"Serve una scossa forte, serve tentare di cambiare e giocarci il tutto e per tutto". Da questo passaggio del comunicato scritto da Paul Baccaglini può partire un nuovo momento di riflessione in casa Palermo, dove poco prima di pranzo si è consumato il quarto avvicendamento in panchina. Dopo Davide Ballardini che ha aperto la stagione, Roberto De Zerbi che l'ha condotta per un paio di mesi, Eugenio Corini che ha fatto da traghettatore verso il nuovo anno e Diego Lopez che quella scossa non è riuscito proprio a darla, ora tocca ad un altro uomo che fa Diego di nome, ma Bortoluzzi di cognome, provare a rimettere in carreggiata una squadra che sembra aver perso ogni speranza, ogni voglia e ogni istinto di sopravvivenza in una stagione a dir poco disgraziata. Difficile credere che possa essere lo storico vice di Francesco Guidolin a prendere una squadra reduce da cinque sconfitte consecutive - nonchè sette nelle ultime otto gare giocate - e portarla verso una salvezza che attualmente dista otto punti e che vede anche una squadra come il Crotone, decisamente più in forma e con maggiore spirito combattivo, a porsi in mezzo tra i rosa e l'Empoli quartultimo.
C'è chi potrebbe vederci del marcio - in senso figurato ovviamente - dietro l'ingaggio di un uomo da sempre abituato a fare da spalla a uno degli allenatori più iconici nel nostro Paese nell'ultimo ventennio, seppur non abbia avuto la fortuna che forse meritava, come ad esempio la chiamata di un club più blasonato in cui provare a far valere le proprie doti per obiettivi più importanti. Un tecnico giovane più sul piano dell'esperienza in panchina che sul piano anagrafico (fermo restando che cinquant'anni non sono poi così tanti), che vanta in una dozzina di anni di carriera appena un'esperienza - e per giunta fugace - come capo allenatore di una squadra. Avvenne nelle ultime gare del massimo campionato 2005/2006, quando subentrò a Cavasin alla guida del Treviso. E avverrà ancora una volta con una squadra praticamente retrocessa e decisamente poco adeguata alla categoria che sta disputando. Perchè parliamoci chiaro: questo Palermo non può essere neanche lontanamente considerato degno di giocare in serie A, sotto tanti aspetti.
Tornando a Bortoluzzi e alla sua carriera, possiamo tranquillamente dire che sia Guidolin il suo punto di riferimento. Per dieci stagioni e con quattro squadre diverse (Udinese, Parma, Swansea e per l'appunto Palermo) è stato lui l'uomo ombra del tecnico di Castelfranco Veneto, con grandi risultati ottenuti e non pochi rimpianti, come ad esempio per l'avventura in terra britannica, avvenuta subito dopo l'unica versa esperienza di Bortoluzzi lontano dal suo "maestro". Era il 2015, quando Andrea Mandorlini lo volle nel suo staff per il Verona che però non seppe ripetere l'exploit della stagione precedente, tanto che il mister venne esonerato e il suo staff fu sciolto per dare spazio a quello portato con sè da un altro allenatore ben noto alla platea palermitana, ovvero Luigi Delneri. In ogni caso, non saranno stati in pochi a storcere il naso a Palermo. Sia quando è stato diffuso il nome del successore di Diego Lopez, sia soprattutto nell'aver letto un altro passaggio del comunicato di Baccaglini. "Il nuovo allenatore, Diego Bortoluzzi, già secondo di Guidolin e consigliato dallo stesso".
La gente, in particolare quella non necessariamente informata per filo e per segno sulle vicende del club, può aver subito pensato che i contatti tra Guidolin e il Palermo che hanno portato al "consiglio" di Bortoluzzi siano in realtà nati da un contatto preliminare tra lo stesso ex allenatore rosa e Maurizio Zamparini, l'uomo con cui ha vissuto stagioni piene di passione, tra amore e odio ma anche con dei risultati importanti conseguiti sul campo. Decisamente più probabile, invece, che Baccaglini abbia provato ad attingere dalle conoscenze del suo predecessore in cima al club di viale del Fante, parlando direttamente lui con Guidolin per cercare una via d'uscita per le ultime sette giornate di campionato. Un traghettatore silenzioso per chiudere l'annata, per iniziare a pensare ad una serie B da provare a vincere l'anno prossimo e per chiudere con un passato recente e amaro. Come dimostra l'addio dell'ex direttore sportivo Nicola Salerno: un uomo di Zamparini - lui sì - che lascia la barca in pieno naufragio.