Week-end azzurro. Il ritiro di Flavia Pennetta non placa il periodo d'oro della racchetta al femminile e l'Italia di palline e coraggio incamera una due giorni d'oro. La scalata alla classifica WTA di Roberta Vinci - da domani n.10 della graduatoria - accende altre due portacolori del belpaese. Di ieri le affermazioni di Sara Errani e Francesca Schiavone. Sarita annienta la Strycova a Dubai e firma l'ennesima rivincita di una carriera in salita, mentre Francesca batte di carattere e tennis la croata Petra Martic e approda in finale a Rio.
L'inossidabile milanese - anni 35 e nessuna voglia di arrendersi - mette un'altra pietra pesante nella settimana della rinascita. Partita perfetta al cospetto della più giovane Martic, un set - il primo - colorato di talento e consapevolezza. 63, senza prestare il fianco in nessuna occasione, con un netto controllo del servizio e delle operazioni. Qualche naturale difficoltà nel secondo, con la Schiavone che inciampa quando costretta alla seconda e perde - unica volta nel match - il servizio. La scossa non inverte il trend, perché l'azzurra in risposta è implacabile. 63, per la seconda volta. Francesca - cappellino, urla e coraggio - ribatte colpo su colpo, stordisce l'incedere della sua avversaria e si "riconcilia" con una finale WTA.
Dopo la mancata presenza a Melbourne - nel primo Slam dell'anno - il ritorno prepotente a Rio, sull'amata terra. Scelta ponderata, figlia di superficie e condizioni (parole di Francesca al termine), scelta figlia di intelligenza e cuore. Il 2013, anno dell'ultima finale di Francesca, anno dell'unico confronto - anche allora sulla terra, Marrakech - con Petra Martic. Il secondo atto, pesante, porta in dote regalo gradito.
Oggi, nel pomeriggio italiano, l'azzurra si gioca il titolo con l'americana Shelby Rogers. Un inedito, data la giovane carriera ad alto livello dell'americana. La 23enne di Mount Pleasant ferma la corsa della wild card romena Cirstea. 64 64 in poco più di un'ora e trenta di gioco, con la Rogers che cancella 10 palle break su 13 e sprinta verso il traguardo.
"Una finale è 50 e 50", Francesca accende la sfida, sente profumo di lotta, respira polvere di gloria, di eternità.