Attraverso una lettera aperta pubblicata sul sito ufficiale della società, il presidente Diego Mosna sfoga tutta la sua amarezza poichè, a causa della frenesia del calendario di volley maschile, nessuna vittoria di club o nazionale può essere adeguatamente festeggiata. I troppi impegni inoltre non consentono ai giocatori di ricaricarsi dalle fatiche e staccare un po' la spina, costringendoli ad avere sempre la valigia pronta e a viaggiare da una località all'altra.
Va detto che nel divenire ciclico delle stagioni sportive ad una competizione ne fa subito seguito un'altra, però il problema dei calendari non è mai stato affrontato adeguatamente. Dovrebbero per primi i giocatori farsi sentire in Lega e in seno alla Fipav affinchè entrambe ne tutelino l'impegno e la professionalità. Pure i presidenti delle varie società hanno il dovere di muoversi, in fondo si tratta pur sempre dei propri tesserati. Poi la Fipav stessa sarebbe ora si facesse sentire, puntando i piedi a livello di FIVB allo scopo di trovare una soluzione al problema dei calendari che ogni anno si ripresenta, ma nessuno pare interessato a risolvere. Organizzare ogni anno la stagione dei club pare un'impresa titanica, manco ci si dovesse muoversi attraverso le sabbie mobili. Può sempre presentarsi un ostacolo rappresentato dall'attività delle nazionali o dalle coppe europee, che costringe a modificare in corsa alcune date.
Il problema è solo italiano oppure è presente pure in altri paesi? Qual è il peso politico della Fipav in seno alla FIVB? Si spera che il presidente federale Carlo Magri abbia a cuore un movimento come quello pallavolistico in grande crescita, nel numero di praticanti e a livello mediatico di presenze del pubblico nei palazzetti e perciò si impegni in prima persona affinchè il problema venga risolto. I sacrifici degli sponsor per costruire formazioni vincenti e dei giocatori che si sono fatti il mazzo in palestra per poter conquistare i trofei meritano di essere adeguatamente celebrati. Lo stesso vale pure per i successi delle nazionali. La valorizzazione di un movimento come quello della pallavolo passa attraverso il riconoscimento dell'impegno di chi lavora per farla grande.
Ricordiamoci che i guadagni nella pallavolo sono di gran lunga inferiori a quelli del calcio. Inoltre i giocatori spesso sacrificano gli anni migliori per poter studiare e andare all'università, dedicando invece più tempo ad allenamenti e partite. La loro attività di pallavolista poi non viene riconosciuta ai fini pensionistici. Nel nostro paese il volley è uno sport semiprofessionistico, per non dire dilettantistico. Ci sono tanti problemi che aspettano di essere finalmente risolti.