Una buona dose di paura, alla quale Maurizio Zamparini non vuole abbassarsi. È della giornata di ieri la notizia - o presunta tale - in merito alla quale il Palermo avrebbe contratto debiti per ben 120 milioni di euro, soprattutto per quanto riguarda i contratti di fornitura e sponsorizzazioni varie. Una situazione che a primo acchitto ha gelato tutto il popolo rosanero, rassicurato poi da tutta una serie di smentite da parte del club e perfino delle istituzioni coinvolte nella questione. Una questione che anche Zamparini ha voluto chiarire, durante un'intervista per La Repubblica: "Anche non vendendo, con le plusvalenze e con il paracadute, potrei andare avanti con un bilancio sano. Nel conto del Palermo in questo momento ci sono diciassette milioni di euro. Quello che mi chiedo è altro. Perché dopo quindici anni nei quali ho dato tanto alla città Palermo mi fa questo? Sono una persona onesta e chiedo almeno rispetto. Sto cercando di vendere perché sono stanco, ma anche perché le persone che arriveranno potranno dare continuità e dare amore al Palermo. Perché gettare fango sulla mia persona in un momento delicatissimo come questo?".

Zamparini dunque rassicura i tifosi del Palermo sulla salute del club, e fa dunque allontanare la paura di rivivere una situazione simile a quella del 1986, quando il club fu costretto a fallire per alcune decine di milioni di lire di debiti: "Il bilancio è perfetto, abbiamo trasmesso alla banca londinese tutta la certificazione che viene data ogni sei mesi dalla Covisoc. Chiaro, in passato qualche procuratore e qualche personaggio esterno al calcio hanno presentato delle istanze: una da 250 mila euro, ma non è che si può fallire per quella cifra; in più l’Agenzia delle Entrate ha fatto un pignoramento per una cartella esattoriale di vent’anni fa presso Unicredit, roba da 200 mila euro. Poi però si è scusata perché nulla era dovuto. Il Palermo non ha 120 milioni di debiti. Attivo e passivo non sono i debiti, sono delle voci di bilancio. Io dalla banca inglese ho avuto anche i complimenti per i bilanci del Palermo. Il Palermo è fallito altre volte, con me non lo farà. Il Palermo in questo momento è una delle società più sane nel panorama italiano. Deve solo pareggiare i bilanci, non può più chiudere con venti milioni di perdite".

Inevitabilmente, questo caos scoppiato e poi rientrato nel giro di poche ore rischiava di avere un effetto domino anche sul closing, che porterà Zamparini a cedere il club dopo 15 anni di gestione. Ma l'attuale patron del club di viale del Fante non solo ribadisce la concretezza dell'affare, ma svela anche cifre e programmi della futura proprietà e del nuovo presidente Paul Baccaglini: "Stando a quanto ho comunicato agli stranieri con cui sto trattando è un debito di circa 40 milioni: una decina pluriennali con Unicredit e Banca Nuova, una ventina con i procuratori che però si ridurranno di molto e circa 6-7 milioni di contenzioso con l’Agenzia delle Entrate che speriamo possa azzerarsi. Oggi (ieri, ndr) c’è stata la Guardia di Finanza nella sede del Palermo per indagare su Mascardi e noi daremo loro tutti i documenti. Sono venuti solo per Mascardi, solo ed esclusivamente per quello. La società che acquista il Palermo si accollerà i circa 40 milioni di debito, cifra che va a diminuire il valore del club. La cosa principale è che loro devono mettere dentro 30-40 milioni per la campagna acquisti e per ottimizzare la società. Sto già guardando coi miei osservatori 7-8 giocatori di livello con i quali fare un percorso come quello fatto ai tempi di Guidolin".

Per chiudere, Zamparini ribadisce la possibilità di chiudere la trattativa con i nuovi soci in tempi brevi, facendo anche capire che da parte sua non ci saranno interferente rilevanti nella gestione tecnica e della scelta degli uomini, sia in campo che in panchina: "La trattativa è in una fase molto avanzata, ma se escono notizie del genere... Il presidente del collegio sindacale ha preparato una dichiarazione da presentare all’avvocato italiano della banca londinese nella quale verrà spiegato che non c’è nulla. Stasera (ieri, ndr) incontrerò Baccaglini. Ho preteso questa riunione tecnica perché ci sono situazioni inderogabili sul settore giovanile e sulla dirigenza. I suoi soci mi hanno chiesto di stargli vicino e io lo sto facendo. Ho contattato Reja, ma non per fare l’allenatore. L’ho chiamato per fare il “papà”, per metterlo lì con la sua esperienza al fianco di un allenatore giovane. Vedremo se Baccaglini riesce a convincerlo, ma solo se avremo un allenatore giovane. A me per esempio piace Baroni del Benevento, così come altri due o tre tecnici. Poi Di Marzio gli consiglierà altri nomi e la decisione non sarà mia, l’ultima parola spetta a Baccaglini e alla società che acquista il Palermo".