Nek lancia "Unici": la recensione di Vavel Italia
La copertina del'album "Unici"

A un anno e mezzo di distanza dal successo di Fatti avanti amore e dell'album Prima di parlare, Filippo Neviani - in arte Nek - torna nel mercato discografico con il suo nuovo disco Unici, che continua l'evoluzione elettropop già iniziata con il precedente disco. La nuova matrice musicale è evidente fin dalla prima canzone: la title-track Unici unisce le tipiche melodie nekkiane al classico sound che gira ormai in radio da un paio d'anni, unito ai classici testi che da sempre caratterizzano l'artista sassuolese, quel viaggiare sul filo del cuore-amore per poi schivarlo all'ultimo, con qualche picco niente male come in Questo so di me (ispirata alla poesia Valore di Erri de Luca) forse la migliore del disco sul piano del testo, insieme a La mia terra dedicata dal cantautore alla città di Sassuolo.

Appare normale pensare che questa svolta sonora abbia tra le cause la partecipazione del cantautore ad Amici di Maria de Filippi. Negli arrangiamenti si vede la volontà di avvicinarsi al pubblico dei Lorenzo Fragola, Alessio Bernabei, Kolors e compagnia e il risultato in questi casi risulta abbastanza soggettivo: chi segue Nek da tempo potrebbe storcere il naso di fronte a queste sonorità "acchiapparagazzine" (non che Nek ai tempi di Laura non c'è non lo facesse, ma era altra musica e altra epoca, purtroppo) mentre gli ammiratori dei personaggi prima citati potrebbero anche apprezzare quella che rappresenta (ed è tutto dire) un'elevazione rispetto alla propria cultura musicale. Segno evidente di questa scelta è il duetto con il co-coach nel programam televisivo di Canale 5, J-Ax che partecipa e duetta in Freud, testo anche simpatico, musica a tratti passabile, potrebbe essere un futuro singolo.

Non è un caso che i brani qualitativamente migliori siamo quelli che più si allontanano dall'elettropop italiano: la "road song" (così definita da Nek stesso) Uno di questi giorni è tra quelle che meno si discosta dalla classica canzone "alla Nek", Differente è una bella ballad che nel ritornello ricorda molto il Filippo dei vecchi tempi (testo a tratti rivedibile della pur brava Giulia Anania, ma in fondo è Nek, glielo concediamo), Quando era ora con un arrangiamento meno elettronico avrebbe potuto far parte di un qualsiasi disco del Nek pre-2013. In braccio è un'altra bella ballad, musicalmente forse la più bella del disco, poi la voce - sempre molto "stinghiana" - del sassuolese fa il resto, e stavolta anche il testo non è niente male. 

Resta il fatto che il buon Filippo su queste canzoni simil-dance perde un po' di credibilità, soprattutto agli occhi (e alle orecchie) di chi per anni l'ha visto e sentito circondato da una band con gli attributi e con il fedele basso tra le mani. Ma non si può negare che nelle musiche (e a volte anche nei testi) la sua impronta rimane, seppur con qualche picco al ribasso (Il giardino nell'Eden è ontestamente bruttina) e un'identità che esce da questo disco un pochino alterata.

VOTO: 6.5 (di stima)

Tracklist:

1. Unici 
2. Differente 
3. Questo so di me 
4. Freud (feat. J-Ax) 
5. Uno di questi giorni 
6. Mia 
7. Il giardino dell'Eden 
8. La mia terra 
9. Quando era ora 
10. In braccio 
11. Futuro 2.0 

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