Che Ilija Nestorovski abbia tirato fuori doti da leader forse inattese si è già visto diverse volte nel corso di questa stagione disgraziata. Ma che il bomber macedone abbia preso particolarmente a cuore la sorte del Palermo, e non solo con le reti messe a segno finora, lo dimostra ancora una volta con un'intervista apparsa stamani sul Corriere dello Sport. Una vera e propria dichiarazione d'amore, con l'ex punta dell'Inter Zapresic che fa capire di non avere grossi grilli per la testa: "La mattina, mi alzo e sono allegro - esordisce Nestorovski - , faccio quello che mi piace e con entusiasmo. Non sono come altri che sognano Real Madrid o Barcellona, Ronaldo o Messi, cerco la mia felicità. Se guadagno qualche soldo in più meglio. Ma la mia vita è bella… Ho una moglie fantastica, una bambina magica, la piscina, gioco in A, ho soldi, tutto. Intanto, aiuto il Palermo a salvarsi. Non penso ad altro fino al termine della stagione".
Nestorovski che dimostra di avere le idee chiare su quella che dovrà essere la sua carriera dopo questa stagione, in cui ha dimostrato di poter fare grandi cose pur senza un grande trascorso alle spalle. Il centravanti rosanero chiede solo una corsa al proseguio della sua storia in campo: "Essere il migliore, sempre. Del resto anche a carte con mia moglie o a palla con mia figlia, voglio solo vincere. Se sei il migliore, gli occhi saranno puntati su di te. Prima non avevo grandi squadre o soldi. Oggi sono in paradiso. Lo sono sempre stato dove ho lasciato il cuore. Qui a Palermo rappresento un simbolo, vivo bene, è la mia dimensione. Posso andare anche a Roma o a Torino ma se non gioco il fuoco si spegne".
E come per tutti i giocatori e gli sportivi che si aggrappano a qualunque cosa pur di riuscire ad ottenere risultati, anche Nestorovski si unisce alla schiera degli scaramantici. Ilija fa capire di seguire alcuni riti in particolare, fin dagli inizi della sua carriera: "Una volta in Croazia segnai con le mutande blu e chiesi a mia moglie di conservarle solo per la partita. Se faccio gol, ripeto gesti e situazioni. Comunque debbo essere il primo ad entrare in campo. Contro il Napoli, ho preso un’omelette a colazione e ora continuo a farlo. Avevo promesso di tagliarmi barba e capelli se avessimo vinto contro il Crotone".
Si passano poi in rassegna i gol più belli della carriera di Nestorovski. Una carriera iniziata, come praticamente per tutti, nelle palestre a giocare a calcetto e già arrivata ad uno dei picchi massimi, ovvero il gol al portiere più forte della storia: "Ricordo nella palestra indoor della scuola. Non avevo sei anni. Dribblai tutti, pure portiere. Il futsal mi è servito. Guardate i gol al Crotone e all’Atalanta. E con il Sassuolo l’assist di tacco a Quaison. Il più bello? L’avrei segnato a Buffon se non avessi preso la traversa. Mi resta quello in Zapresic contro Istra: palla a giro all’incrocio dal limite. Quello che vorrei segnare? All’ultimo minuto, decisivo, su rigore e col cucchiaio. Magari domenica… Il gol per me è gioia, Immaginate che prima, anche con un cinque a zero in tasca, se non segnavo, era come se non avessi vinto. Ora sono cresciuto. Totti urlava da ragazzino che il gol è come un bacio? Per me, lo scriva, è il sesso".