Sarà anche vasca corta, ma è pur sempre vasca mondiale. Se il mondo, in parte, snobba, l'appuntamento iridato di fine anno, non mancano le stelle di prima grandezza. L'Italia, criticata, spenta, accusata, prova a cucirsi addosso un ruolo adatto a chi in passato ha recitato da protagonista. Manca la continuità, pecca la condizione, ma le emozioni, quelle sì, emergono prepotenti nel terzo pomeriggio di Doha. Due atleti diversi, per indole, per vittorie, non per orgoglio. Marco Orsi scaccia i fantasmi di una carriera da eterno secondo, a livello individuale, e vola alle spalle del fenomeno Manadou, davanti ai titani Cielo e Morozov. 20"69, record italiano, prestazione pazzesca. Si alza sull'acqua in uscita dalla virata, mette testa e spalle davanti a quasi tutti. Un'istantanea bellissima.
L'altra gioia in chiusura di giornata, con lei, la divina, Federica Pellegrini. La delusione per la mancata partecipazione alla 4x200, la controprestazione a dorso e poi l'acuto, da campionessa. L'occhio della tigre, la fame di chi ha vinto e non si sente mai sazio. Federica inghiotte la Blume, spazza via la Danimarca e si mette al collo il bronzo, forgiato dal record di Erika Ferraioli in avvio e tenuto vivo da Di Pietro e Pezzato. 51"76 lanciato per la Pellegrini, 3'29"68 per l'Italia nella 4x100 stile. Oro e record del mondo per l'Olanda, argento a stelle e strisce.
Non accenna a placarsi il duello a distanza tra Katinka Hosszu e Mireia Belmonte Garcia. La magiara mette in cascina altri due ori, con conseguente primato iridato, prima nei 200 dorso - abbattuto il muro dei due minuti, 1'59"23, seconda la Seebohm - poi nei suoi 100 misti. 56"70, con una partenza tutt'altro che perfetta. La risposta della spagnola, al quarto sigillo, nei 400. Record dei campionati in 3'55"76.
Arrivo a tre nei 100 stile al femminile. Trionfo inatteso della Heemskerk (51"37), solitamente piazzata, brava a bruciare Sjoestroem e Kromowidjojo. La svedese si prende poi parziale rivincita nei 50 farfalla, vinti davanti alla Ottesen. Qui è quinta una meravigliosa Di Pietro. Altro passo avanti, e nuovo primato nazionale a 25"38.
La rana resta terreno precluso a tutti nella doppia distanza. Il magiaro Gyurta, per 150 metri sotto al limite mondiale, respinge il tedesco Koch, mentre nei 400 conferma, dopo la batteria, per Bernek. 3'34"42, lontani Guy e Stjepanovic.
Qualche rimpianto per l'Italia nella staffetta mista 4x50 al femminile. Chiudiamo in quinta piazza, con Di Liddo, Castiglioni, Bianchi e Ferraioli. 1'46"47, senza Silvia Di Pietro. Oro e record per la Danimarca (1'44"04).
Semifinali
Nei 50 dorso uomini miglior crono per Manadou, unico sotto i 23"00. Le Clos, 22"20, prenota i 50 farfalla, mentre nei 100 rana grande impressione desta Ruta Meilutyte. Dopo l'oro nei 50, va a sette centesimi dal record del mondo. 1'02"43, la Atkinson, seconda, si ferma invece a 1'03"59. Difficile non prevedere un bis.