Che questo evento fosse in una situazione difficile lo si sapeva ormai da anni. Ignorare le sue richieste d'aiuto, come qualcuno ha fatto, ha posto le basi per parlare della sua cancellazione. Stiamo parlando della possibilità che il Pro Bowl venga eliminato una volta e per sempre dal calendario della NFL.
La storia del Pro Bowl
Nato con la stagione del 1938, il primo “Pro All-Star Game” fu giocato a Los Angeles il 15 gennaio del 1939. Progettato come un incontro annuale da giocare la settimana successiva al Super Bowl, il raduno dei Pro fu discontinuo dopo il 1942 a causa delle restrizioni sui viaggi imposte dal governo americano durante la seconda guerra mondiale. Ricomparso definitivamente nel 1950 con il nuovo nome di “Pro Bowl”, la partita dei Pro cambiò anche il suo format divenendo l'incontro per come noi lo conosciamo: i migliori giocatori della AFC contro i migliori della NFC. Le prime 21 edizioni di questo nuovo ciclo si giocarono a Los Angeles, California. Divenuto una “manifestazione itinerante” nei 7 anni successivi, il Pro Bowl trovò finalmente casa in quel delle Hawaii per ben 30 stagioni (1980/2009). Arrivati al 2010 gli organizzatori ritennero opportuno muovere l'evento verso Miami, città già ospitante il Super Bowl XLIV. Il cambiamento sposava un'altra novità: il Pro Bowl si sarebbe giocato nella settimana tra le finali di Conference e il Super Bowl, escludendo di fatto tutti i giocatori approdati alla finale NFL. Riportato alle Hawaii per le edizioni del 2011 e del 2012, arriviamo finalmente alla storia di oggi e alle polemiche che la riguardano.
Le polemiche
A dare fuoco alle polveri ha pensato l'Associated Press di New York con la seguente dichiarazione: “i giocatori nel Pro Bowl 2012 si sono colpiti come se pensassero di partecipare ad una lotta di cuscini”. Pronta la risposta del Commissioner NFL, Goodell che in un'intervista radiofonica alla Sirius XM Radio ha dichiarato: “se i giocatori non cominceranno ad essere più competitivi non sarò più incline a far disputare la manifestazione”. Siamo entrati così nel primo problema della partita Pro più criticata d'America: gli infortuni. L'evidente rischio e la comprensibile paura di infortunio da parte dei giocatori coinvolti nell'incontro è di fatto una delle principali cause del “lack of quality” dell'All Star Game NFL.
Altro problema principale, in realtà strettamente connesso al problema infortuni, è quello della retribuzione per questo match: il salario che spetta ai giocatori è di circa l'1% del loro salario presso la propria franchigia. E' da qui che deriva l'assenza perpetrata nel corso degli anni da molti giocatori ed in particolare dai giocatori di difesa (la cui pesante assenza ci ha messo di fronte a punteggi assurdi). Si può dar torto a chi rischia un infortunio che potrebbe compromettere un'intera carriera, per giocare una partita amichevole ed in più mal retribuita? E' per questo che nella partita dei migliori, i migliori in realtà non ci sono stati quasi mai.
Questo problema, di cui i fans hanno cominciato a lamentarsi solo in un passato non troppo remoto, è stato seriamente preso in considerazione dalla NFL la quale ha ritenuto opportuno correre ai ripari introducendo il sistema di votazione dei fans.
Se questo ha contribuito ad avere dei sostituti per i giocatori assenti, scelti direttamente dal pubblico, certamente il nuovo sistema non poteva essere esente da falle. Quali? E' presto detto: i tifosi peccano di poca obiettività e votano per i giocatori della propria squadra finendo per creare situazioni come quella del 2008, anno in cui i Dallas Cowboys, una delle squadre più seguite al mondo, vide a roster ben 13 giocatori della propria franchigia (record per un Pro Bowl).
Le soluzioni
Ammesso che funzionino davvero, non si può certo dire che la NFL non si sia impegnata a cercare delle soluzioni ai problemi del Pro Bowl. Dopo un'attenta scelta estetica delle divise da gioco, la lega si è confrontata con alcuni giocatori tra i migliori al mondo (Jerry Rice e Deion Sanders tra questi) arrivando a stabilire un nuovo modello di gioco davvero rivoluzionario. Il primo cambiamento riguarda proprio le squadre: nell'edizione 2013 dell'All Star Game diremo addio alle Conference e accoglieremo un rivoluzionario “Pro Bowl Draft” (che verrà tenuto in diretta il 22 Gennaio su www.nfl.com) il quale assegnerà ad ogni squadra i suoi giocatori.
Vediamo ora nel dettaglio tutti i cambiamenti:
- Ogni quarto avrà il “two-minute warning” e al termine di ogni quarto la palla passerà all'avversario. Questo cambiamento creerà più situazioni da “two-minute drill”, situazione estremamente eccitante per il pubblico. Dopo la chiamata dei due minuti, se la squadra in possesso del pallone non guadagnerà almeno una yard, il tempo si fermerà come si fermerebbe su un passaggio incompleto
- Addio ai Kick Off! Si, avete capito bene. Il testa o croce metterà direttamente in campo la squadra vincente sulle 25 yards e così sarà anche dopo ogni segnatura
- 43 giocatori completeranno il roster di ogni squadra. Gli specialisti nei “kick off return” saranno rimpiazzati da un Corner Back di ruolo
- Ai difensori sarà permesso di giocare “Cover 2” e “Press Coverage”. Questa è una rivoluzione sostanziale se si considera che nelle precedenti edizioni era concesso ai difensori di giocare solo la copertura a uomo
- Il tempo dopo un incompleto ripartirà solo dopo il fischio dell'arbitro eccetto nei “two-minute warning” del primo tempo e durante gli ultimi 5 minuti del secondo tempo
- Gli huddle avranno a disposizione 5 secondi in meno per sciogliersi rispetto alle normali partite NFL (35/25 invece del modello 40/25 applicato solitamente)
- L'orologio non si fermerà sul “sack” dei QB se non nei 2 minuti finali dell'inconto.
- Lo spettacolo è insomma molto atteso e le ragioni, come avete visto, sono davvero tante.
Se l'aria di aspettativa è l'ultima speranza della NFL per non dover dire addio al suo All star game, allora sarà meglio che questa aspettativa non resti delusa, anche perché l'unica altra ragione che rimane per voler vedere questo Pro Bowl è che potrebbe essere l'ultimo.