Abbiamo Fede. Nel nuoto azzurro che attraversa un periodo di chiara flessione, emerge prepotente la classe di Federica. Lei e i suoi 200 sl, nuotati, come ama dire la Pellegrini, per gioco. Certi amori non si dimenticano e allora ieri sera la notizia che ha risvegliato sogni nazionali. Alla partenza dei 200 anche lei, la primatista del mondo, la regina della specialità. Di colpo l’Italia, a corto di medaglie dopo i parziali flop di Bianchi e Scozzoli, torna a sognare e ad avvolgersi attorno alla sua campionessa. E Federica nuota come sa, bracciata dopo bracciata, riprendendo confidenza con lo stile da sempre prediletto e ora abbandonato per scaricare le tossine post olimpiche. Risale e chiude al fianco di Camille Muffat, ben più pimpante qui che nei suoi 400. Terzo tempo assoluto per Federica, 1’56”79, con la consueta progressione finale. Davanti, oltre alla francese, l’oro dei 200 misti, Katinka Hosszu, meravigliosa anche a stile. Appena dietro invece Missy Franklin, il Phelps in gonnella, che vuol conquistare il mondo. Difficile pronosticare l’eventuale finale, forse anche entrare in finale, vista la bagarre che si scatenerà nel pomeriggio, ma perché non sognare? Abbiamo Fede. E con lei Alice Mizzau, dodicesimo tempo, in 1’58”10.
Non è il mondiale di Fabio Scozzoli - Dopo Londra, altra delusione per il ranista azzurro. Ai piedi del podio nella sua gara, i 100 metri, saluta anche i 50, già in mattinata. Solo 27”60 per lui, diciottesimo tempo. Passa il turno invece Mattia Pesce, tredicesimo con 27”52. Davanti vola il sudafricano Van der Burgh (26”78), mentre Sprenger, iridato sulla doppia distanza, tocca in 57”30. Per le posizioni che contano occhio anche al brasiliano Felipe Lima (27”11). Nella gara più massacrante, i 200 delfino, l’America, orfana di Phelps, signore della distanza, si affida a Clary (1’56”03) e Luchsinger (1’56”32), per respingere l’olimpionico Chad Le Clos, che proprio nella piscina londinese giocò un tiro mancino al Kid di Baltimora. Da tenere in considerazione anche la pattuglia europea con Skvortsov e Korzeniowski, oltre all’eterno Matsuda. Dal sapore dolce amaro invece le batterie degli 800 stile libero per i colori azzurri. Gregorio Paltrinieri entra in finale con il settimo tempo, 7’52”83, dopo una buona gara, chiusa alle spalle di Sun e Mellouli. Gabriele Detti invece resta fuori dall’atto conclusivo. Non basta il suo 7’56”15, in un contesto di alto livello, con gli americani Jaeger e McBroom, il canadese Cochrane, Pal Joensen, e il dominatore dei 400, intoccabile anche qui, Sun Yang.