Another brick in the wall. Questa strofa di una famosa canzone dei Pink Floyd riassume perfettamente ciò che è stata la partita tra Belgio e Italia, valida per i quarti di finale degli Europei di pallavolo maschile. La formazione di Vital Heynen ha spadroneggiato nel fondamentale del muro e non solo, dando una vera e propria lezione di volley a quella di Gianlorenzo Blengini, che purtroppo è stata meritatamente costretta a salutare la rassegna continentale.
Nel 6+1 iniziale il tecnico piemontese ha confermato gli stessi giocatori visti in campo nelle partite precedenti. Sull'altro fronte abbiamo visto schierati molti elementi noti per la militanza nella nostra Superlega: Deroo, Verhees, Van De Voorde, Rousseaux e a partita in corso pure Lecat.
Il primo set ha visto entrambe le formazioni lottare a lungo per piazzare la fuga decisiva. Ci è riuscito il Belgio nel finale del parziale perché ha saputo: ricevere bene, difendere altrettanto, essere aggressivo al servizio e serrare i ranghi a muro. Contro quest'ultimo fondamentale sono andati troppo spesso a sbattere gli attacchi italiani. Gli azzurri nel secondo set hanno fornito una prestazione ancora più penosa di quella relativa al tie-break contro la Germania. Sul 6-5 infatti il Belgio ha trovato un parziale di 6-0, che gli ha permesso di scappare via definitivamente. La formazione di Vital Heynen ha saputo ricevere meglio, mettendo i palloni precisi sulla testa del proprio palleggiatore, che ha potuto così attuare un gioco offensivo talmente veloce da risultare illeggibile per il nostro muro. Al contrario quello belga si è rivelato un baluardo insuperabile per le bocche da fuoco azzurre, quando queste non hanno attaccato out. A nulla sono serviti i cambi di Blengini: Botto per Lanza maltrattato dal servizio avversario, Randazzo per Antonov, in palleggio Spirito per Giannelli, Sabbi per Vettori. Il terzo set ha visto sempre il Belgio condurre le operazioni, sia pur non in maniera così netta come nel parziale precedente. L'Italia è mancata nella correlazione muro-difesa. Le nostre speranze di provare a riaprire la partita si sono definitivamente infrante con il servizio out di Luca Vettori.
In molti magari diranno che senza Ivan Zaytsev, Osmany Juantorena, Emanuele Birarelli questa diventa una squadra normale. Non abbiamo la controprova di come sarebbe finita se ci fossero stati. In ogni caso dobbiamo chiederci dove è finita quella squadra che lo scorso anno ha sfiorato l'oro olimpico. Perché non è stato convocato un centrale come Davide Candellaro che ha vinto lo scudetto con la Lube? Perché nel 6+ 1 iniziale è sempre stato fatto giocare titolare Oleg Antonov che nella scorsa Superlega nella Diatec Trentino partiva come riserva?
Questa disfatta in terra polacca è giunta dopo una World League disastrosa. Si è toccato ancora una volta il fondo dopo il dodicesimo posto ai Mondiali di 3 anni fa. In quali condizioni fisiche e mentali questa squadra si presenterà alla Grand Champions Cup, in programma dal 12 al 17 settembre prossimi?