Farrokh Bulsara, meglio conosciuto come Freddie Mercury, nasce a Zanzibar il 5 Settembre del 1946. Mentre la guerra si apprestava a finire e lasciava le sue macerie e le sue orde di morti, Freddie cresceva in una piccola isola africana di colonizzazione britannica, facente parte della Tanzania. Nessuno, in quella piccola isola, avrebbe mai potuto immaginare che quel ragazzino che aveva come idolo Jimi Hendrix sarebbe diventato un giorno il dio del rock mondiale.
L'incontro decisivo avvenne a Londra, dove i suoi genitori si erano trasferiti: quel ragazzo incontra altri due fissati per la musica, Brian May e Roger Taylor, e basta solo citarli per far capire cosa quell'incontro avrebbe provocato. I primi due album: Queen e il concept Queen II, furono l'antipasto di quello che un anno dopo il mondo avrebbe ascoltato e ammirato ancora oggi. Il disco A Night at The Opera divenne uno degli album più costosi mai realizzato all'epoca, e contenteva un brano che, ancora oggi, è il manifesto dei Queen e della musica rock (e non solo) nel mondo: Bohemian Rapsody, scritto interamente da Mercury. La genialità di quel brano, con quel suo misto di qualunque genere musicale esistente, dall'hard rock alla lirica, e di quel disco, portarono i Queen nell'olimpo della musica mondiale, dove rimasero per 15 anni, confermandosi anno dopo anno, disco dopo disco: 12 mesi dopo arrivò infatti A Day at The Races, con all'interno Somebody to Love; un anno dopo ancora Brian May scrisse Will We Rock You, canzone simbolo del gruppo, a cui Mercury fece seguire We Are The Champions (scritta già due anno prima, ma tenuta nel cassetto dal gruppo in attesa del momento giusto). Il singolo contenente questi due brani divenne uno dei più clamorosi successi discografici della storia, consacrando definitivamente il gruppo.
Freddie Mercury non è stato soltanto una rock star, un cantante, un semplice frontman e autore di una grande band inglese: è stato un rivoluzionario musicale, un uomo di un'intelligenza (e talento, ma questo era scontato) incredibile, capace di trasformare un semplice concerto in uno spettacolo, in qualcosa capace di andare oltre la semplice esecuzione di una scaletta. Lo testimoniano i pazzeschi tour dei suoi Queen in giro per il mondo, concerti dove Freddie dimostrava di tenere il palco in maniera straordinaria, quasi innaturale, come un pesce nell'acqua, riuscendo a far sentire all'immenso pubblico di ogni concerto la sensazione di trovarsi con lui lì, sopra tutto e tutti. Concerti che rimasero nella memoria di ogni spettatore e appassionato, come gli immensi pienoni di Wembley, tempio del calcio mondiale che per una sera permetteva l'ingresso al dio della musica rock e ai suoi angeli: Brian May, autore e chitarrista eccelso, considerato ancora oggi da tutte le classifiche tra i primi 10 della storia; Roger Taylor, capace di suonare qualsiasi cosa avesse le minime sembianze di una percussione; e John Deacon, bassista, tesoriere, autore e persino costruttore di strumenti, come il celeberrimo Deacy Amp, amplificatore costruito per Brian May.
Di lui oggi rimangono le canzoni, i concerti, le immagini, la voce di un uomo capace di emozionare soltanto chiudendo gli occhi, lasciando uscir fuori da sole le parole. Rimane quell'asteroide, FM3, scoperto nel 1991, anno della sua morte, e dedicato a lui. E rimane anche qualche perla inedita mai ascoltata prima, come l'incisione di una versione "a cappella" di Under Pressure insieme a David Bowie, realizzata nel 1981 e mai pubblicata se non postuma nel 2013. Di lui rimarrà soprattutto il suo modo di muoversi sul palco, di tenere i concerti: ancora oggi, se vedete qualsiasi movimento, scena, idea organizzata da chiunque durante un concerto, ecco, Freddie l'aveva già fatta o pensata 30 anni fa.