Sloane Stephens torna al centro del campo per raccogliere l'ideale abbraccio del pubblico di Miami. Sbarca tra le migliori quattro, cancella in un sol colpo le difficoltà dei mesi recenti. Concede tre giochi ad Angelique Kerber, forse la tennista più continua in questo scorcio di 2018. L'attesa battaglia si consuma rapidamente, tale è la differenza in campo. La Stephens blinda il servizio, offre un'unica palla break - prontamente annullata - nel corso del secondo parziale. In risposta, è un frullato di potenza e precisione, il muro teutonico, più fragile del consueto, va in frantumi. Allungo perentorio all'alba dei due parziali, una corsa verso il penultimo atto del torneo. Si tratta del primo risultato di prestigio dal trionfo all'US Open dello scorso anno. Secondo successo d'élite, dopo quello agli ottavi con Garbine Muguruza - anche in quel caso punteggio significativo, 63 64.
Importante l'affermazione, poi, di Victoria Azarenka. Fondamentale ritrovare Vika al vertice. Personalità e carattere, donna copertina. A Indian Wells, disco rosso proprio con Sloane Stephens. Qui a Miami, impatto forte, doppio scoglio americano - Bellis e Keys. Nessun compromesso. Il rientro con la Sevastova, l'impronta con la Radwanska. Fino a ieri, giorno del sigillo con Karolina Pliskova. La ceca non sale sull'ennesimo carro, continua a cullarsi nella "mediocrità". Le manca qualcosa per accarezzare la gloria, qualcosa che invece ribolle nelle vene di una Azarenka famelica. Sale di colpi al tramonto del set d'apertura, sigilla il secondo, è in semifinale.