Il pubblico di Bergamo entra in partita da subito, perché la World League presenta, in questa fase finale, un classico della pallanuoto. La circolazione azzurra scorre rapida e Giorgetti punisce l'inferiorità serba, è un'altra Italia rispetto a quella zoppicante ammirata con l'Australia. Il palcoscenico richiede attenzione maggiore, la Serbia non è squadra che fa sconti. L'illusione dura però qualche minuto, perché la squadra di Savic mette sul piatto una prepotenza fisica evidente e punisce con Cuk e Filipovic le difficoltà in fase d'attacco dell'Italia.
Inizia per gli azzurri una gara di rincorsa, la Serbia sfrutta ogni varco per scatenare la forza dei suoi mancini, Mandic gela il Settebello e cancella l'orgogliosa segnatura di Presciutti, l'Italia è tre reti in ritardo al primo intervallo (5-2). Campagna chiede calma, ma la difesa serba ostruisce la manovra azzurra, intuendo con anticipo le mosse dell'Italia. Prlainovic risponde ad Aicardi, Jaksic restituisce il più 3 dopo il sussulto di Gallo.
Il Settebello è in partita, di testa, ma la Serbia resta sempre avanti, è un puntino che rischia di scomparire all'orizzonte. La fucilata di Filipovic ci ricaccia indietro all'intervallo lungo (8-5).
La scheggia che accende l'incontro nel terzo tempo. Campagna si infuria per una chiamata da cui nasce il 9-6 di Mitrovic e l'Italia trova linfa vitale. Figlioli da il via alla rimonta e ad inizio quarto periodo una magia di Aicardi, a beffare l'intera difesa, regala il pari. Bergamo è una bolgia, c'è la sensazione dell'impresa. Tempesti è un gigante, ma Cuk e Mandic, in 40 secondi, danno il +2 alla Serbia. Figlioli trova l'angolo basso, è l'ultimo colpo di coda azzurro. Il finale premia la Serbia, si arriva addirittura al 15-11, troppo per quanto visto in acqua.
Questa sera ultima partita del raggruppamento per il Settebello, impegnato con gli Stati Uniti, ancora a quota 0.