Non solo Italia. Come annunciato ieri da Cesare Butini, partecipazione di primo piano alla 54° edizione del Settecolli. Alcuni dei migliori nuotatori a livello mondiale scelgono Roma per entrare nel rettilineo iridato. Una perfetta fusione con i talenti azzurri, un mix potenzialmente esplosivo. Adam Peaty è, da alcune stagioni, il padrone della rana. 57"79 nel 2017 sui 100, nei 50 l'unico a staccare sensibilmente il giovane Martinenghi. Peaty guida una colonia britannica forte anche di Guy e Scott. Il primo oscilla tra stile e farfalla. Secondo tempo al mondo nei 200 - 1'45"55 - lui che è campione in carica della distanza, 51"50, poi, sorprendente nei 100 farfalla. Scott è invece stile liberista di straordinario livello. Veloce sui 200, riferimento di stagione sui 100. 47"90, precede di un centesimo McEvoy nella graduatoria attuale.
McEvoy è un altro dei presenti alla competizione. A Monaco, nel recente week-end, una puntata sulle quattro vasche, ma è sui 100 che riesce ad esprimere il suo massimo potenziale. Al suo fianco, Magnussen, primo nella recente tappa del Mare Nostrum, ma su livelli modesti. L'obiettivo, per lui, è già rivolto al 2018. Infine, Horton, uno dei principali rivali di Detti e Paltrinieri nel mezzofondo. 3'44"18 nei 400 in apertura di stagione, qualche gara, in seguito, in tono minore. Deve crescere.
Il nipponico Seto - meraviglioso mistista, pericoloso anche a farfalla - è il fiore all'occhiello asiatico, ma l'attenzione è rivolta anche a Park, campione chiacchierato e pericoloso sulla lunga gittata. L'eterno Cseh colora la capitale, al femminile, fari su Heemskerk - da sempre rivale della Pellegrini - e Kromowidjojo, chiamata alla difficile impresa di avvicinare un'irrefrenabile Sjoestroem. A proposito di Svezia, c'è la Coleman, 1'55"64 nei 200 di Federica, 53"38 sulle due vasche, interrogativo da considerare.