L'avventura di Sara Errani sul rosso di Bucharest si chiude ai quarti. La tennista italiana - dopo il successo con Francesca Schiavone (ritiro al termine del secondo set della milanese, in una situazione di perfetta parità) - cede in due parziali alla lettone Sevastova, dopo un'ora e trentuno di gioco. 76 63 il punteggio finale.
Per la Errani è subito una partita di rincorsa. L'azzurra cede il servizio nel gioco d'apertura, con la Sevastova che consolida poco dopo il vantaggio. Sarita sbanda pericolosamente nel quinto gioco. Sotto 0-30, deve poi annullare due palle break. Si aggrappa al carattere e si mantiene in scia alla lettone. Spesso, la Errani, deve ricorrere ai vantaggi, ma riesce comunque a spostare la pressione sulla Sevastova nel decimo gioco. La lettone deve servire per chiudere il set, ma perde le coordinate e sulla seconda la Errani può entrare nel campo e costruire il suo gioco. 15-40 e 55. L'azzurra mette addirittura la testa avanti, con la Sevastova che, sotto 65, scaccia le streghe e dal 40-40 mette due punti fondamentali. Il prolungamento regala un equilibrio assoluto fino al 4-4, l'affondo è però lettone. La Errani concede la battuta e capitola, 7 punti a 4. 76 Sevastova.
L'avvio del secondo segue la falsariga del precedente parziale. Il break arriva al secondo gioco, la Sevastova, in pochi minuti, è avanti 30. Qui inizia il consueto braccio di ferro, con la Errani che ha una ghiotta occasione nel settimo game. Fioccano le palle break, 0-40 e rottura azzurra. La partita si riapre, ma le carenze in battuta della bolognese non consentono voli pindarici. La Sevastova si riprende di forza il vantaggio e serve per la partita sul 53. Qui l'ultima occasione per allungare l'incontro e rimandare la caduta. La Errani si porta sul 15-40, con due occasioni per avvicinare la testa di serie n.7. Non basta, la Sevastova risale e conquista la prima palla match. Sarita annulla e replica poi anche a una seconda opportunità. La terza è però decisiva, la Sevastova alza le braccia al cielo, per la Errani un pizzico di rammarico.
Sevastova - Errani 76(4) 63