Un milione di dollari di multa e due scelte al Draft tolte ai New England Patriots, sospensione di due magazzinieri e quattro giornate di squalifica al quarterback Tom Brady: queste le sanzioni decise dalla NFL in merito al "Deflategate", ovvero il caso dei palloni che sarebbero stati sgonfiati di proposito dai Patriots (per permettere una presa migliore ai giocatori) durante la finale di AFC dello scorso anno contro gli Indianapolis Colts, battuti nell'occasione da Brady e compagni con il risultato di 45-7.
Brady, uno dei giocatori più vincenti della storia, dichiaratosi sempre innocente, non ha commentato la sanzione, anche se ha fatto sapere tramite il suo staff che ricorrerà in appello contro la decisione del commissioner della NFL Roger Goodell.
Il proprietario della franchigia del Massachussets, Robert Kraft, storico amico di Goodell, non ha preso molto bene la notizia, ma ha detto che i Patriots rispetteranno le decisioni della lega (“nonostante la nostra convinzione che non ci sia stato alcun tipo di dolo con i palloni, è nostra intenzione accettare la punizione, che comunque va al di là di ogni ragionevole aspettativa e non è basata su alcuna prova certa”). Dura anche la reazione di Don Yee, agente di Brady, che ha dichiarato: "La punizione è ridicola e non ha basi legittime".
Se il ricorso di Brady dovesse essere respinto, il numero 12 di New England tornerebbe in campo alla quinta giornata di campionato, in cui i "Pats" incontreranno proprio i Colts, la parte lesa della vicenda. Il quarterback titolare per la prima parte di stagione, così, dovrebbe essere Jimmy Garoppolo, al secondo anno nella lega, con all'attivo 27 passaggi, di cui uno da touchdown per Rob Gronkowski nella Week 4 della scorsa stagione contro i Kansas City Chiefs.