A Rio de Janeiro è andata in archivio anche la seconda giornata del torneo di pallavolo femminile. Il girone A continua a non regalare sorprese, con Brasile e Russia a spadroneggiare e Giappone e Corea a lottare per il terzo e quarto posto. Discorso diverso, invece, per la pool B, dove tutte le partite, magari terminate anche con un risultato netto, appaiono combattute e incerte: cinque squadre di livello mondiale si stanno dando battaglia vera per passare alla fase a eliminazione diretta e alcuni match sembrano già l’anticipazione delle finali per livello tecnico e spettacolo espressi. Andiamo però con ordine.
Nel primo girone, le padrone di casa del Brasile - in forma, ma con avversari oggettivamente deboli - randella l’Argentina in un’ora e dieci minuti di incontro. Sheila, ritornata alla grande dopo un Grand Prix deludente, segna 14 punti e le argentine non arrivano mai ai 20 punti in un set (25-16; 25-19; 25-11). Stesso risultato e stesso tempo di gioco per il Giappone, vittorioso sul Camerun: Nagaoka e Kimura si riprendono dopo il brutto esordio e mettono a terra rispettivamente 16 e 13 palloni. I parziali (25-20; 25-15; 25-17) lasciano poco spazio a ulteriori commenti. Più combattuto, ma decisamente lontano dalla spettacolarità che regaleranno i match della seconda settimana, l'incontro tra Russia e Corea del Sud. Le europee concedono infatti un set alle asiatiche e, fatta eccezione per il quarto set, tutti i parziali sono stati giocati sui dettagli (25-23; 23-25; 25-23; 25-14). Interessante lo scontro tra Goncharova e Kosheleva (22 punti a testa) e le coreane Kim (20 punti) e la centrale Yang (17).
Il girone B, invece, continua a essere il più difficile ed equilibrato del torneo. Nella prima partita della giornata l’Italia è stata asfaltata 3-0 dalla Cina: i valori in campo non sembravano così sbilanciati dalla parte asiatica, ma le azzurre faticano a trovare continuità con le sole Lo Bianco e Egonu a convincere pienamente. Qui trovate la cronaca dell’incontro. Altro scontro netto quello tra Serbia e Portorico: i 16 punti di Ocasio non bastano a tenere a galla le portoricane per le quali appare difficile chiudere il girone con una vittoria; dall’altra parte della rete, invece, Mihajlovic, Rasic e Brakocevic fanno la voce grossa (16, 12 e 13 punti a testa) e il match si chiude con il punteggio di 3-0 (29-27; 25-18; 25-20). Una partita dal sapore di finale, poi, è quella disputata da Olanda e Stati Uniti. Le orange rimediano un altro tie break, ma a differenza del primo match, questo giro devono arrendersi alla supremazia - soprattutto fisica - delle atlete a stelle e strisce (25-18; 18-25; 25-21; 20-25; 8-15). Il livello di gioco è però impressionante, così come lo spettacolo offerto al Maracanazinho. Murphy, Akinradewo e Larson bucano il muro olandese e, nonostante l’incredibile difesa europea, riescono a segnare più di 15 punti a testa; la Hill è risolutrice di più di un pallone difficile, mentre il libero Banwarth raramente fa cadere i palloni. Dall’altro lato Sloetjes è scatenata (21 punti per lei) e De Kruijf impressiona per l’anticipo di primo tempo e l’attenzione nei contrasti a muro. Da segnalare, però, l’infortunio alla caviglia di Grothues sul finale del quarto set, ottimamente sostituita da Pietersen. Ancora da valutare la possibilità di reinserimento della schiacciatrice olandese