BOOM. Alzi la mano chi oggi avrebbe scommesso anche solo un caffè per una vittoria della Kerber in finale agli Australian Open contro Serena Williams. Penso veramente pochi, soprattutto facendo una serie di considerazioni. La prima, più banale, sta nell'esordio in una finale Slam per la tedesca (e quindi tutte le emozioni che una cosa del genere si porta dietro) contro una che di tornei del genere ne ha vinti ben 21, e addirittura nelle ultime 32 finali disputate ha alzato il trofeo ben 30 volte, con due sole sconfitte per mano dell'Azarenka datate 2013. Poi, dando una sbirciatina ai precedenti, si vede un netto 5-1 per l'americana, con l'unico successo della Kerber che risale al torneo di Cincinnati del 2012 e da lì in poi solo nette sconfitte in due set. Infine, guardando queste due settimane australiane, vediamo come il percorso di Serena sia stato netto, con nemmeno un set perso e le uniche difficoltà incontrate al primo turno contro la Giorgi.
Per quello che riguarda la tedesca, invece, il suo torneo poteva già terminare al primo turno quando, sotto di un set con la giapponese Misaki Doi, ha annullato un match point nel secondo per poi vincere al terzo. E anche ai quarti di finale contro la sua bestia nera Azarenka, contro la quale non aveva mai vinto in carriera, era sotto nel punteggio nel primo set ma ha compiuto una rimonta spettacolare e forse lì è scattato quel qualcosa in più nella testa della nuova numero due al mondo. Si perchè se pensiamo che solo un anno fa la Kerber sembrava all'inizio della sua curva discendente, con l'eliminazione al primo turno qui in Australia, ad Anversa per mano della Schiavone, a Doha e agli Indian Wells, oggi tocca il punto più alto di una carriera che proprio da qui può ripartire, a 28 anni, con orizzonti molto più sereni, perchè i miglioramenti apportati nel suo tennis sono evidenti agli occhi di tutti: non più solo corse e difese (per le quali comunque eccelle da anni), ma più gioco offensivo e un servizio imprevedibile che si è rivelato anche oggi decisivo nei momenti importanti del match.
Ma veniamo alla cronaca. Dopo i primi due game che facevano pensare ad una Williams vincitrice più o meno tranquillamente, ecco che nel terzo gioco la Kerber ci fa vedere i suoi miglioramenti nel gioco d'attacco: due grandi rovesci incrociati gli offrono due palle break per portarsi avanti e, complice un errore di rovescio di Serena, scappa sul 2-1. Nel game successivo approfitta di una serie di errori a rete e su chiusure di punti facili, confermando così il break e fissando il punteggio sul 3-1. Piano piano però la numero uno al mondo inizia ad entrare in partita, trova delle soluzioni impressionanti sugli angoli stretti pizzicati dalla tedesca e in pochi minuti ristabilisce la parità sul 3-3. Ma è qui che avviene forse l'impensabile: nel settimo game la Kerber alza il muro, riprendendo tutto le accelerazioni di Serena, vince uno splendido punto con un dritto lungo linea che gli vale il 30-30 e poi approfitta di due errori dell'avversaria per strapparle nuovamente il servizio. E la nuova maturità di Angelique la si vede nel decimo gioco quando si trova a servire per chiudere il set, vincendo il game addirittura a zero e alzando non poco la propria autostima.
Nel secondo parziale la partita cambia totalmente: Serena pare un'altra giocatrice rispetto a quella fallosa e nervosa del primo set, inizia a mettere più prime e ad aggredire con più incisività in risposta, mentre la Kerber pare iniziare ad accusare, soprattutto mentalmente, gli sforzi del primo set. Il quarto game è di fatto quello che segna il destino della tedesca in questa seconda partita: si ritrova 0-40 con due pesanti doppi falli e un errore di rovescio, recupera fino al 30-40 ma un nuovo errore con il suo colpo preferito gli costano il break e la Williams scappa via 3-1 e servizio. Da qui in poi il set scorre via rapidamente, con Angelique che si salva da 0-30 nell'ottavo game soprattutto con il servizio, ma niente può quando la numero uno al mondo va a servire per ristabilire la parità e incamera il set con lo score di 6-3.
Il terzo parziale è una vera battaglia, con le due giocatrici che mettono tutto quello che hanno in campo. E l'inizio è nuovamente favorevole alla Kerber, che dopo aver tenuto la battuta, strappa per la terza volta nel match il servizio alla Williams, stavolta addirittura a zero, vincendo un punto estenuante in difesa sul 30-0 a suo favore e convertendo la palla break con un grande lungo linea di dritto. Ma Serena non vuole lasciar scappare via nuovamente la sua avversaria: effettua immediatamente il contro break nel terzo game approfittando di tante seconde palle della tedesca e poi tiene a 15 il servizio, riagguantando la tedesca sul 2-2.
In questo momento, però, si decide forse in maniera definitiva la finale: Kerber rimonta da 0-30 un turno di battuta delicatissimo, sulla palla game serve una grande prima palla slice da vera mancini e nel sesto gioco, il più lungo del match, mostra una personalità forse mai vista fino ad oggi. Si procura immediatamente due palle per strappare ancora il servizio a Serena, ma la campionessa americana rimonta fino a guadagnarsi la palla game, ma la Kerber tira fuori dal cilindro un paio di smorzate favolose che sorprendono completamente la Williams e, alla quarta palla break, sfrutta un errore di dritto dell'avversaria volando sul 4-2 e servizio. Serena accusa il colpo e la Kerber non può che ringraziare, portando a casa addirittura a zero il proprio turno di servizio e andando ad un solo game dal successo. A questo punto, però, inevitabile che la racchetta della tedesca inizi a pesare tanto e che pensieri strani inizino a trapelare nella sua testa, e Serena lo sa bene e ne approfitta, rimontando fino al 4-5 e servizio non sbagliando quasi più niente e lasciando che sia l'avversaria a regalare qualcosa. Ma adesso, visto il momento, succede l'impensabile: la Williams parte sotto 0-30 con due errori non forzati, rimonta sfruttando la passività nello scambio della tedesca fino al 40-30 ma da qui la Kerber lascia finalmente andare il braccio con due grandissime risposte che le valgono il “championship point” che concretizza con l'ennesimo errore a rete di Serena.
E da qui le lacrime, il sorriso della Williams che si dimostra grande donna di sport andando subito a complimentarsi con la tedesca e il pubblico della Rod Laver che applaude la nuova beniamina in quella che può considerarsi, a tutti gli effetti, la prima grande sorpresa del 2016.