Un calo fisiologico, lo scotto da pagare dopo settimane corse ad alta velocità. Il Palermo segna una leggera flessione e la zona Europa scappa via, forse irrimediabilmente. Sorgono i primi dubbi sulla consistenza dei rosanero, reduci da cinque giornate senza vittorie. Due punti, raccolti al Manuzzi col Cesena e in casa con l'Empoli, tre sconfitte, con Lazio, Juventus e Chievo, nell'ultimo turno. A colpire è l'apatia offensiva, un solo gol, peraltro inutile, contro l'undici di Pioli (2-1 per i biancocelesti), poi 360 minuti di astinenza, troppi per una squadra che può contare, nel comparto d'attacco, su giocatori come Vazquez, fresco di convocazione in Nazionale, e Dybala, assediato dalle sirene di mezza Europa. L'ultima affermazione risale quindi alla quarta di ritorno, con il Palermo capace di rifilare una sonora lezione al Napoli di Benitez, 3-1 al Barbera.
Stefano Sorrentino, uno dei giocatori più esperti del gruppo, spegne sul nascere possibili polemiche e riporta alla realtà l'analisi riguardante la stagione del Palermo. La squadra, costruita con intelligenza da Zamparini, e ben allenata da Iachini, sta conducendo in porto la stagione senza patemi - i rosanero occupano l'undicesima posizione in classifica, a più 14 sulla terz'ultima piazza che significa serie B - e la classifica consente di affrontare il rettilineo finale senza preoccuparsi di chi insegue, con la possibilità di cogliere successi di prestigio, partendo dal rientro dopo la sosta.
Il calendario propone al Palermo una sfida intrigante con il Milan di Inzaghi, reduce dal successo con il Cagliari. Le due squadre sono separate in classifica da tre punti e per i rosanero è concreta la possibilità di un aggancio a quota 38.
Queste le parole di Sorrentino "Sento parlare di calo, del fatto che abbiamo mollato, il Palermo sta benissimo. Forse qualcuno dimentica che abbiamo 14 punti sulla terz’ultima e in quale categoria giocavamo l’anno scorso. Se me l’avessero detto a inizio campionato che avremmo avuto 35 punti a 10 giornate dalla fine ci avrei messo la firma. Mollare è un verbo che non fa parte del mio vocabolario né di quello dei miei compagni. Ci vuole equilibrio nei giudizi. Pensare che non vogliamo andare in Europa è follia. A parte che prenderemmo un premio, chi non vorrebbe andarci?" "
Fare processi a un gruppo che da un anno mezzo ha vinto tanto e che ha molti giocatori che la Serie A l’avevano vista solo in tv è qualcosa che non accetto. Siamo cresciuti e le convocazioni di Vazquez e Quaison nelle nazionali ne sono la prova. Purtroppo il sesto posto è lontano, ci sono 10 giornate da vivere al massimo. Ci siamo fissati quota 50 per misurare le nostre qualità anche in previsione dell’anno prossimo".