Quarta serata del Festival di Sanremo che comincia subito con la finale della categoria Nuove Proposte: si esibiscono tutti i cantanti in gara e, dopo qualche ora, arriva il verdetto: vince Ultimo, con la sua "Il ballo delle incertezze", che già nella scorsa serata era apparso tra i più gettonati a ricevere il Leone d'Argento. Sorprendente secondo posto per Mirkoeilcane: altra ottima prestazione con "Stiamo tutti bene", che ottiene ciò che si merita dopo essere stato ingenerosamente relegato all'ultimo posto dalla giuria demoscopica nel corso della seconda serata. Per lui arriva anche il premio della critica. Terzo posto per Mudimbi, che probabilmente con "Il mago" ha portato il pezzo più radiofonico e solare dell'intera kermesse. Convincono Lorenzo Baglioni con "Il congiuntivo" e Giulia Casieri con "Come stai", quest'ultima più per la personalità da vendere che per il pezzo in sé, piuttosto banale. Anonime le canzoni di Eva e Alice Caioli, mentre Leonardo Monteiro conferma i dubbi della scorsa serata: canzone troppo piatta e performance non perfetta, nonostante una voce promettente.
Renzo Rubino (con Serena Rossi) – Custodire - Voto 5.5. Non convince la prima esibizione della serata dei duetti: l'arrangiamento viene stravolto, con un piano-voce del tutto anonimo che nemmeno l'apertura finale, con una brava Serena Rossi, riesce a rialzare.
Le Vibrazioni (con Skin) – Così sbagliato – voto 7. Sarcina canta molto meglio delle scorse serate, Skin inizialmente appare incerta, poi quando il pezzo si apre comincia a spaziare sui suoi altissimi lidi e lo arricchisce. Bene soprattutto l'armonizzazione tra i due mentre le parti in inglese della voce degli Skunk Anansie stonano un po' con il contesto.
Noemi (con Paola Turci) – Non smettere mai di cercarmi – voto 5. Ottima interpretazione della Turci, mentre Noemi non sembra essere al massimo della forma. Bello il duetto, ma la canzone resta quella che è.
Mario Biondi (con Ana Carolina e Daniel Jobim) – Rivederti – voto 6. Il pezzo viene completamente snaturato, rendendo omaggio alla bossa nova grazie anche agli ospiti e inserendo la lingua portoghese. Tutto sommato bene, salvo qualche imprecisione. La canzone non migliora più di tanto, ma l'esibizione è molto elegante.
Annalisa (con Michele Bravi) – Il mondo prima di te – voto 6.5. Il brano cresce con gli ascolti, moderno e sanremese al tempo stesso; Michele Bravi riesce a farlo suo, mentre Annalisa si conferma in ottima forma con una performance senza sbavature.
Lo Stato Sociale (con Paolo Rossi e il piccolo coro dell'Antoniano) – Una vita in vacanza - voto 5.5. Originale l'idea, meno l'esecuzione: piuttosto stucchevoli le battute inserite dal pur bravo comico a sfondo politico e sociale nei vari passaggi del pezzo. Il ritornello cantato dal coro di bambini sembra uscito dritto dallo Zecchino D'Oro.
Max Gazzé (con Rita Marcotulli e Roberto Gatto) – voto 8 – Non era facile riarrangiare un brano così stratificato ma, anche privo dei fiati, quest'ultimo si rivela uno dei migliori del Festival, grazie anche al preziosissimo contributo di due ottimi musicisti al piano e alla batteria.
Decibel (con Midge Ure) – Lettera dal Duca - voto 7.5. Con un pezzo da 90 del calibro di Midge Ure il pezzo non può far altro che guadagnare ancora di più. “Lettera dal duca”, accompagnata dalla chitarra del leader degli Ultravox, si trasforma in un vero e proprio pezzo rock bilingue, con Ure e Rouge che trovano una perfetta amalgama.
Ornella Vanoni, Bungaro&Pacifico (con Alessandro Preziosi) – Imparare ad amarsi – voto 6.5. Il pezzo non sarà da antologia della musica, ma il trio funziona benissimo e l’aggiunta di Preziosi non fa altro che confermare la validità di un brano che fa dei suoi interpreti il valore principale.
Diodato e Roy Paci (con Ghemon) – Adesso – voto 7. Ci si poteva forse aspettare qualcosa in più dalla strofa di Ghemon, che appare comunque ben inserito nel contesto di un brano che rappresenta la vera sorpresa di questo Festival.
Roby Facchinetti e Riccardo Fogli (con Giusy Ferreri) – Il segreto del tempo – voto 5. L’esibizione è sicuramente migliore rispetto alle altre serate, anche grazie alla voce di Giusy Ferreri. Il pezzo però non decolla, c’è poco da fare.
Enzo Avitabile e Peppe Servillo (con Avion Travel e Daby Touré) – Il coraggio di ogni giorno – voto 7. Rivedere gli Avion Travel su quel palco, pur senza il compianto Mesolella, è qualcosa di bellissimo. Daby Touré da un tocco etnico al pezzo di altissimo valore, e l’arrangiamento del gruppo campano arricchisce ancora di più una delle più belle esibizioni della serata.
Ermal Meta e Fabrizio Moro (con Simone Cristicchi) – Non mi avete fatto niente – voto 8. L’eleganza e l’interpretazione di Cristicchi creano un bellissimo contrasto con la grinta di Ermal e Fabrizio, dando vita ad un’esibizione ancora più intensa. Sempre più candidati a vincere, e con pieno merito.
Giovanni Caccamo (con Arisa) – Eterno – voto 5. Il pezzo è adattissimo alle caratteristiche di Arisa, che riesce quasi a farlo sembrare accettabile. Le debolezze di “Eterno” però non si possono cancellare, solo nascondere.
Ron (con Alice) – Almeno Pensami – voto 7. Ron sceglie una delle interpreti più eleganti del panorama italiano. Il pezzo resta stupendo e ne guadagna, ma manca qualcosina.
Red Canzian (con Marco Masini) – Ognuno ha il suo racconto – voto 7. L’apporto di Marco da un’impronta ancora più energica al pezzo, che guadagna posizioni in classifica rispetto alle prime serate.
The Kolors (con Tullio de Piscopo ed Enrico Nigiotti) – voto 4. Il pezzo è talmente standard e radio-friendly che persino un monumento come Tullio viene ingabbiato negli standard del pop-rock più becero. Nigiotti non pervenuto.
Luca Barbarossa (con Anna Foglietta) – Passame er sale – voto 6.5. Ottima l’interpretazione della Foglietta, che aggiunge pathos a un brano che cantato in coppia guadagna in eleganza.
Nina Zilli (con Sergio Cammariere) – Senza appartenere – voto 6.5. Cammariere rende il pezzo molto meno pop, e anche la Zilli sembra guadagnarne da questa nuova versione. L’avesse cantata così tutte le sere avrebbe potuto giocarsi ben altre posizioni in classifica.
Elio e le storie tese (con i Neri per caso) – Arrivedorci – voto 6. Sufficienza “politica”, ma il pezzo continua a non rendere giustizia alla carriera degli Elii.
(A cura di Francesco Palma e Carlo Chiesa)