L'avventura azzurra, nei 100 dorso al femminile, si interrompe in semifinale. Federica Pellegrini e Silvia Scalia non riescono a ribaltare gerarchie definite e salutano così, con differente umore, la gara. La Scalia, positiva al mattino, entra in acqua nella prima semifinale ed approccia la sfida con giusto piglio. Buon abbrivio e discreta anche la prima virata. Dopo i 25, un lento ritorno nel guscio, 58"62 - crono nettamente superiore a quello della batteria. La tensione gioca ruolo chiave. Federica, di contro, costruisce la sua prova senza badare alle rivali. Concede spazio per 75 metri, poi risale al tramonto e avvicina addirittura la terza pizza. Quarta - decimo tempo complessivo - vicina a una De Waard in affanno. Pellegrini tra le riserve in vista della finale.
Per l'oro sembra un duello a due. Katinka Hosszu - pur con i 400 misti, oro, ancora nella braccia - vola in 56"88 e si prende la seconda semifinale, staccando la Kameneva e divorando una De Waard fin troppo arrembante. Kira Toussaint, invece, dipinge le quattro vasche a dorso con eleganza ed efficacia, è addirittura migliore il suo riferimento rispetto a quello della Hosszu. 8 centesimi tra le due, un'inezia. Ungherese favorita, ma attenzione alle possibili sorprese. La finale accoglie anche Zevina, Nielsen, Cini, Baumrtova e Tchorz.