A Santa Clara, cresce l'attesa per una nuova tappa dell'Arena Pro Series, in Italia, invece, nel week-end tocca a diversi nuotatori di primo piano valutare i progressi di forma e l'avvicinamento mondiale. Nel frattempo, giunge dalla Nuova Zelanda una notizia importante in ottica iridata. Lauren Boyle annuncia il forfait per la spedizione magiara, ringrazia la chiamata del suo paese, ma declina l'invito per problemi di natura fisica. La campionessa convive da tempo con problemi all'anca, da qui la scelta di operarsi per superare in via definitiva il fastidio e ripresentarsi tirata a lucido nella prossima stagione, quando sono in programma i Giochi del Commonwealth, con la Boyle chiamata a difendere il successo nei 400 e la seconda piazza negli 800 (si tratta della seconda eccellente defezione dopo quella, per problemi cardiaci, dell'australiano Chalmers). 

La Boyle ha una storia mondiale particolarmente interessante. Mezzofondista di straordinario livello, riesce ad esprimersi con costrutto dai 200 ai 1500. Basti pensare che sulle quattro vasche ha un crono da 1'56, d'eccellenza quindi, mentre sui 1500, ai recenti campionati di Kazan - 2015 - 15'40"14, seconda solo alla fenomenale Katie Ledecky. Proprio l'ascesa irresistibile dell'americana oscura in parte una Boyle comunque protagonista, argento anche sugli 800 in 8'17"65. Due sigilli che completano una rassegna di medaglie avviata a Barcellona due anni prima. Più impervia, invece, la strada olimpica. Dopo il debutto con il quarto posto negli 800 nel 2008, a Londra medaglia di legno sui 400, a Rio lotta selvaggia con una condizione non ottimale e porta chiusa per la finale. Ora un altro scherzo del destino, ma la Boyle non si abbatte e rilancia. 

Ho avuto un grande supporto da parte di tutto lo staff medico. L'intervento era l'unica opzione. Ringrazio i selezionatori, ma negli ultimi mesi ho avuto momenti di grande difficoltà, periodi oscuri che sono felice, ora, di aver superato

Fonte Swimming World