La staffetta mista ad aprire la stagione olimpica, l'individuale a sciogliere dubbi di condizione e forma. Dopo il rinvio, causa forte vento, di ieri, tempo per le donne del biathlon di scendere nel tempio di Oestersund e nella gara più massacrante, come previsto, lo spettacolo non manca. Trionfa la ceca Soukalova, capace di prevalere anche nell'ultimo impegno della passata stagione, in quel caso si trattava di mass start, in volata sulla slovacca Kuzmina. Due errori al poligono per entrambe, a decidere è quindi la velocità, sci ai piedi, superiore nell'ultimo giro, dove Anastasiya, come da tradizione, cala. A completare il podio Marie Laure Brunet. Sogna la Francia per buona parte della 15 km, ma è al quarto poligono che si spegne l'urlo transalpino. Un'istituzione al tiro la ragazza francese, non un fulmine nella componente fondo. Ecco perché quell'errore risulta fatale al traguardo. Continua così l'astinenza di casa Francia. Cinque anni dall'ultimo squillo di Sandrine Bailly.

 

Sorpresa ai piedi del podio. Ekaterina Iourieva chiude quarta con un'ottima gara, a conferma del'ottimo stato di forma, già mostrato nei test interni di casa Russia. Già campionessa del mondo in questo format, il più antico del biathlon, poi squalificata per doping, riemerge ora, dopo una stagione da dentro e fuori nel circuito che conta. Precede la norvegese Eckhoff e la bielorussa Domracheva. Per metà gara è l'atleta di Minsk a dominare. Veloce al poligono, nettamente la più forte sul passo. Poi qualche errore di troppo, quattro al traguardo. Nonostante i 4 minuti di penalità chiude comunque sesta, il che la dice lunga sulle potenzialità. La connazionale Skardino, puntuale al tiro, termina appena alle spalle della compagna più prestigiosa.

 

La top ten parla anche la lingua azzurra. La miglior Italia mai vista sul tracciato di Oestersund. Wierer e Oberhofer sprintano per l'ottava e nona posizione e recriminano addirittura per un piazzamento che avrebbe potuto essere anche di altra fattura. Dorothea sbaglia l'ultimo bersaglio e alza lo sguardo al cielo, conscia dell'occasione sprecata. Cambia in sostanza poco. Il movimento femminile è in salute. Due ragazze già pronte, altre in divenire. Nicole Gontier fino al secondo poligono resta con le migliori, poi chiude con 16/20, ma il materiale su cui lavorare è indubbio (chiude 35^ e a punti). Più indietro Runggaldier e Ponza.

 

Deludono alcune delle big del circuito. Su tutte Tora Berger, dominatrice dello scorso anno. Non latita la forma sugli sci, quanto la precisione al tiro. Cinque errori sono troppi, e le amnesie a terra, già mostrate in staffetta, preoccupanti. Sbaglia ancor di più Makarainen. Zaitseva si salva nell'ultimo poligono, ma è comunque fuori dalle dieci, come Henkel. A mangiarsi le mani è invece la Gregorin, che, come spesso in carriera, fa e disfa la tela. Davanti dopo tre sessioni, sparacchia nell'ultima e rovina una gara perfetta.

 

Infine una citazione per le assenti. Miri Gossner ha scelto di non partecipare all'individuale, format poco nelle corde della tedesca, per risparmiare energie in vista della sprint. Out anche Dorin, fermata dal problema alla caviglia e Vitkova. Fuori causa Vita Semerenko, con la sorella Valj ottima nel fondo, ma fallosa al tiro (4 errori), e la russa Vilukhina.