Chi lo avrebbe mai pensato, un sorriso si fa spazio nel nostro viso. Un sorriso ironico, divertito, che racconta stupore ma anche contentezza. Le sorelle statunitensi tornano ad affrontarsi in una finale Slam, l'ultima volta fu nel 2009 nel tempio di Wimbledon.
Da allora - come suol dirsi - ne è passata di acqua sotto i ponti. Serena ha dovuto combattere contro un grave infortunio ed un'embolia polmonare, prima di tornare ad alzare trofei e ridicolizzare avversari. Sorte avversa anche per Venus, costretta a saltare il 2011 causa Sindrome di Sjogren. Da vera combattente è riapparsa prepotentemente, e adesso ronza a ridosso della top ten, continuando a sfidare le più forti del circuito; a quasi 37 anni.
SERENA WILLIAMS
Presentatasi alla rassegna australiana non da favorita N°1, Serena ha assorbito forza e l'ha rigettata prepotentemente sul cemento. Un solo obiettivo, scippare il trono alla Kerber. La reginetta teutonica era reduce da un travagliato inizio di stagione, aveva tutta la pressione sulle spalle ed i 2000 punti della vittoria da custodire. Niente da fare; crollo al 4T contro la straripante Vandeweghe e saluto amaro al torneo. 'Serenona' non ha perso tempo, la leonessa ha azzannato le avversarie con una ferocia inaudita.
Solito bilancino che regola potenza e precisione, servizio monstre e supremazia territoriale. Che torneo. Basta snocciolare una statistica; non ha perso un set. Ruggito vincente contro Bencic e Safarova, 3T senza grattacapi contro la Gibbs. Al giro di boa la Strycova, poi la Konta, giocatrice - per certi versi - speculare a lei e con un bagaglio di crescita notevole. E N°9 al mondo. Esame superato, azzannato, 6-2 6-3 e semifinale. Qui trova la sorpresa Lucic-Baroni, colei che ha sentenziato due top five come Radwanska e Pliskova. Il sogno di una finale che mancava dal 1999 sfuma. Serena è perfetta, ingiocabile, ecco l'atto conclusivo.
VENUS WILLIAMS
Ebbene sì, ci sarà anche lei: la Venere Nera. Mancava all'atto finale di un torneo da Wimbledon 2009. Eleganza e potenza, ma anche tanto talento. Di certo non era annoverata tra le favorite, ai blocchi di partenza con la pettorina N°13. Nessun problema nei primi tre turni - contro Kozlova, Voegele e Duan - quarto turno leggermente più impegnativo contro una delle tante sorprese: la Barthel. Al bivio dei quarti, ecco la Pavlyuchenkova. Giocatrice interessante la russa, Venus brava a ricamare il risultato ed a vincere in volata.
Semifinale cocente, un derby a stelle e strisce con la Vandeweghe. Primo set convogliato sul binario della newyorkese, vincitrice al tie-break. Poi la voglia e la perseveranza della Williams ha sradicato ogni tipo di resistenza; è finale. Una storia da raccontare.
La disputa familiare è andata in scena per ben 27 volte. Serena comanda con 16 vittorie, Venus ne conta 11. L'ultimo confronto risale agli Us Open 2015, quando Serena si impose in tre set.