Altro giro, altra corsa. Questa volta ad andare in scena nel weekend appena concluso è stata la terza giornata di ritorno della regular season. La Samsung Gear Cup di serie A1 è infatti tornata ad infiammare i palazzetti italiani. Il calendario prevedeva incontri ostici e tutt’altro che scontati; solo due partite, però, hanno regalato equilibrio e incertezza. In tutti gli altri casi i risultati sono stati sentenze, non sempre a favore delle più quotate.

Partiamo dal Veneto, dove l’Imoco Volley Conegliano annienta il Saugella Team Monza per 3-0 (25-20, 25-23, 25-22). Prima partita con la nuova casacca per Tomsia e prima partita da ex. Il forte opposto, in uscita proprio da Conegliano, non è però riuscita a fare la differenza: le sue percentuali d’attacco, come quelle di tutta la squadra, sono state troppo basse per poter competere contro la furia delle pantere. L’Imoco intavola il suo gioco su una ricezione solida e su una nuova Fawcett, best scorer di giornata con 14 punti. Tanto basta alle campionesse d’Italia per aggiudicarsi il match con il minor impiego di energie.

Anche nelle due partite lombarde il risultato è netto. Se non stupisce la Pomì Casalmaggiore - vincente per 3-0 (25-11, 25-14, 25-14) grazie ai 20 punti della solita Fabris su uno spento Südtirol Bolzano -, a sorprendere è invece Montichiari. La Metalleghe mette in campo la prima prova davvero convincente della sua stagione; a farne le spese è l’Unet Yamamay Busto Arsizio che esce sconfitta per 3-0 (25-15, 25-21, 25-19). Tra le farfalle gira solo Diouf (26 punti), mentre tutte le sue compagne di squadra si fermano sotto i 5 punti individuali. Per le bresciane, invece, oltre a Malagurski e ai suoi 20 punti, funzionano finalmente a dovere anche gli altri attaccanti laterali e l’intramontabile Gioli fa il suo compito. La ricezione monteclarense riesce a tenere, mentre quella bustocca è un disastro: a fine partita sarà solo al 15% il primo tocco perfetto di Busto, costringendo Signorile a rifugiarsi nel suo pesante opposto.

Senza storia anche l’incontro tra Igor Gorgonzola Novara e Foppapedretti Bergamo. La classica del campionato italiano, nonché incontro delle ex (Piccinini, Barun, Alberti, Plak, Partenio solo per citarne alcune) è a favore delle piemontesi con il risultato di 3-0 (25-19, 25-17, 25-15). Da segnalare l’importante assenza di Skowronska per le orobiche. L’opposta polacca ha rimediato la rottura dei legamenti del ginocchio destro nella partita contro Scandicci di una settimana fa: toccherà adesso alla società andare a scovare una sostituta con lo stesso peso tecnico-tattico e di atteggiamento, sicuramente un’impresa non semplice. La gara è dunque stata falsata dalle assenze: per Bergamo funziona poco, per Novara tutto. Le migliori sono proprio le due ex più illustri: Piccinini con 12 punti e Barun con 17.

Gli unici due scontri equilibrati sono stati quelli in terra emiliana e in Toscana. A Modena la Liu Jo Nordmeccanica vince per 3-2 contro la Savino del Bene Scandicci (25-18, 25-17, 26-28, 19-25, 15-13). Le toscane sono in realtà state molto abili a raddrizzare una partita che già al terzo set poteva concludersi, ma continuano a rivelarsi deludenti le prestazioni di una squadra i cui nomi lasciavano sperare altro a inizio campionato. La migliore è Adenizia che, da centrale, chiude la partita con 20 punti. La sua presenza al centro, però, non consente a Scandicci di poter basare il proprio gioco sull’imprevedibilità. Ancora da rivedere, inoltre, l’intesa tra Rondon e tutte le sue compagne, così come l’altalenanza di Havlickova che, dopo alcune prestazioni maiuscole, torna ad abbandonare il campo in favore di Zago. Modena vive invece di momenti e di cali di tensione, ma è abile a portare a casa l’incontro al tie break: le migliori sono Brakocevic (23) e Bosetti C. (20), anche se tutti gli attaccanti terminano l’incontro a ridosso della doppia cifra.

A Firenze si è invece giocato lo scontro tra i due fanalini di coda. La partita, seppur equilibrata (3-2 per Il Bisonte, 25-20, 19-25, 25-17, 15-25, 15-13), non è di certo stata all’insegna del bel gioco. Il Club Italia deve ancora ringraziare la solita Egonu che, schierata in posto quattro, mette a terra ben 37 palloni. Tutte le compagne chiudono invece sotto la doppia cifra: in una partita terminata al quinto set è veramente troppo poco. Tra le bisontine è invece ottima la prestazione di Sorokaite (28) e Calloni (16), ma è stata la coralità a fare la differenza.