Il Palermo si fa trovare disattento e per nulla pronto anche all'ultima stazione possibile in cui acciuffare il treno che poteva portare alla salvezza. Anche il Cagliari viene a banchettare al "Barbera" al termine di una gara incredibile, se non altro per come si è sviluppata e per come è cambiata in corso d'opera. Dopo i primi quarantacinque minuti, infatti, in pochi avrebbero potuto aspettarsi che i rosa sarebbero potuti uscire dal campo al triplice fischio con un 1-3 sul groppone, con l'undicesima sconfitta casalinga nonchè ventunesima dall'inizio della stagione, e soprattutto con la dodicesima partita in cui lo stesso Palermo, dopo aver sbloccato il risultato, è riuscito a non mantenere il vantaggio acquisito. Ai sardi è bastato alzare l'attenzione e l'intensità per circa venti minuti per riuscire a vincere la partita, grazie soprattutto alla voglia di rivalsa di un incontenibile Ionita, alle accelerazioni del duo composto da Marco Sau e dall'ex col dente avvelenato Joao Pedro, passando dal fiuto del gol sempre attivo di Marco Borriello. Tanto è bastato al Palermo per sciogliersi come neve al sole e per dire praticamente addio ad ogni residua speranza di mantenere la categoria.
A nulla è servita la prima marcatura stagionale di Giancarlo Gonzalez, il quale segnava una rete che avrebbe potuto lanciare tanti segnali incoraggianti verso una partita da non fallire: il gol messo a segno in leggera posizione di fuorigioco, l'autore del suddetto gol pronto al riscatto dopo un paio di stagioni vissute tra grandi difficoltà e, cosa più importante, il Palermo riusciva anche a non farsi punire nonostante un paio di errori difensivi abbastanza chiari, in primis l'uscita a vuoto di Fulignati su un cross raccolto - ma spedito alto di testa - da Borriello. Poi sono arrivate le occasioni sprecate, con Nestorovski, Chochev e Pezzella che uno dopo l'altro hanno trovato un Rafael in stato di grazia e autore di tre parate decisive per tenere vivo il suo Cagliari. Poi, all'uscita dagli spogliatoi, l'ennesima metamorfosi di una squadra incapace di mantenere ritmo di gioco e atteggiamento positivo per più di un tempo.
Così è venuta fuori la maggiore abilità nel palleggio e soprattutto la forza dei nervi distesi del Cagliari, che nel secondo tempo è sceso in campo per mettere in difficoltà il Palermo senza tenere presente un particolare, ovvero che il Palermo era in grado di andare in difficoltà anche da solo. Ionita ha dapprima messo a nudo ancora una volta le gravi pecche dei rosa nel piazzamento in area sui calci piazzati (ricordate i gol presi a Torino e a Udine nelle ultime due trasferte?), poi Borriello ha approfittato di una difesa ancora una volta statica per gonfiare la rete avversaria ancora una volta. Infine, con un Palermo totalmente sbilanciato e che vedeva in campo in contemporanea i vari Nestorovski, Trajkovski, Sallai, Balogh e il giovane Lo Faso, era ancora la mezzala moldava a segnare inserendosi nella linea difensiva rosanero come quel famoso grissino che tagliava il tonno in una pubblicità degli anni passati.
Così è venuta fuori, come abbiamo detto, la dodicesima partita in cui il Palermo non è stato capace di conservare il vantaggio ottenuto per primo. Per un totale di ben trentuno punti mandati in fumo dai rosa in situazione di punteggio favorevole. Se a questi togliamo i quattro punti che invece sono stati recuperati quando la squadra ora in mano a Lopez era partita in svantaggio, ci sono comunque ventisetti preziosissimi punti gettati al vento. Problemi fisici, atletici oppure semplici limiti psicologici o (ancor peggio) tecnici. Fatto sta che il Palermo ha mandato in fumo la chance più ghiotta per vincere, mettere pressione all'Empoli e dare un segnale al campionato e soprattutto alla sua gente. Ci si avvia invece verso sette giornate praticamente anonime, in cui ci si trascinerà stancamente in attesa che arrivi la matematica retrocessione. E magari l'alba di un nuovo percorso.