"Abbiamo chiesto più volte al Comune di darci una risposta per il PalaBanca. L'amministrazione non ci ha dato una risposta. La nostra decisione è quella di ritirarci dalla pallavolo".Questo l' inizio choc di Antonio Cerciello nella conferenza stampa convocata per le ore 12.30 di oggi. Si chiude così una storia d'amore tra la famiglia Cerciello, Giovanni Rebecchi e il volley rosa a Piacenza.
"Da giorni chiediamo all’amministrazione una risposta sul problema PalaBanca. Volevamo sviluppare un progetto triennale, non possiamo farlo senza la certezza di un impianto adeguato a una società di vertice. Alle nostre domande nessuno ha mai risposto, per questo comunichiamo ufficialmente che abbandoniamo la pallavolo». Il presidente aggiunge: «Non c’è alcun margine di trattativa, la decisione è stata presa e non torneremo indietro né noi e neppure la famiglia Rebecchi". Con Giovanni Rebecchi che appoggia tutto quanto dichiarato da Cerciello.
"Mi dispiace tantissimo solamente per i tifosi - aggiunge il patron - che ci sono sempre stati vicino. Spero capiscano che la nostra scelta è stata dettata da fattori esterni, noi eravamo pronti a investire nuovamente in una squadra importante e lo avremmo fatto per la città, ma non ci danno le garanzie necessarie. Scrivetelo chiaro, io non metterò mai più una lira nello sport a Piacenza. Altri svendono perché non hanno i soldi, noi che investiamo veniamo trattati così dalle autorità".
Nessuna partecipazione alla Champions League, il termine per le iscrizioni scade lunedì, e nemmeno alla A1. Il titolo sportivo delle campionesse d’Italia e della formazione capace di vincere le ultime cinque manifestazioni italiane è in vendita. Si valuterà nei prossimi giorni il destino delle atlete con ancora un contratto col sodalizio piacentino.
"Il mercato sta entrando nel vivo - continua Cerciello - e in queste condizioni diventava difficile prendere impegni con giocatrici e tecnici. Noi siamo entrati nella pallavolo in modo serio e in maniera professionale, costruendoci una solida credibilità. Ma così non possiamo andare avanti; la politica si dimentica che i tempi dello sport e del business sono molto più rapidi. La decisione di comunicare la scelta in tempi brevi è dettata dal fatto di lasciare alle giocatrici la possibilità di trovare nuove sistemazioni. Non possiamo giocare sulla pelle di professionisti, soprattutto noi che siamo una società seria".
Giovanni Rebecchi aggiunge: «Non chiedevamo niente di particolare, semplicemente di avere l’impianto alle stesse condizioni degli anni scorsi. Volevamo certezze e speravamo che un ente terzo, l’amministrazione, ci garantisse un utilizzo triennale. Come succede in tutte le altre realtà, Busto o Bergamo per fare un esempio, o in tutti gli stadi d’Italia».
Nel finale della surreale conferenza stampa, Antonio Cerciello ribadisce la sua posizione: "Se mi chiamassero oggi pomeriggio dicendomi che è tutto a posto? La decisione è presa, non esiste alcun margine di trattativa. Mi è passata anche la voglia di parlare di sport. Non investiremo più un euro nelle attività sportive piacentine, baseball compreso. Trasferirci in un’altra città? Non mi interessa. Noi facevamo questi investimenti per Piacenza, non ha senso portare la squadra in un’altra realtà".
Il presidente della Lega Pallavolo Serie A Femminile Mauro Fabris commenta così la notizia:
“Siamo letteralmente scioccati dalla decisione della Rebecchi Nordmeccanica Piacenza, anche se eravamo consapevoli dello scontro in atto tra il Comune, il gestore del PalaBanca e la Società piacentina - afferma Mauro Fabris, presidente della Lega Pallavolo Serie A Femminile -. Speravamo che grazie allamediazione dell’Amministrazione Comunale la situazione si potesse risolvere, anche per il rispetto dovuto alla Società che solo 10 giorni fa celebrava il secondo Scudetto consecutivo e che negli ultimi due anni ha sollevato 5 trofei in Italia. E’ incredibile che in un città come Piacenza non si sia capaci, da parte di chi ne ha responsabilità, di garantire le condizioni perché un Club che tanto ha dato al proprio territorio possa proseguire in Italia e in Europa la sua straordinaria esperienza sportiva.
In Italia è già difficile avere Club di vertice, competitivi anche in Europa, considerata la carenza di impianti sportivi adeguati alle normative nazionali e internazionali.
Se poi, come nel caso di Piacenza – e per quanto riguarda il passato basterà ricordare il caso Conegliano – le Amministrazioni Locali non riescono nemmeno a garantire l’uso delle strutture esistenti, è naturale che tutto diventi più complicato, anzi impossibile, per chi di tasca propria sostiene i Club.
Parlamento e Governo, Coni e Fipav devono intervenire per affrontare una buona volta la questione degli impianti, definendo leggi e regole che non solo consentano la costruzione di nuovi palasport, ma anche che assicurino che quelli esistenti, tanto più se costruiti anche con risorse pubbliche, possano essere sottratti all’uso totalmente privatistico dei gestori.
Noi continuiamo a sperare che a Piacenza si trovi una soluzione. La Lega ed io personalmente continueremo a lavorare augurandoci che si possa evitare, in via definitiva, il ritiro dalla Serie A di una Società modello come la Rebecchi Nordmeccanica”.
Intanto sui social network cresce l'indignazione dei tifosi piacentini:
"siamo l'unica città che ha buttato nella spazzatura due squadre del volley di prim'ordine nel giro di 10 giorni: un bel applauso agli amministratori comunali che si son mossi celermente. Questo RECORD sarà difficile da battere, complimenti!" (in riferimento anche alla vendita della Copra Elior Piacenza di serie A1 maschile, ndr)
"Organizziamo subito qualcosa per protestare o lasciamo che le cose vadano così e ci distruggano la squadra?" le parole di un'altro tifoso
"perché giovedì queste stesse persone si sono presentate alla festa per poi costringere la famiglia Cerciello a prendere questa decisione????" si chiedono in molti.
Fatto sta che la frittata ormai è fatta, la voce di un ridimensionamento della squadra erano arrivate forti e chiare nell'ambiente pallavolistico, con il cambio di allenatore, Caprara e il club avevano dichiarato la separazione da tempo, e la cessione dei pezzi pregiati del roaster biancoblù, con Robin De Kruijf ufficiale all' VakifBank di Instambul e Lucia Bosetti data per certa partente, ma nessuno si aspettava una notizia così.
Perdiamo una delle società più serie e vincenti degli ultimi anni in Italia, tutto a causa di una politica opportunista e sorda, che non capisce che la grande festa del volley ha bisogno di tanti SACRIFICI. Sacrifici che però devono essere fatti da tutte le parti in causa, per gettare il cuore oltre l'ostacolo. Si sa che il volley è uno sport di provincia e che le società fanno degli sforzi enormi per trovare degli sponsor locali per continuare un'attività senza nessun ritorno economico. Anzi, il più delle volte, sono gli stessi presidenti che pagano di tasca propria grosse somme di denaro (un esempio su tutti Carnaghi a Villa Cortese) per poter portare avanti il sogno di dodici atlete, un migliaio di tifosi e una città intera. Un sogno che però, questa volta, si è infranto davanti al cancello del PalaBanca.