italia a un colpo più. E l'Italia affonda, non trova un minimo di logica, non trova un minimo di ardore. Accettiamo la resa, di testa. Dopo le vittorie con Francia e Belgio, un K.O dal peso specifico notevole. L'Italia è a un bivio.