Donna da copertina, almeno nelle recenti settimane. Caroline Garcia stacca l'ultimo biglietto per le finals di Singapore, si presenta senza pressione alcuna, con licenza di stupire. Variabile interessante, alla corte di regine afflitte dal dubbio, da interrogativi di differente natura. L'exploit non può passare in secondo piano, la transalpina ha una striscia aperta di 11 successi, da Wuhan a Pechino, titoli e riconoscimenti. Dopo il secondo trofeo, la scelta di rinunciare a Tianjin e spostare l'orizzonte verso Mosca. Il rifiuto, da parte dei vertici del torneo, di una wild card alla tennista francese. Poco male, qualificazione in saccoccia, grazie allo stop, per problemi fisici, di Johanna Konta, ancora beffata al tramonto di stagione.
Tra le pretendenti al trono di Singapore, la Garcia è certamente quella più in palla, dal punto di vista tecnico - un gioco fluido, continuo, pochi passaggi a vuoto - e mentale - affermazioni di carattere, una convinzione rinvigorita dai risultati. A Pechino, dai quarti in avanti, sigilli con Svitolina, Kvitova ed Halep. Il punto di volta con l'ucraina, stritolata in tre set, dopo un braccio di ferro in perenne equilibrio. Il tie-break a separare le due contendenti. Come si può notare, si tratta di profili diversi, giocatrici dalla pallina pesante, d'attacco, tenniste invece di corsa e difesa, in grado di ribaltare lo scambio. La Garcia ha le contromisure per fare partita pari con chiunque, specie in questa porzione di carriera.
I due titoli di cui sopra - a Wuhan atto finale con la Barty, maratona e chiusura 62 al terzo dopo un doppio prolungamento - sono anche i primi della Garcia in un 2017 altrimenti di livello discreto ma senza acuti. In apertura, la semifinale di Monterrey sul veloce, prima dell'approdo sulla terra con la semifinale di Strasburgo - KO con la Gavrilova nel primo match di alto livello - e del quarto turno di Parigi - al Roland Garros disco rosso con Karolina Pliskova. Poca fortuna anche sull'erba, semifinale a Mallorca e 4T a Wimbledon - 64 al terzo Konta, un'occasione mancata. Con l'avvento del cemento, tracce più sensibili. Quarti a Toronto - fermata con la Halep - e Tokyo - muro Muguruza - nel mezzo l'US Open e Petra Kvitova. Fino a Wuhan, trampolino verso Pechino e le imminenti finali.
Non detiene i favori del pronostico, ma è una variabile da considerare, aldilà del palmares, è il campo a pilotare la ragazza di Saint Germain en Laye tra le sicure protagoniste.