Il tempo di una partita, sofferta. Due set in campo, per combattere Gavrilova e pressione. Flavia Pennetta mette il punto esclamativo e approda nel meraviglioso mondo delle prime otto destinate a giocarsi a Singapore le finals WTA. Prima di Flavia, in campo Lucie Safarova, rimandata dalla russa Pavlyuchenkova.

Lotta di campo e di testa. L'azzurra non è al meglio, nel corso del secondo set chiede l'aiuto medico per una fastidiosa vescica al piede destro, sulle spalle le scorie di un'influenza fastidiosa, nel braccio la voglia di chiudere il cerchio aperto a New York.

Il sorriso che segue l'eterno game numero dieci del secondo parziale ha il sapore della liberazione, è un processo che giunge a compimento. Flavia termina la sua corsa a Mosca, chiede scusa e volge lo sguardo più in là. All'orizzonte Singapore, un evento, l'ultimo di una carriera straordinaria, da preparare con cura.  

Nessun ripensamento. Il momento è propizio per lasciare un dolce ricordo. La Pennetta non ascolta le sirene olimpiche, la decisione è presa, con buona pace di Federazione e tifosi. Flavia reclama rispetto, il rispetto che si deve a un'atleta che rende l'Italia grande agli occhi del mondo.

"Prima di entrare in campo non sapevo bene come fosse il conteggio dei punti, sapevo che dovevo andare avanti, ma ho cercato di restare concentrata e chiudere il più presto possibile. Ora partiremo per Singapore il prima possibile e sarà molto emozionante giocare laggiù. Ci sono andata vicina altri anni e alla fine non ce l'ho mai fatta. Poi basta così: quest sarà il mio ultimo torneo. Vi prego, basta chiedermi se ho deciso di continuare".

Al tramonto del suo operato agonistico, la Pennetta entra in punta di piedi in un'esperienza diversa, mai provata in passato. Le finals rappresentano il punto più alto, è il confronto tra le prime della classe a cui Flavia partecipa con merito, senza aiuti esterni, ma con la forza del carattere e del talento. A Singapore, l'azzurro intenso della Pennetta regala al tennis italiano un momento altissimo. Spensieratezza e piacere, il piacere del gioco, il piacere di esserci. Parte da qui, l'ultima scalata. Grazie, Flavia.

"Cercherò di non farmi prendere dall'emozione e di godermi ogni partita, provando a dare il meglio. Sono molto felice di chiudere arrivando alle Finals in singolare per la prima volta, è l'ultimo torneo della mia vita e cercherò di non farmi prendere dalla malinconia. Per me è la conclusione perfetta di una carriera perfetta"

Fonte Gds