In uno dei periodi più emozionanti del campionato NFL, quello in cui le squadre danno il 200% in campo pur di aggiudicarsi un posto nei play off, è sempre bello vedere due squadre in lizza per le wild-card darsi battaglia sul grid iron. Nonostante il finale di partita sia stato davvero tiratissimo, non si può dire quanto scritto sopra per la partita di cui stiamo parlando. Dovendo attribuire un aggettivo all'incontro disputato a Detroit tra i Lions e i Ravens diremo “singolare”. Vediamo il perchè. Anche se la prima porzione di gioco registra un solo TD per i Lions ad opera dell'ormai ritrovato Reggie Bush, tutti gli occhi nello stadio sono puntati su Calvin Johnson e sulla sua insolitamente Pessima (notare la P maiuscola) prestazione. Dei suoi molti drop della serata almeno 3 di questi si sono verificati in situazioni cruciali del match. Protagonista assoluto della partita è stato però Justin Tucker. Come può un Kicker essere così fondamentale? Semplice: segnando tutti e 18 i punti della propria squadra con 6 field goal (di cui l'ultimo da 61 yard) e vincendo di fatto l'incontro.
Tre dei calci piazzati di Tucker arrivano già nel secondo quarto, momento in cui i Lions, sempre più confusi, non riescono a trovare le soluzioni per controllare una partita in apparenza tutt'altro che complicata. Bisognerà aspettare il terzo quarto per vedere i Lions segnare 3 punti con un field goal e il quarto quarto per vedere il loro secondo TD dell'incontro, avvenuto grazie ad una combinazione aerea tra Stafford e il suo TE, Fauria. Il finale del quarto quarto è la giusta sintesi della partita: i Lions, sopra di 1 solo punto sono costretti a giocare alla mano la trasformazione del TD appena segnato. Stafford si affida a Johnson sulla sinistra ma il ricevitore fa cadere ancora una volta il pallone. I Ravens fortunati e bravi trovano con Jacoby Jones il modo di avanzare sul terreno e danno a Tucker un'occasione dalle 61 yard. Il Kicker, ispiratissimo, lascia partire un calcio millimetrico mettendo a segno un field goal epico ma i Lions, nuovamente in svantaggio e con soli 48 secondi da giocare, hanno l'occasione di rispondere a tono. Due azioni più tardi Stafford condanna i suoi: il passaggio (ancora una volta indirizzato a Johnson) è troppo fuori misura. Elam intercetta, ringrazia e si lascia cadere a terra sancendo senza appello la fine della partita.
Ci sentiamo tuttavia di aprire una parentesi in appendice alla descrizione di questo incontro. In partite come questa, partite in cui c'è molto da perdere, ogni giocata tende al limite. Quello è il momento in cui gli episodi nascono come muschio in una foresta dimenticata dal sole. In queste condizioni preservare il vero risultato dell'incontro e salvaguardare la salute dei giocatori in campo diventa per gli arbitri una responsabilità più grande di quanto non lo sia solitamente; la loro preparazione dovrebbe essere, proprio per queste ragioni, eccellente. Molti per non dire troppi sono stati però gli errori arbitrali che hanno segnato questo Monday night. Dal momento che un'analisi troppo dettagliata di quest'aspetto meriterebbe un'approfondimento che ci svierebbe dal nostro obiettivo, ci limitiamo, per dovere di cronaca, a riportare qui due soli episodi. A 2 minuti dalla fine del terzo quarto Stafford lancia in End Zone per Durham. Wess trattiene palesemente il ricevitore per un braccio impedendogli la presa e quindi un TD che avrebbe decisamente cambiato l'inerzia dell'incontro.
Episodio diverso e decisamente più pericoloso quello capitato a Joe Flacco. A 8:48 dalla fine della partita il QB scarica il pallone in direzione di un suo ricevitore. Appena dopo il lancio, Levy si tuffa a proiettile sul capitano dei Ravens. Il colpo portato al passatore è dei più pericolosi: di casco direttamente sul ginocchio di appoggio del QB che seppur a fatica e aiutato dai compagni di squadra, riesce a rimettersi in piedi e a concludere l'incontro. Assieme a questi errori molti altri hanno sporcato questo interessante incontro. Con una riflessione machiavellica non rimane da pensare che il vero nemico del football non siano i regolamenti, ma chi non li fa applicare.