Due ore e poco più di partita. Tanto è servito a Venus Williams per tornare a prevalere su sua sorella dopo olte 5 anni. Più precisamente da Dubai 2009, anche in quell'occasione in semifinale. Da lì in poi, cinque scontri, cinque vittorie per Serena. Fino a oggi, fino al 6-7/6-2/6-3 con cui la maggiore delle sorelle Williams strappa il pass per la finalissima della Rogers Cup: troverà una fra Agnieszka Radwanska ed Ekaterina Makarova, che si sfideranno quando in Italia sarà passata la mezzanotte.
La partita di oggi racconta di una Venus quasi sempre in controllo del match. Forse un po' sprecona nel primo set quando, ottenuto il break in apertura, sale fino al 3-1. Serena reagisce, pareggia e il set si trascina fino all'epilogo del tie-break, dove la più piccola delle sorelle è una lucida e spietata macchina. Lo testimonia il 7-3 che regala la prima frazione a Serena, e che sembra lanciarla verso la sesta affermazione di fila in scontri sororicidi. Anche perchè, solo in due occasioni Serena si è lasciata sfuggire la vittoria una volta trovatasi avanti dopo il primo set: agli Australian Open contro Ana Ivanovic e a Wimbledon contro Alizè Cornet. E invece...
Invece Venus riparte alla carica nel secondo set, e una volta ottenuto il break decisivo, pilota tranquillamente in porto il secondo set, complice anche un ultimo game di servizio disastroso da parte della numero uno del ranking. Si va al terzo, a giocarsi il tutto per tutto. Il livello del tennis delle due giocatrci si innalza, e i primi quattro/cinque games sono una battaglia meravigliosa. Al sesto game la svolta: Venus ottiene il break per il 4-2, quindi allunga nel turno successivo per il 5-2. Messa con le spalle al muro, Serena trova i colpi per allungare la partita, ma solo per poco. Perché Venus va a servire per il match e non si fa pregare: chiude sul 6-3, fermando il cronometro sulle 2h 01' di gioco.
Vince Venere, che centra la sua terza finale stagionale e domani darà la caccia al secondo titolo 2014, dopo la vittoria a Dubai arrivata senza cedere nemmeno un set. Torna a ruggire la vecchia leonessa, gioisce il circus della WTA, che riabbraccia una protagonista. Serena esce, ma conferma le buone sensazioni sin qui mostrate nella campagna americana: la vittoria a Stanford e le ottime prestazioni sciorinate a Montreal fino a oggi sono un buon viatico in vista del Master di Cincinnati e degli Us Open.