Un periodo difficile, all'apparenza interminabile. Il fattaccio sul finire del 2016, Petra Kvitova viene ferita ad una mano nella sua casa, lesione che ferma la sua attività agonistica. Dubbi ed incertezze, mesi di recupero. Ai primi di maggio, un bagliore di luce, un post, via social, che annuncia il graduale ritorno. La Kvitova si allena a Monaco, sorride e vede la fine del calvario. Risolti i problemi alla mano, è tempo di tornare al tennis, occorre recuperare forma e sensazioni, ritrovare smalto e rapidità. Non manca, di certo, la voglia di riemergere, di spaccare il mondo. 

Lo scorso anno, prima dello stop, risultati importanti. Il successo al WTA Elite, due vittorie nel round robin, poi la semifinale con la Zhang e la chiusura con la Svitolina. In precedenza, finale in Lussemburgo con la Niculescu, ma soprattutto titolo a Wuhan. Affermazioni pesanti, Cibulkova, Halep, Konta e Kerber. 

L'obiettivo è ora diretto verso Londra. Wimbledon, il torneo più affascinante. Ultima apparizione in difetto, KO al secondo turno con la Makarova, terzo turno dodici mesi prima, resa con la Jankovic. I due successi risalgono al 2014 - 63 60 alla Bouchard in un percorso perfetto, con una sola W al terzo con Venus Williams - e al 2011- atto ultimo con la Sharapova, semi con la Azarenka. 

Wimbledon, prima ancora Parigi. Il Roland Garros, secondo slam dell'anno, chiama a raccolta le migliori del circuito e la Kvitova, in ascesa, fiuta l'occasione. Difficile ipotizzare una condizione ottimale, è, perlopiù, una scommessa, un nodo a cui trovare risposta nei prossimi giorni. Non c'è l'ufficialità, è, al momento, una voce di corridoio. Rientro anticipato o ripresa graduale?