Chi arriva primo ha sempre ragione. Lo sport insegna a vincere così come a perdere. Nella pallavolo i successi al tie-break magari sono i più belli perchè i più sofferti. Le sconfitte al quinto set invece sono le più brucianti, le più amare, provocano le delusioni più atroci. La Diatec Trentino non è riuscita a riportare la Champions League di pallavolo maschile nel nostro paese. Il torneo è rimasto in Russia, allo Zenit Kazan, che ha bissato il successo dello scorso anno, conquistando la manifestazione per la quarta volta nella sua storia. Vladimir Alekno ha centrato un'altra rimonta da 0-2 a 3-2. Come alla guida della Russia alle Olimpiadi di Londra 2012 contro il Brasile. Per la Diatec l'esito è stato diverso dal Mondiale per Club 2009 e dalla finale di Champions League del 2011. E' stata una partita a 2 facce, in cui ha prevalso il maggiore carattere dei russi.
La Diatec Trentino è nata il 23 maggio del 2000, lo Zenit è nato 10 giorni prima. Probabilmente un sottile filo invisibile ha legato le 2 compagini. Il primo set ha visto la formazione italiana a lungo avanti nel punteggio. Un brivido lungo la schiena ha attraversato i giocatori e i tifosi italiani, quando lo Zenit si è portato sul 20-19. La Diatec però non si è abbattuta. Un ace di Tine Urnaut ha consentito ai gialloblu di prevalere per 23-25 e portarsi sullo 0-1. All'inizio del secondo set Alekno ha cambiato la cabina di regia, inserendo Butko al posto di Kobzar. In un processo di forward looking avrà ragione. L'inerzia del parziale verrà spostata nelle mani della Diatec, dai servizi vincenti di Simon Van De Voorde e Simone Giannelli. I gialloblu resisteranno a vari tentativi di rimonta dei russi e sarà un attacco di Tine Urnaut che consentirà loro di portarsi sullo 0-2. Nella pallavolo però non si è mai sicuri di aver vinto fino a che non è stata messa a terra l'ultima palla. Alekno ad inizio terzo set ha inserito al centro Demakov per Gutsalyuk. L'asse tra il primo e il regista Butko ha fatto veramente male alla Diatec. A quel punto l'attacco russo non è stato più solamente il cubano naturalizzato polacco Wilfredo Leon. Lo Zenit è scappato via nel punteggio senza farsi più riprendere, aggiudicandosi il parziale e riaprendo la partita, portandosi sull'1-2. Un'altra chiave importante è stato il cambio di libero, con l'inserimento del bulgaro Salparov per il russo Verbov. Il quarto set è stato molto combattuto, con lo Zenit che è arrivato ad avere fino a 3 punti di vantaggio, sul 16-13, grazie al turno di battuta di Butko. La Diatec non ha mollato ma ai vantaggi hanno avuto la meglio i russi, per la maggiore fame. L'attacco non è stato più il solo schiacciatore Leon, ma purtroppo si sono svegliati pure l'opposto Mikhailov e l'altro posto 4 Matt Anderson. Dopo il 27-25 con cui si è chiuso il quarto set, si è arrivati così al tie-break. Al quinto set farà molto discutere una decisione arbitrale: infatti sul 12-11 per lo Zenit un servizio del secondo palleggiatore della Diatec, il bulgaro Georgi Bratoev verrà dato out dalla coppia arbitrale, quando il Challenge aveva chiaramente dimostrato che la palla era buona. I 2 direttori di gara sono stati però irremovibili, confermando la loro decisione che è valsa il 13-11 per lo Zenit. La Diatec può recriminare per la gestione sciagurata dell'ultimo attacco sul 14-13. Purtroppo però i russi sono usciti alla distanza e la formazione italiana ha avuto il torto di non aver saputo chiudere la partita quando si è trovata in vantaggio di 2 set.
Vladimir Alekno si è confermato ancora una volta di più il coach specializzato in rimonte vincenti. Nel 2012 è accaduto a Londra, oggi a Cracovia. Oggi dovrà bere l'amaro calice della sconfitta il suo amico Radostin Stoytchev. La Champions League per il quinto anno consecutivo resterà in Russia. Lo Zenit Kazan rappresenterà l'Europa al prossimo Mondiale per Club. L'Italia è rimasta a bocca asciutta. Un'altra magra consolazione è il terzo posto della Lube Civitanova Marche, che ha prevalso al tie-break su Resovia. La Diatec fallisce così il poker nella Champions League, che già avevano centrato Modena e Sisley Treviso. Viceversa lo ottiene lo Zenit Kazan, che è secondo solo al Cska Mosca, capace di vincere il trofeo per ben 13 volte, un autentico squadrone.