Guè Pequeno è sicuramente uno dei rapper che fa più discutere la fanbase del rap italiano. Ha fatto e sta facendo la storia del genere in Italia e su questo si può discutere poco (anche se qualcuno nega persino questo), ma sicuramente tra la sua carriera da solista e quella con i Club Dogo si è beccato tantissimi complimenti e premi, così come una quantità insulti che ha dell'allucinante. Non so se si cimenti ancora nella cosa, ma le sue risposte ad alcune offese che gli arrivano via twitter sono a dir poco esilaranti. Per parlare di "Gentleman" bisogna partire da lontano, cercando di essere il più breve possibili, ma se non si conoscono certi dettagli della carriera di Guè, allora diventa impossibile apprezzare realmente l'album. Cd che è incredibilmente allo stesso tempo omogeneo ed eterogeneo, suoni diversi, mischiati in quell'attitudine molto aggressiva e molto da oltralpe tipica del Guercio, che fanno sì che "Gentleman" (uscito come il disco precedente "Vero", per etichetta Universal/Def Jam, già solo quest'ultimo nome dovrebbe far capire quanto questo artista sia stato capace di fare un passo che riesce a pochissimi rapper italiani) sia un unico lungo viaggio, che prende poche deviazioni. Partiamo dal gruppo di cui Guè fa parte, ovvero i Club Dogo. Appena la maggior parte della gente ha visto lui, Don Joe e Jake iniziare a sfornare dischi solisti e cimentarsi in avventure diverse si è subito urlato allo scioglimento dei Dogo. Ora, se faranno un altro disco insieme in futuro non posso ovviamente dirlo con certezza, ma se c'è una cosa sicura è che i Club Dogo esistono ancora e nessuno dei membri ha parlato di scioglimento o cose simili. Ok, Jake e Guè è da un po' che non pubblicano un pezzo insieme, ma dopo quasi vent'anni di musica un periodo per fare anche altro e battere altre strade è più che comprensibile. Altro fatto da considerare, Don Joe compare nei dischi di entrambi e nel video del remix di "Scooteroni" Guè, Jake e Marracash sono insieme in più di qualche scena. Solo un periodo di pausa dunque, per ora. Chiuso il capitolo Dogo, che era doveroso trattare un attimo visto che la prima domanda che viene fatta a uno qualsiasi del membro del gruppo è :"Ma i Club Dogo si sono sciolti?", ancor prima del "Parlaci del tuo disco". È assurdo, ma si sa che in Italia il gossip sta prendendo la priorità su tutto.

I Club Dogo. Fonte: http://www.rollingstone.it
I Club Dogo. Fonte: http://www.rollingstone.it

Ora focus solo su Guè, all'anagrafe Cosimo Fini. Uno dei rapper che meno ha tenuto in considerazione le regole della musica italiana, cosa che sicuramente non gli rende la strada agevole, visto che per passare in radio deve tirare fuori una mega-hit, ma d'altronde una delle frase tipiche del Guercio è "Quando lavoro fingo di non essere in Italia". Filosofia condivisibile o meno, ma la cosa sta pagando. Il suo atteggiamento è ritenuto da tanti forse troppo arrogante e aggressivo, d'altronde lo si vede nelle interviste come spesso stia con gli occhiali da sole, evitando lo sguardo dell'intervistatore e dando risposte talvolta molto precise e dettagliate, mentre altre volte le sue frasi trasudano il fastidio che prova quando gli vengono poste certe domande che non centrano nulla con la sua musica. Guè vuole che il focus sia solo sulla musica e la sua vita è incentrata sulla sperimentazione di suoni nuovi e tecniche innovative e, come in tutti i suoi dischi precedenti, anche in "Gentleman" Pequeno sforna delle novità molto interessanti, riuscendo persino a fare un qualcosa di completamente diverso da "Santeria", il disco con Marracash uscito l'anno scorso che ha fatto incetta di dischi d'oro e platino. La cosa non è di poco conto, perchè quando si fa un successo strepitoso la tentazione di andare a caccia di un qualcosa di simile per bissare subito la "vittoria" c'è sempre. Il Guercio invece se n'è disinteressato e ha fatto un disco che ancora una volta suona freschissimo. Novità già solo nella distribuzione. Ci sono infatti due versioni base di "Gentleman", ovvero la "Red Version" e la "Blue Version", che si distinguono nelle due bonus track finali. C'è poi ovviamente il mega pack con vinili, entrambi i dischi, autografi e chi più ne ha più ne metta. Avanti anche nel marketing. Nella recensione tratteremo la versione del disco disponibile su Spotify che, teoricamente, è quella più facilmente accessibile.

Il disco

L'apertura del disco è il classico ritorno da rapper sulla scena, come Fabri Fibra ci ha insegnato con "Red Carpet". Guè Pequeno qui punta sulla sua passione per serie TV e film, citando una frase tipica di Gomorra, ovvero "T'Apposto". Una traccia in cui Cosimo riassume in due strofe la sua attitudine, tutta fatta di punch line e indifferenza verso quello che fanno e dicono di lui gli altri rapper, non senza anche una stoccata ai media italiani:"Ricordo che da piccolo il DJ che sentivo alla radio nel programma era già vecchio/ Ora di quel che faccio non capisci ancora un cazzo e pensi che sto grillz sia l'apparecchio". Qua il sound è Hip-Hop classico, cosa non indifferente, visto che poi Guè si sbizzarrirà anche in altri generi, nonostante sia un cultore dell'Hip-Hop. Il membro dei Dogo però non si limita a un ingresso trionfale, continua con "Lamborghini" a mettere in mostra (a parole) la propria superiorità, con un pezzo intitolato come la marca di macchine sportive preferita di Guè e che ovviamente gravita intorno tutto attorno a stereotipi in realtà abbastanza classici del rap, ovvero soldi e potere. La traccia è arricchita con la strofa di Sfera Ebbasta, un altro che ha fatto di certi argomenti il suo focus principale e che si mischia perfettamente con l'artista principale dell'album, su una base che esalta entrambi. "È il giorno del mio matrimonio, oggi mi sposo coi money/ I soldi per me sono Dio, ma per molti sono il demonio". La cosa si nota anche dal successo che ha avuto il pezzo: singolo d'oro, senza avere nemmeno un videoclip a spingerlo. Dopo i macchinoni cosa può esserci se non ancora soldi a palate? Ed ecco che arriva "Milionario", canzone che ha tutti i canoni della hit estiva, con toni reggaeton che inducono l'ascoltatore a ballare, spinto anche dal ritornello del cantante El Micha, che con il suo spagnolo dà una ventata di freschezza ulteriore a un Guè che già di per sè dimostra di trovarsi benissimo su un pezzo fatto per far muovere le persone, "Su Internet mi scrivono: "Devi restare umile"/ Sembra che ti fa schifo il cash, daresti tutto all'UNICEF". Questo però non si accontenta e in "Guersace", oltre che a storpiare in modo molto umile una delle più note marche di moda con il proprio nome, dimostra di poter fare del reggaeton anche da solo, sfornando un altro pezzo suonabilissimo nei club. "Quando fuori è notte e tutto tace, lei mi chiama per trovare pace/ Sono come un vestito che le piace, le sto addosso, chiamami Guersace". C'è poco da fare, per quanto Guè possa suonare arrogante prendendo e sbattendo in faccia qualsiasi cosa (soprattutto il suo successo), la cosa passa in secondo piano davanti a pezzi di pregevole fattura, nonostante una produzione di pezzi continua e senza pause.

Il Guercio però non è completamente unidirezionale e sicuramente, nel momento di fare la tracklist, era consapevole che le prime quattro tracce sarebbero state molto forti. Quindi, approfonendo la sua passione per l'R&B, decide di mettere in mezzo proprio un pezzo proprio di questo genere, ripetendo un po' l'esperimento fatto in "Il Ragazzo d'Oro" con "Conta su di Me" (che vedeva proprio la collaborazione di un cantante R&B come Caprice). Stavolta la traccia si intitola "Se non ci sei tu" e spezza notevolmente quello che fino ad ora era stato il ritmo dell'album. Il pezzo è infatti lento, molto più melodico e soprattutto è un qualcosa che è molto meno nelle corde di Guè, ma lui ha detto più volte di voler sperimentare, cosa che gli riesce benissimo, anche se purtroppo per i fan che già stavano fantasticando per le "sei lettere" che vengono citate nel videoclip della traccia non corrispondono (almeno ufficialmente) al nome di nessuna ragazza in particolare. Dopo questa pausa, non poteva non continuare la legacy con Marracash, che negli anni ha sempre sfornato pezzi di alto livello e anche stavolta non si smentisce. "Relaxxx" ha un titolo partircolarmente adatto, visto che è comunque un pezzo meno spinto dei primi, dove a farla da padrone è la tecnica del duo a sfornare rime ad effetto. In particolare Marra tira fuori dal cilindro come suo solito un sacco di incastri e citazioni da cogliere (Nathan Drake del videogioco Uncharted, la Dark Polo Gang, O.J. Simpson, etc...). "Nelle celle, nelle strade, nei locali, fra', nei macchinoni/ Senti la mia voce, segno della croce/ Frate', metti grana, maccheroni". Arrivati alla settima traccia però è finito il tempo di "giocare" ed è arrivato quello di far sul serio. "Mimmo flow" ha poche pretese, se non quella di far sentire a tutti lo spessore del flow di "Mimmo", che altro non è che uno dei tanti nomi del rapper Guè Pequeno. Un pezzo autocelebrativo e che punta a null'altro che ingigantire il già grosso rapper dei Dogo. Ne approfitta anche per tirare una piccola stoccata a Fedez, artista con cui lui e Marracash hanno avuto più di qualche diatriba. Ci sarebbe tantissimo da discutere sull'argomento, ma non è il luogo. Certo è che lo stile di Marra e Guè è pesantemente diverso rispetto a quello di Ax e Fedez e Pequeno lo fa notare: "Quindi no, non ascoltare 'sti scemi che dicono: "Grazie ai miei fan"/ Vogliono solo altri soldi, frate altri follower, altro champagne", il succo: "io almeno ammetto di essere interessato solo a fare successo facendo la musica che voglio" (come dimostra questo album, molto controtendenza rispetto allo stile italiano). Tocca poi a "Scarafaggio", dove stavolta il rapper non parla di sè stesso, ma degli altri, che vengono appunto paragonati agli insetti del titolo. Con lui sul pezzo calza a pennello Tony Effe, della Dark Polo Gang, gruppo che porta agli estremi lo stile portato avanti da Guè (non a caso in "Gentleman" è presente un membro della DPG, mentre in "Twins" di quest'ultimi Guè è l'unico rapper a comparire). Presente poi anche Frank White, che, stando a quanto detto dal Guercio, è sempre stato nel suo giro e ha iniziato a rifare strofe rap proprio con quest'album. Non si sanno molti dettagli su di lui (se non che ha fatto un periodo in galera), ma sforna versi di buon livello, che chiudono il cerchio di "Scarafaggio". "Frate un leone della tua opinione se ne fotte se sei una pecora/ Hai una bella catena non sei un animale sei ultimo, frate', in quella alimentare".

Guè Pequeno. Fonte: http://img2.tgcom24.mediaset.it
Guè Pequeno. Fonte: http://img2.tgcom24.mediaset.it

Nona traccia. "Oro giallo". Un nome che dice molto, Guè ha detto a Rolling Stone di averla registrata da ubriaco e non fatichiamo a credergli, ma continua perfettamente quell'ondata di swag iniziata con "Scarafaggio". Il fatto che la base sia di Sick Luke, produttore della Dark Polo Gang, dovrebbe ulteriormente dare l'idea di quanto l'atmosfera del pezzo sia decisamente poco culturale e più "sono io il più figo". La partecipazione di Luchè poi (con cui il rapper ha già fatto vedere di trovarsi bene in pezzi del genere, come dimostrato in "Bello", contenuta nell'album "Malammore" dell'artista napoletano) aggiunge un bel po' di tecnica al pezzo, visto che l'ex Co' Sang anche quando l'aria che tira è leggera si impegna in rime e incastri che non siano banali. "Sul divano insieme alla tua tipa/Fumo bene, fumo insieme alla tua tipa/Stendo sull'iPhone per la tua tipa/Stappo lo champagne per la tua tipa". Come detto però, nel disco il filo conduttore c'è, ma non sempre viene rispettato. Con la numero 10 infatti troviamo "La Malaeducazione", unico pezzo di storytelling dell'album, dove Guè decide di raccontare la storia di un detenuto. Il rapper ha detto che per scriverla si è avvalso dell'aiuto di Frank White, che ha avuto un'esperienza carceraria. Le parole scelte dal Guercio fanno sì che il quadro sia molto vivido e il ritornello cantato da Enzo Avitabile (artista napoletano) è molto semplice, ma rende il pezzo quasi struggente. "Johnny era poco più di un ragazzino/ Un giorno nella doccia aprono un marocchino/ Il sangue scorreva a secchiate era marrone/ Non era un film di Garrone". Detto più sopra della passione per l'R&B di Guè, il rapper decide di mettere un altro episodio di questo genere in scaletta. "Punto su di te" ha la sua forza più nel ritornello e nel bridge che nelle brevi strofe, un po' come in tutti i pezzi di questo tipo (ma non per forza). "Perché sei tu la mia scommessa/Perché sei tu la mia scommessa/Perché sei tu la mia scommessa/Ed ora rischio tutto quel che ho". C'è anche spazio per un pezzo su una collana. Eh sì, Pequeno è riuscito persino nell'impresa di fare un pezzo sensato basandosi solo sulla perdita di un gioiello, cosa che può capitare facilmente (a chiunque abbia un tenore di vita tale da potersene permettere uno). Non è dato a sapere se la storia raccontata sia vera o se sia un "romanzo", sta di fatto che nel pezzo, nel bel mezzo della ricerca de "La mia collana", l'ipotesi che Guè sia stato vittima di un furto viene resa incredibilmente realistica e il ritornello cantato rende il pezzo stranamente orecchiabile, nonostante l'argomento in realtà sia definibile come futile. Insomma, l'ennesima piccola impresa del rapper, che riesce a tirar fuori dal nulla un altro pezzo buono.

Si torna al mood dark, "Il Viola" parte con un richiamo ad una delle bonus track dell'ultimo disco di Guè, ovvero "Occhi su di Me" (con Maruego). Facile intuire come l'argomento siano ancora una volta i soldi, con il famoso "foglio viola", ovvero la banconota da cinquecento euro, che è un po' il simbolo e lo sterotipo del denaro nel mondo del rap. "Questa gente non è buona e ti uccide per il viola/ Pensi che lei si innamora ma si spoglia per il viola/ E tu vuoi una cosa sola mi tradisci per il viola/ Quindi non parlare ancora dammi questo foglio viola". Pezzo un po' scontato che viene seguito da uno che lo è decisamente meno. Il disco infatti ha sì due pezzi R&B che sono molto sentimentali... ma ha anche una traccia come "Trentuno Giorni" dove Pequeno decide di andarci giù pesantissimo verso il mondo del femminile e sembra avere un bersaglio ben preciso nella canzone. "Tutti più o meno hanno avuto una relazione dove poi è rimasto un odio pesante" e qua Guè sfoga proprio quel sentimento, senza andare troppo per il sottile. Con voce leggera, ma parole che sono macigni, il rapper descrive così come le relazioni non siano per forza cose dove regna il "tutto bello, tutto felice", attaccando per l'ennesima volta il solito schemino della musica leggera italiana, dove regna il "a lui manca lei, a lei manca lui, etc...". "Ci vogliono trentuno giorni/ Per toglierti dal sangue/ Sì, per disintossicarmi". La versione Spotify di "Gentleman" si chiude poi con "Trinità", singolo che ha anticipato l'uscita dell'album e trovabile nella Red Version del disco. Dopo un'entrata piena di stile, Guè decide di rendere il disco circolare e di uscire con un'altra bordata di autocelebrazione. Nel pezzo Pequeno parla di Milano ed è un climax ascendente di come il rapper abbia un po' alla volta fatto sempre più successo partendo da "Ah, non ho un sogno ho un piano/ Che mi sarei preso la città" per arrivare a "Ah, da 'ste parti sotto sti palazzi mi chiamano trinità/ Ah, rap divinità, bocca piena gold four four flow criminal". La versione in streaming dell'album si conclude con la versione spagnola di "Milionario" con El Micha, a indicare la voglia di Guè di voler anche sconfinare e non restare rinchiuso nei confini dell'Italia e della Svizzera.

El Micha. Fonte: https://s3-eu-west-1.amazonaws.com
El Micha. Fonte: https://s3-eu-west-1.amazonaws.com

Collaborazioni e produzioni

Facendo un piccolo riassunto di chi ha contribuito ad aumentare il peso di un disco già di spessore come "Gentleman", al microfono insieme a Guè si alternano: Sfera Ebbasta (in Def Jam come Guè e in Roccia Music, l'etichetta di Marracash, non poteva non nascere feeling tra i due), El Micha, il solito e roccioso Marracash, Tony Effe (Dark Polo Gang), Frank White, Luchè ed Enzo Avitabile. Un mix di rapper e cantanti che danno tutti il proprio contributo, rendendo le tracce in cui intervengono ancora più variegate. Forse deve ancora crescere un po' Frank White, che è parso un po' acerbo, ma, come detto da Guè, è tornato a fare strofe da poco dopo tanto tempo, quindi ci sta che non sia ad altissimi livelli sin da subito. Gli altri portano tutti il loro stile, variegando un disco che presenta già di per sè tante sonorità diverse oltre all'Hip-Hop. Interessante andare ad analizzare chi si sia occupato di creare il tappeto musicale di "Gentleman": Sixpm (con riferimento alla tracklist, tracce 1, 3, 12), Don Joe (tracce 2, 11 e la 15 della Blue Version), Andry the Hitmaker (tracce 2 e 16 della Blue Version), 2nd Roof (tracce 4 e 7), Mace e Phra (traccia 5), Charlie Charles (traccia 6), Abaz e Don Alfonso (traccia 7), Sick Luke (tracce 8 e 9), Marz (traccia 10), D-Ross (traccia 13), Zef (traccia 14), Max d'Ambra e Yung Snapp (traccia 15 Red Version) ed infine Big Fish e Rhade (traccia 16 Red Version). Si può notare subito come compaiano quasi tutti i nomi più grossi per quanto concerne la produzione di basi musicali in Italia. Ci sono tutti e tre i produttori emergenti più forti del momento, ovvero Sick Luke, Charlie Charles e Andry the Hitmaker. A loro si mischiano nomi storici. Tralasciando Don Joe (membro dei Club Dogo e presenza fissa negli album di Guè), interessante la presenza di Mace (La Crème, duo formato da Mace e Jack the Smoker e nato nel 2003) e soprattutto quella di Big Fish, che raramente si era visto all'opera insieme a Guè Pequeno (o forse mai). Per creare tante sonorità diverse servono tanti produttori e, come si può notare dall'elenco, è stato formato quasi un esercito per far sì che Guè si potesse destreggiare da basi che vanno dall'Hip-Hop, alla Reggaeton, passando per l'R&B.

Don Joe. Fonte: http://www.pratosfera.com
Don Joe. Fonte: http://www.pratosfera.com

Voto finale 8: "Gentleman" esce fortemente da quelli che sono gli schemi tipici della musica italiana. Guè Pequeno ha messo in piedi un progetto dove sono presenti tanti generi differenti, tanti flow diversi e tanti artisti e produttori diversi. Tutto questo mantenendo comunque un filo conduttore, formato da quelli che sono comunque i suoi argomenti soliti, ovvero i soldi, il successo, le donne, ma anche i sentimenti, positivi o negativi che siano (i due pezzi R&B e "Trentuno Giorni" ne sono l'esempio lampante). Il disco presenta anche delle possibili hit che possano conquistare il mercato. "Milionario" con El Micha suona benissimo e può essere un altro di quei pezzi che faranno conoscere ancora di più il reggaeton in Italia. Manca la tipica traccia che faccia da "hit all'italiana", ma a Guè la cosa non è mai interessata e si continuerà così. Clamoroso poi il successo di "Lamborghini", che, grazie anche allo stile di Sfera Ebbasta, è diventato disco d'oro senza essere ancora un vero e proprio singolo. Il connubio creato tra Guè, Sfera e sonorità attuali fa sì che sia un pezzo di grande valore sopratutto per il presente. Chissà se vedremo un video del pezzo, ma forse non ce n'è bisogno. "La Malaeducazione" è forse la canzone più curiosa, uno storytelling a cui Guè ha detto di tenere molto e che tra un po' tirerà fuori (presumibilmente con un videoclip), vedremo se, lasciando passare del tempo, il pezzo sarà capito ed apprezzato. Perchè siamo sempre lì, il pubblico del web chiede con voce quasi sdegnata i contenuti, però poi quando viene pubblicato un pezzo che li ha, difficilmente ha successo.

Traccia top - "Lamborghini" (feat. Sfera Ebbasta): è il connubio giusto al momento giusto, due stili molto simili si fondono su una traccia che suona molto attuale, andando a colpire proprio quel ramo della musica che attualmente sta avendo più successo. Il fatto che stia piacendo così tanto non deve sorprendere.

Traccia flop - "Il Viola": un pezzo fatto bene, ma di cui forse non c'era bisogno e che suona un po' ripetitivo, ancor di più se consideriamo che l'argomento dei soldi viene affrontato da Guè in praticamente tutte le tracce e "il foglio viola" è già un suo canone, senza il bisogna di avere un pezzo dedicato.

Tracklist Spotify Version

1.T'apposto – 3:14
2.Lamborghini (feat. Sfera Ebbasta) – 3:38
3.Milionario (feat. El Micha) – 3:21
4.Guersace – 3:14
5.Non ci sei tu – 3:09
6.Relaxxx (feat. Marracash) – 3:28
7.Mimmo Flow – 3:42
8.Scarafaggio (feat. Tony Effe & Frank White) – 3:17
9.Oro giallo (feat. Luchè) – 3:39
10.La malaeducazione (feat. Enzo Avitabile) – 3:58
11.Punto su di te – 3:28
12.La mia collana – 3:30
13.Il viola – 3:42
14.Trentuno giorni – 3:17

Bonus Track

15.Trinità - 3:27 16.Milionario-Spanish Edit-El Micha- 3:21