Quello di Michele Bravi è un esordio al Festival che ha destato qualche perplessità ai più, dovuta al fatto che quando si vince un talent spesso dopo un po' si viene dimenticati. E' successo esattamente questo al trionfatore dell'edizione di X-Factor 2013, acclamato dalle ragazzine e dai telespettatori e poi sparito nell'oblio dopo pochissimo tempo.
Sembrava andare tutto a gonfie vele per il ragazzo di Città di Castello, che aveva sbancato il mercato con La vita è la felicità, singolo scritto da Zibba e Tiziano Ferro, e con il successivo EP dallo stesso nome, che ottiene un buon successo. Il 2014 si chiuderà con il disco d'oro per il singolo, che resterà l'unica certificazione della sua carriera. Il suo primo vero e proprio disco di inediti, A passi piccoli, non ottiene il successo sperato nonostante la presenza di autori di grande spessore come Federico Zampaglione, Giorgia e Luca Carboni, che si sono offerti di scrivere per lui. Alla non esaltante avventura dell'album si aggiunge il cambio di casa discografica, la Universal, convincendo Bravi ad intraprendere una nuova strada: si dedica infatti soprattutto al proprio canale youtube e ad un nuovo progetto in inglese. Nel 2015 esce infatti I Hate Music, scritto interamente in inglese dallo stesso Michele, da cui vengono estratti i singoli The Days e Sweet Suicide. Nonostante i buoni propositi però il progetto non ottiene il successo sperato, e spedisce il cantante nella lista dei tanti ragazzi spariti dopo un talent show.
Il Festival di Sanremo potrebbe essere l'ultima occasione di sfondare per il 21enne, che non può permettersi di sbagliare e che tenta la carta Il diario degli errori, che pare aver suscitato abbastanza interesse tra gli addetti ai lavori. Il parco autori è sicuramente interessante: c'è Federica Abbate, autrice tra le più in voga nel panorama commerciale italiano; c'è Cheope, figlio di Mogol e storico paroliere della Pausini (ha firmato successi come Strani amori e Resta in ascolto); e c'è anche Giuseppe Anastasi, che viene proprio dalla scuola di Mogol padre ed è stato autore praticamente di tutto il repertorio di Arisa fin dai tempi di Sincerità, e un Sanremo l'ha vinto proprio come autore per la cantante lucana. Brano da tenere d'occhio.