La mano tesa di Ivan Zaytsev - intervistato nei giorni scorsi da Sky Sport - non trova il sostegno della Federazione, la replica è anzi quasi stizzita, puntigliosa. I vertici del volley italiano "rivedono" l'analisi del giocatore, la contestano in determinati punti, stilando un comunicato completo in cui a giocare un ruolo chiave è lo staff sanitario, citato dallo stesso Zaytsev durante la sua spiegazione dell'accaduto.
La Federazione sottolinea a più riprese come non ci sia alcuna correlazione tra i problemi fisici del ragazzo e le scarpe indossate dallo stesso, difficile trovare una corrispondenza dato lo scarso utilizzo. Questo l'assunto su cui poggia la teoria dei medici chiamati ad analizzare la questione.
In data 15 luglio, dopo il primo allenamento con le scarpe Mizuno, il giocatore, lamentando dolore al piede dx, è stato visitato da uno dei medici della squadra nazionale seniores maschile, il dott. Diego Gaddi, specialista in ortopedia, che ha riscontrato una dolenza sul decorso del tendine flessore dell’alluce, senza oggettività clinica, suggerendo comunque di applicare un cerotto medicato e effettuare applicazioni di laserterapia antalgica. I provvedimenti terapeutici sono stati eseguiti da uno dei fisioterapisti della squadra nazionale (dott. Sebastiano Cencini). Non sono stati messi in relazione i sintomi riferiti dal giocatore con l’utilizzo delle scarpe.
-In data 16 luglio, il giocatore si è allenato regolarmente con un altro modello di scarpe Mizuno, riferendo alla fine senso di instabilità e dolore retromalleolare interno. Anche in questo caso sono state fatte le prime cure del caso, continuando il programma terapeutico impostato.
-In data 17 luglio, giorno di riposo da allenamenti, si è tenuta una riunione con i rappresentanti di tutte le parti in causa, in cui il fisioterapista dott. Davide Lama, in merito alla problematica denunciata dall’atleta riguardante l’intersuola, ha prospettato alcune soluzioni, in particolare l’utilizzo di un ortesi plantare personalizzata che potesse ottimizzare l’appoggio del piede; questa soluzione non è stata presa in considerazione dal giocatore.
-Sempre in data 17 luglio, in orario serale, il giocatore ha espresso la sua difficoltà e insicurezza anche nel fare la seduta di pesi del giorno dopo con le scarpe Mizuno, chiedendo al medico responsabile del raduno e della nazionale (dott. Benelli), in presenza del dott. Cencini e di alcuni compagni di squadra, di scrivere una certificazione che attestasse l’impossibilità per lui di utilizzare in qualsiasi allenamento (anche quello di preparazione fisica) le scarpe Mizuno perché avrebbero portato a rischi per la sicurezza dell’atleta e a patologie infiammatorie. Il medico ha risposto spiegando che:
-i disagi e le difficoltà descritte non potevano essere messe in relazione con l’utilizzo delle scarpe, dato il periodo veramente breve di utilizzo e l’impossibilità quindi a verificare possibili adattamenti e aggiustamenti come molti giocatori fanno e hanno fatto in queste occasioni.
-non sarebbe stato congruo quindi fare un certificato in cui si indicava l’utilizzo di nuove scarpe per evitare rischi di infortunio, al massimo si poteva scrivere che il giocatore riferiva disagio e senso di insicurezza, ma senza riscontri clinico-funzionali oggettivi.
-Infine, si ribadisce che lo staff medico della squadra nazionale ha effettuato i primi provvedimenti terapeutici (terapia fisioterapica e farmacologica locale) in base alla sintomatologia riferita dal giocatore, senza mai mettere in relazione detta sintomatologia con l’utilizzo delle scarpe Mizuno.
Di certo una situazione di difficile comprensione, una fase di stagnazione che coinvolge tutte le parti in causa, danneggiando in primis il possibile percorso di campo della nostra nazionale. Zaytsev è l'ancora a cui attraccare propositi di grandezza, il simbolo, per personalità e talento. La rinuncia in nome del gruppo stride, stona con il recente passato. L'impressione è che nessuna voglia alzare la mano e chiedere scusa, o semplicemente presentarsi con fare disteso per risolvere in via definitiva la querelle. Le parole di Zaytsev, forti, risuonano, sono un inno alla maglia azzurra, occorre quindi dare peso al "celato" mea culpa dello Zar, per salvare, se non l'imminente Europeo, almeno il futuro del volley tricolore.