Si è chiuso dopo 9 mesi di tour il "Viaggio incredibile" di Enrico Ruggeri, che ha portato in giro per l'Italia l'omonimo disco, riempiendo teatri e bissando addirittura alcune date, come quella che per la seconda volta in un anno ha portato il cantautore nella sua città natale: Milano.
Nonostante fosse un bis, la gente è accorsa in massa al Teatro Nazionale, dove poco dopo le 21 Ruggeri ha dato il via all'ultima recita dell'anno. Bastano tre canzoni (Notte di stelle, Tre signori e Marta che parla con Dio) per arrivare ala prima standing ovation della serata, con il cantautore emozionatissimo a ringraziare il pubblico per l'affetto. Enrico percorre - come da tema di album e tour - un viaggio tra i più grandi successi della sua carriera e le canzoni più significative della sua discografia: dalla struggente Lettera dal fronte alla classica Il portiere di notte, fino ad arrivare al rock di Il futuro è un ipotesi, dove il pubblico lascia le poltrone per accalcarsi sotto il palco prima dell'intervallo, anticipato dalla title-track dell'ultimo disco, Un viaggio incredibile.
Dieci minuti di pausa e si riparte con l'assolo di chitarra di Luigi Schiavone, che introduce - accompagnato dal boato del pubblico - I dubbi dell'amore, scritta da per Fiorella Mannoia, preludio ad un altro brano sempre portato al successo dall'interprete romana: Quello che le donne non dicono, che manda in visibilio gli spettatori, verso cui Ruggeri rivolge il microfono e che cantano a squarciagola dalla prima all'ultima nota. Quello dell'artista milanese è un crescendo che nel finale lo porterà ad eseguire il meglio del suo repertorio rock, introdotto dalla cover di David Bowie, Life on Mars?, eseguita perfettamente. Ruggeri poi torna ai suoi successi: Ti avrò è come sempre romantica e rock allo stesso tempo: poi arriva Polvere, in una particolare versione soft-rock che lascia ancora più spazio all'intimità di un testo che racconta di un complicato rapporto tra padri e figli. E' arrivato però il tempo di alzarsi, e il pubblico non ci pensa due volte a riversarsi nuovamente sotto il palco alle prime note di Poco più di niente, dove Enrico esprime tutta la sua anima rock e cantautorale allo stesso tempo, lasciando spazio anche ai cori del pubblico che cantano e accompagnano con lui il brano che chiude la seconda parte del concerto.
A questo punto il cantautore milanese lascia nuovamente il palco, si cambia e ritorna ancora più combattivo per cantare gli ultimi successi: Peter Pan è come sempre energica e trascinante, portando tutti nel mondo dei sogni. Poi è il momento del brano portato al Festival di Sanremo di quest'anno, Il primo amore non si scorda mai, preludio al finale che tutti stavano aspettando: Contessa trasforma il teatro in uno stadio - con Ruggeri che si muove da consumato animale da palcoscenico - Mistero è il degno finale di un concerto emozionante di un artista incredibilmente "vero" sul palco e fuori.
Dopo il concerto abbiamo potuto raggiungere Luigi Schiavone, chitarrista, collaboratore storico da oltre 30 anni e co-autore insieme a Ruggeri di grandi successi come Quello che le donne non dicono, Polvere, I dubbi dell'amore: "E' stato un bellissimo tour, abbiamo fatto tanti concerti, più di 60 date tra estate ed inverno" dice ai nostri microfoni "Per il futuro sono orientato verso il mio secondo album strumentale, che è nel cassetto da tempo, mentre con Enrico vedremo cosa deciderà di fare, lui non fa mai la stessa cosa più volte. L'anno prossimo compirà 60 anni, quindi sicuramente faremo qualcosa, ci sono dei progetti in ballo e ora ci metteremo a tavolino per decidere."