H.Anderson lancia uno sprint lungo, la bracciata è potente, l'incedere impetuoso. Nelle fredde acque di Russia, il primo squillo è americano, perché la dominatrice della 5 km, l'olandese Van Rouwendaal, si spegne sul rettilineo d'arrivo e al tocco è solo quarta. Meglio di lei la greca Araouzou, splendida nell'uscire nel finale, fino a braccare e superare la tedesca Wunram, di bronzo.
Le azzurre, Grimaldi e Brini, conducono in porto una gara senza acuti. Stabilmente nel primo gruppo, le nostre non riescono a uscire e, dopo una faticosa partenza, restano nel folto plotone che insegue le prime della classe. La migliore è l'esordiente Brini, nona, mentre la Grimaldi, bronzo olimpico nella 25, oro mondiale nella 10, paga una stagione difficile, contrassegnata dal cambio di allenatore (11a piazza al termine).
Gara accesa fin dalle prime battute, con la Van Rouwendaal che prende il comando e sgrana il gruppo. L'esigua distanza spegne ogni tatticismo, si va a tutta e a metà gara c'è luce fra le atlete. L'olandese, allenata da P.Lucas, vira davanti e fa da lepre per le attente inseguitrici.
Si formano due linee, la Van Rouwendaal, trascinata dalla corrente, pecca in strategia, bene invece Ristzov e Araouzou. L'americana Anderson, sorniona, attende il momento propizio. Due strattoni della Van Rouwendaal risolvono la gara, perché restano in quattro a giocarsi la vittoria. La volata è interminabile, ma Sharon vede calare la notte, di colpo. Affonda nell'acqua di Kazan, par ferma, al cospetto di affamate rivali. Prepotente la Anderson scappa, tocca ed esulta. Argento greco, bronzo teutonico. Solo rammarico per la principale protagonista di giornata.