Fatti largo Eracle, arriva Karolina. Dall'Ellade alla Boemia, il nuovo volto del dodecathlon (nell'accezione di dodici fatiche) è quello della guerriera di Louny, venticinquenne maratoneta del court e numero uno delle classifiche internazionali. Nella fornace di Cincinnati, la ceca lotta, sbuffa e insegue un'indemoniata Garbiñe Muguruza. Ma alla fine deve alzare bandiera bianca e lasciare alla regina di Wimbledon il pass per la finalissima del WTA Premier d'Ohio: 6-3, 6-2 il punteggio finale, che premia il miglior stato di forma della ragazzona venuta dalla Spagna.
La combo Giorgi - Wozniacki, affrontate nel giro di poche ore giusto ieri, si fa sentire sul fisico e sulla mente della Pliskova, che pronti via si trova già ad annaspare sotto di un break. Al resto, ha provveduto la straripante iberica, che approfitta al meglio della strada messasi dolcemente in discesa per prendersi finalmente la sua rivincita su un'avversaria che negli ultimi sei incroci di racchetta e palline le aveva riservato altrettante delusioni. Storia del tutto diversa oggi, troppa la differenza in campo, con Muguruza che si dimostra giocatrice difficilmente contenibile se la corrente che la alimenta è quella continua e non quella alternata, che ogni tanto la rende suo malgrado protagonista di brutti black-out.
Dal canto suo, Pliskova ci prova, soprattutto nel secondo set, a rimanere aggrappata al match: il primo game è una maratona di quasi otto minuti, risolto brillantemente dalla spagnola; l'ottavo, quello decisivo, gli ultimi disperati sussulti di vita - tennistica, ça va sans dire - di una numero uno ormai arrivata al lumicino delle proprie energie. In mezzo, un vero e proprio monologo firmato Muguruza, che ora si può mettere comoda in poltrona ad attendere chi, fra Simona Halep e Sloane Stephens, la sfiderà domani nella sera italiana per la posta grossa.