Garbine Muguruza spazza via - sotto gli occhi di Conchita Martinez - in maniera perentoria una Magdalena Rybarikova - nuova N°33 - a corto di colpi e soluzioni. Raggiunge l'atto finale a Wimbledon, attende una tra Williams e Konta

Il teatro dei sogni accoglie le donne, mentre disegna i contorni di una nuova favola. Rybarikova è travolta dalle emozioni, è in semifinale a Londra dopo aver toccato con mano gli inferi ed il suo terreno viscido che non fa sconti. Precipita fuori dalla top 400, una serie di Futures, Challenger e la semifinale di Nottingham la teletrasportano tra le prime 90. Di fronte a lei, una campionessa affamata, alla ricerca di sé stessa. Dinamica da fondo, pressante con i colpi base,  presente a rete.

L'iberica è decisa, una macchina da guerra volta ad afferrare un unico obiettivo. Opta per il serve & volley - tattica sviscerata da Sumyk - non disdegnando punti manovrati da fondo campo. Vince facilmente il primo game, ferisce con i canini già nel secondo. Claudicante in battuta la Rybarikova, che prova a disegnare punti da fondo, risultando però corta e poco incisiva; Muguruza fiuta la possibilità come una leonessa intenta a stanare prede: sbraccia da fondo, piega più volte la racchetta della sua dirimpettaia e si guadagna palla break, aiutata anche dalla sua avversaria. Un gratuito conferma l'allungo. Tirannica al servizio, comanda senza remora alcuna in risposta. Rybarikova sparisce, si rintana a fondo campo e non fa nulla per ovviare al progressivo avanzamento di Garbine, costantemente in spinta. Scivola 0-40, ricuce con il servizio sino al 40-40, ma perde le misure del campo ai vantaggi. Doppio break. Si culla un po' sugli allori la spagnola, che subisce alcune discese a rete. Costretta ad annullare una palla break, non tradisce le aspettative ed alza il volume dei colpi ai vantaggi. Sul 5-0, Rybarikova muove il punteggio, prima di alzare bandiera bianca nel game successivo.

La musica che sgorga dallo spartito del centrale è la medesima del set iniziale. Anzi, porta con sè alcune note gravi. Muguruza continua a perseguire il suo disegno tattico da fondo. Risponde, lascia andare il braccio e disegna in maniera sublime il campo. La slovacca non conosce contromisure, si sente stretta in una morsa dalla quale non riesce a venir fuori. Ai vantaggi, break. La Rybarikova sprofonda nelle sabbie mobili, il terzo game è un saggio eloquente delle sue condizioni. La prima è molle, debole, telefonata; l'iberica staziona dentro al campo e scocca vincenti su vincenti. Altro break. Rybarikova prova a scuotersi, a spingere anche da fondo sperando in una congiunzione astrale che possa riaprire la partita; invece questa tattica la logora, la espone ad un muro in cemento che la sposta da angolo ad angolo. Non c'è più nulla da fare, la mattanza sportiva si consuma con l'ennesimo break.

(14) G. Muguruza b. M. Rybarikova 6-1 6-1