Tutti cercano Federica. Tutti vogliono Federica. L'urlo si fa forte all'ingresso della divina, alle spalle un 200 convincente. Il ritorno a casa, 1'57"18 nel primo pomeriggio milanese, sensazioni antiche. Dopo l'addio mondiale - l'ultima fermata, d'oro, a Budapest - la scelta di ricucire il rapporto con la distanza prediletta. Il sorriso, in zona mista, a certificare la bontà della prova, la Pellegrini non può prescindere dalle quattro vasche. Tokyo resta sullo sfondo, l'Olimpiade lontana, il sogno è però tangibile, il podio a cinque cerchi per chiudere una carriera già oggi con pochi eguali.
Milano è quindi ripartenza, ma anche conferma. Ultima di dieci batterie dei 100sl, al centro, corsia 4, Fede. Cuffia bianca d'ordinanza, botta sul petto per mantenere concentrazione e rito classico. Ai 50 - 26"44 - la Pellegrini è ampiamente alla testa della contesa, la Ferraioli paga circa 4 decimi. Nei secondi 50, bracciata potente per aumentare il gap rispetto alla concorrenza. Scuote l'acqua Federica, tocca in 54"26, crono, ancor di più al mattino, di assoluto rilievo.
Siamo all'alba di una stagione importante, in cui tracciare la linea giusta. La Pellegrini resta àncora e guida di un movimento in divenire, in cui spiccano Quadarella, Panziera - il suo 200, seconda piazza alle spalle della Pellegrini, è cartolina preziosa per la staffetta - e Cusinato.
Personalità dirompente, muro in grado di proteggere l'ascesa di ragazze di talento chiamate a confermarsi sulla ribalta internazionale, occhio acceso di chi non ama accontentarsi, nemmeno a 30 anni, nemmeno con una bacheca ricca di riconoscimenti e trofei.