Serena Williams è impetuosa, conquista, con forza, la finale, vuol regolare i conti con il passato recente, fatto di acciacchi e battute d'arresto. L'avvento della stagione in rosso porta una nuova Primavera tennistica, almeno in casa Williams. Al rientro, dopo lo stop a Miami, con qualche dubbio sull'effettiva tenuta, con qualche interrogativo sulla confidenza con terra e partita, Serena spazza via ogni paura, acquistando nuova linfa con lo scorrere dei giorni. La vittoria è la miglior medicina per chi deve ritrovare antichi sincronismi. Serena parte in attesa, con Friedsam e McHale, sbaglia spesso, non desta impressione. Poi, come un ciclone, investe la Kuznetsova, è qui, ai quarti, che il Foro riscopre la cannibale. La semifinale con la Begu non regala moti di ribellione, la Williams ha il pallino del gioco e della partita, mette da parte il primo set, poi domina, d'autorità, il secondo. 

La finale odierna contrappone a Serena la connazionale Keys. Il colpo di mano del sabato romano è di Madison. La 21enne di Rock Island ferma la corsa di Garbine Muguruza e lancia il guanto di sfida alla più quotata connazionale. La Keys - in una partita a lungo in perfetto equilibrio - riesce a concretizzare le occasioni di rilievo e a far breccia nelle sicurezze della Muguruza. 76 64 per l'americana al termine. Un percorso di alto profilo per lei, con vittime illustri lungo il cammino: Kvitova, ma anche Petkovic, Babos e Strycova. 

Terzo confronto in carriera tra Serena e la Keys. Due a zero Williams al momento. Entrambi i match nella passata stagione, a Melbourne e all'Open degli Stati Uniti. Quattro set a zero per la n.1 al mondo, anche oggi nettamente avanti, almeno ai nastri di partenza. 

Come detto, per Serena si tratta del primo approccio con il rosso, per la Keys, invece, altri tornei alle spalle. A Charleston, eliminazione d'esordio, a Madrid terzo turno e sconfitta con la Tig. Qui a Roma un capolavoro a cui manca l'ultimo colpo di pennello. 

L'incontro è in programma alle 15, sul Campo Centrale.