Musica - Fabri Fibra è tornato e in "Fenomeno" torna a sfondare altre porte. La recensione di Vavel Italia
Copertina. Fonte: https://genius.com

"Oh, io non capisco perché, ma ogni periodo/ C'è qualcuno che se viene fuori dicendo/ Che io sono morto, ahahahah". Eh sì, anche stavolta Fabri Fibra, al secolo Fabrizio Tarducci, non è morto, per il dispiacere di molte persone a cui gli argomenti trattati dal rapper stanno molto scomodi. E di nuovo no, questi versi non sono di questo disco, ma di "Applausi per Fibra", singolo tratto da "Tradimento", l'album che nel 2006 fece scalpore e lo lanciò nel mainstream. Undici anni dopo però quei versi sono tremendamente attuali. Molti dopo "Guerra e Pace" e "Squallor" pensavano che il fenomeno di Senigallia fosse finito e ne stavano già cantando il de profundis, senza capire la strategia e le idee che stavano nella testa di Fabri. "Guerra e Pace" (2013, Universal) era un album molto più profondo e che esplorava molto di più la sua interiorità rispetto ai precedenti, senza un vero e proprio singolo a spingerlo dopo "Pronti Partenza Via" e quindi con vendite al di sotto della media altissima che di solito otteneva il cantante. L'opera arrivava però dopo "Controcultura" e il tour incredibile di discoteche e feste che la mega hit "Tranne Te" avevano portando al rapper. Con "Guerra e Pace" Fabri Fibra ha rimesso i piedi per terra, tornando poi un po' nel mondo delle sonorità underground con "Squallor", album gestito con una mossa di marketing tipica dell'estero e forse un po' pericolosa in Italia, che è tendenzialmente un Paese retrogado. Per il suo penultimo album infatti il rapper di Senigallia non ha fatto promo. Nessuna intervista, nessun singolo in anticipo, video solo su Youtube e nessuna pubblicità.

Fabri Fibra. Fonte: http://www.spettakolo.it
Fabri Fibra. Fonte: http://www.spettakolo.it

Quel disco serviva a capire quanti effettivamente seguissero l'artista indipendentemente dal carrozzone mediatico all'italiana che accompagna l'uscita di un disco e infatti ha una struttura diversa dai soliti album di Fibra, dato che era pieno di featuring e in copertina non c'era la sua faccia. Anche qui, vendite al di sotto della media, ma il disco d'oro è arrivato comunque, simbolo della fiducia che molti fan hanno nel cantante. Dopo anni di esperimenti, fatti per capire le proprie effettive dimensioni nell'industria musicale italiana, Fabri ha deciso che era ora di tornare in tutta la sua potenza sul mercato. "Fenomeno" è stato anticipato dal singolo della title track e subito è tornata la Fibramania. Base molto ritmata, come ogni singolo pre album di Fibra, condita però con un testo che mette subito il focus su quello che poi sarà il disco. Temi scottanti, la fama che ormai tende ad essere più un cappio al collo che qualcosa di cui vantarsi, il lavoro che non finisce mai e, soprattutto, due pezzi pesantissimi sulla famiglia, che fanno da risposta al turbinio di dichiarazioni sue e di suo fratello Nesli, rilasciate nei mesi scorsi. Dopo neanche un mese il disco è disco d'oro. Fibroga è tornato, ma non per sperimentare, bensì per rimettere bene in chiaro che il re del rap italiano è lui e i risultati lo confortano, alla faccia di tutti i media che passano più tempo a criticare il linguaggio volgare del rapper che cercare di capire i suoi testi, molto critici nei confronti di una società italiana sempre più apatica e vecchia. Già dalla copertina (nata dal genio di Corrado Grilli, in arte Mecna) Fibra fa vedere un cambiamento, sottile, ma radicale. A quarant'anni infatti si è fatto i capelli viola. Non è un semplice dettaglio, ma un segnale forte: Fibra vuole far vedere a tutti il "Fenomeno" che stiamo vivendo, in tutte le sue sfaccettature, sia positive, che assurde.

L'album

E già dall'"Intro" Fibra mette subito in chiaro che non sarà un viaggio rilassante tutto baci e abbracci. Il ritorno della skit in cui parla da solo con i suoi discografici (fatti con la sua stessa voce), tipica di "Tradimento" è tornata, con un messaggio finale abbastanza chiaro. Il rap in Italia è diventato una cosa tagliata a misura di ragazzino e lui invece fa un qualcosa che va oltre ed è molto più profondo di quello che in Italia viene chiamato rap, attirandosi così l'odio di tanti. Con "Red Carpet" Fibra inizia già a prendere la mira su ciò che vuole attaccare, un mondo musicale fatto sempre più di web, marketing e immagine e che sta perdendo invece di vista l'obiettivo principale di chi fa musica, ovvero proprio la musica, che ormai sembra essere un semplice contorno che può essere o non esserci, l'importante è che ci sia una telecamera a riprendere ciò che si sta facendo. Dopo aver preso la mira, Fibra fa fuoco con la title track "Fenomeno", con cui centra del tutto il bersaglio. In questa società non conta essere sè stessi, conta apparire e i giovani di oggi devono fare i fenomeni per emergere. Youtouber, Fashion Blogger, etc... sono mestieri "nuovi", nati grazie all'impegno dei giovani che sfruttano il web per rispondere alla staticità dell'attuale mondo del lavoro, che nonostante gli dica "dovete trovare un lavoro" critica il fatto che stiano sempre su internet, che invece sta diventando l'unica piattaforma aperta all'ingresso di sangue nuovo. Queste sono anche le mansioni più criticate, tanto che da molti non sono considerate nemmeno professioni vere e proprie. Fibra, anche nel video, fa capire come la realtà stia cambiando. La provocazione dietro è chiara, non tutti dovrebbero fare i fenomeni, non dovrebbere essere l'unica via percorribile, però l'attualità ci sta un po' insegnando che basta fare qualcosa dietro ad una telecamera e i soldi o la fama arriveranno, anche se non è esattamente poi così. Il distico formato dai due pezzi viene chiuso dalla skit "Il tempo vola", in cui il rapper ripete per un minuto la stessa frase, facendo capire come sia facile perdere del tempo che potrebbe invece utile per combinare qualcosa. Lo stacco serve a cambiare tema, entrano in gioco infatti i soldi più nello specifico.

"Money For Dope 2017" (2017 perchè è presente il campione di Money for Dope del 2005 di Daniele Luttazzi) riprende sempre il mondo della tecnologia e il fare soldi, ma in una chiave di lettura un po' diversa, a partire proprio dalla base del pezzo, che è un po' "retrò". La riflessione è chiara. La pubblicità e il mondo hi-tech ci stanno stordendo e bisognerebbe credere di più nel proprio lavoro, come fa lui, che dà molto peso ad ogni sua opera, anche se alcuni suoi testi sono molto intimi e lo espongono agli attacchi dei cosiddetti "haters": "Mi guardo indietro, quante rime ho scritto?/ Mi servono per diventare ricco/ Con le parole mi rendo ridicolo/ Non mi interessa gli altri cosa dicono (No)". Come prima, nel pezzo successivo Fibra centra ancora di più il tema che vuole trattare in questa specifica sezione dell'album. Sesta traccia e prima collaborazione. "Pamplona" infatti vede anche del cantato, portato dai Thegiornalisti nel ritornello. Il rapper qua ripete di nuovo il contrasto tra il mondo del web e il mondo reale, una discrepanza che sta aumentando sempre di più e il ritornello che dice "Beviamoci su" è sia una provocazione che la realtà, dato che molti preferiscono stordirsi anzichè affrontare le cose e capire "Il nostro posto qual è". L'ultima parte di quello che è un terzetto è "Equilibrio", cosa che ormai è un'utopia nella società moderna. Fibra inzia quindi a proporrere tutta una serie di immagini in contrasto tra di loro, proprio per far vedere come manchi l'equilibrio: "I politici a Roma amano Totti/ I bambini a Roma giocano coi topi" e come solo chi è in grado di trovarlo possa stare in alto: "Perché per rimanere così in alto/ È una questione d’equilibrio". Anche qui c'è una chiusura, data da un'altra skit, in cui viene coinvolto Roberto Saviano, che spiega in poco più di un minuto i vantaggi che porterebbe all'Italia la legalizzazione della marijuana, tema che Fibra ha racchiuso in questa skit, per poi però espanderlo nella traccia successiva, ovvero "Cronico", dove il tema della dipendenza da qualcosa la fa da padrone.

Fibra in concerto. Fonte: http://www.105.net
Fibra in concerto. Fonte: http://www.105.net

Il rapper, non lo ha mai nascosto, fa grande uso di cannabis e in questa traccia emerge prepotentemente, ma la cosa è comunque mitigata, non ne emerge un quadro positivo della dipendenza e inoltre l'artista ci spiega alcuni dei motivi che lo spingono all'abuso della sostanza: "Odio le interviste come i Nirvana/ L'inferno non esiste, come la fama/ Anche se per averla un secondo si vende l'anima." Al decimo posto c'è spazio per un pezzo conscious, che apre la seconda parte del disco, dove Fibra inizia a mettere sè stesso ancora più in vetrina. "Stavo Pensando a Te" prepara il terreno per la bordata finale. La chiave di lettura più semplice è che sia un pezzo su una delusione d'amore, come canta nel ritornello, però leggendo tra le righe, si iniziano anche ad intravedere alcune critiche alla famiglia:"Che fastidio sentirti dire: "Sei pigro"/"Sei infantile, sei piccolo". L'hook è molto orecchiabile, il fatto che sia "storto" in alcuni punti, come notato da Albertino a Radio Deejay, rende paradossalmente la cosa più piacevole all'ascolto. Comunque la centralità del pezzo è data dalla delusione data dal rapporto di coppia, dalla malinconia e dal contrasto fra le cose piacevoli che vengono elencate all'inizio e tutta una serie di cose che danno "fastidio", per poi passare all'alone di tristezza espresso nella seconda strofa. Fibra però ci tiene anche a sottolineare, più o meno in ogni suo album, le difficoltà del suo percorso e di quante insidie abbia dovuto superare per arrivare dove è arrivato. "Lascia Stare" esprime al meglio questo concetto, facendo un po' vedere come il rapper ha risposto a chi gli diceva di lasciar perdere perchè non era capace e avrebbe dovuto puntare su altro (atteggiamento tenuto in primis dalla famiglia, come lo stesso Fibra ha detto in molte interviste, in molti album e anche negli ultimi due pezzi di questo disco, che sono la vera mazzata sulla testa dell'ascoltatore). Si passa poi a qualcosa di più onirico, come "Dipinto di blu", pezzo arricchito da un super ritornello di Laioung, nuova leva della scena rap/trap dell'Italia e che sta mettendo in mostra una voce e un talento cristallini, lasciando tutti a bocca aperta, in primis evidentemente Fibra, che gli ha lasciato l'onore di essere l'unico esponente vicino al mondo del rap a partecipare al disco, cantando. Altro pezzo sul passato del rapper, che stavolta però lo analizza facendo meno lo spaccone e in modo più lineare e psicologico, mettendo in campo la sua filosofia nel ritornello e nel bridge, che con la voce di Laioung fanno un balzo in avanti di qualità importante: "La vita è un film/ Quindi devi scegliere/ Se essere l’attore oppure spettatore/ Spettri ci consigliano per il protagonismo/ Nello specchio una leggenda, non è narcisismo/ Il cielo dipinto di blu/ Io lo dipingo col rosso/ Quest'onda la portiamo su/ L’industria sarà un mare mosso".

Laioung con Fibra. Fonte: www.rapburger.com
Laioung con Fibra. Fonte: www.rapburger.com

Poi c'è la fama, grosso problema per Fabri, che ne dà sempre una lettura molto negativa, facendo vedere quanto ciò che ha dato poi gli abbia restituito delle soddisfazioni solo in ambito musicale, mentre per quanto riguarda il resto è stato solo un susseguirsi di delusioni, dalla famiglia, alle amicizie, passando per la normale vita per le strade di Milano, città in cui si è trasferito per motivi appunto lavorativi. In "Invece No" analizza tutto questo, dicendo anche come questo non fosse esattamente il suo sogno da piccolo: "Sognavo di fare il grafico tipo per la Benetton/ Pensavo di esserci portato e invece no". Il mood calante del disco ha però una nuova impennata improvvisa verso l'alto con "Ogni Giorno", dove su una base più ritmata Fibra torna a far sentire la sua rabbia in modo prepotente. Si può intravedere una continuità col pezzo precedente, dando quindi un altro distico nell'album, con queste due tracce l'artista vuole comunicare al meglio quanto la sovraesposizione, tutte le difficoltà affrontate e l'attezionione continua a cui è sottoposto siano pesanti per lui: "Ah! Ogni giorno ne viene fuori una/ Tanti soldi, tanti problemi/ Tanti nemici, tante rotture di coglioni." Prima della chiusura, c'è spazio per un'altro tema molto caro ai cantanti (e a tutti in realtà), ovvero le vacanze. D'altronde Fibra ci ha messo 23 mesi per dar vita a questo album e in un'intervista ha fatto notare come abbia passato in studio due agosti, nel senso di due anni, ma quando ci passi l'agosto, che è il mese in cui di solito non si pensa al lavoro, allora si dà il senso della pesantezza del lavoro artistico. "Le Vacanze" è un pezzo quasi nostalgico, a partire dalla base, che fa venire quasi il magone più che voglia di andare al mare, senseazione che è proprio quella che vuole dare il rapper, dato che per lui le vacanze non esistono: "Si potrebbe andare tutti allo zoo comunale/ E vedere gli animali in gabbia come noi".

Nesli e Fabri Fibra prima della rottura definitva. Fonte: http://static.nonmidire.it
Nesli e Fabri Fibra prima della rottura definitva. Fonte: http://static.nonmidire.it

Nelle ultime due tracce c'è però la vera bomba dell'album. Che Fibra e la sua famiglia non andassero molto d'accordo era risaputo e i riferimenti alla cosa partono già in Mr. Simpatia, LP del 2004. L'artista infatti non è stato mai sostenuto nella sua scelta di seguire il rap e inoltre ha litigato nel 2008 con suo fratello, ovvero Nesli. Le strade con lui si sono separate, sia umanamente che musicalmente, con Fabrizio che ha continuato a fare rap e Francesco che si è dato alla musica più pop, lanciando più di qualche frecciata al fratello, accusandolo di mancata riconoscenza, di aver voluto lui interrompere i contatti con la famiglia e, soprattutto, di non aver mai fatto nulla per ricucire la ferita, nemmeno per i dieci anni di Tradimento, disco che ha lanciato Fabri e a cui ha partecipato anche Nesli. Citando testualmente da un'intervista rilasciata da quest'ultimo a Vanity Fair: "Ne ha avute diverse di occasioni per riconciliare. L’ultima: decennale di Tradimento , mi fa scrivere dall’editore di Universal per chiedermi dei pezzi. Ho risposto: “Se vuole gli inediti, che me li chieda lui”. Niente. E allora ognuno per la sua via». Da qui si spiega il pezzo "Nessun Aiuto", con il testo che è completamente riferito al fratello. Non è un dissing, perchè non è un attacco che rientra nei canoni del rap, ma è più una risposta alle accuse di ingratitudine che gli sono state lanciate nei mesi scorsi: "Ero sempre in prima linea con entrambe le mani alzate/ "Questo come si chiama?", la gente nella scena se lo chiedeva" e dichiara apertamente che se ha uno stile così crudo è perchè da piccolo era considerato un depresso e quando è cresciuto non è stato sostenuto in ciò che gli piaceva. Un pezzo molto ritmato per iniziare a esprimere una rabbia che scoppia definitivamente nei confronti della madre nell'ultima traccia, dal titolo che suona sarcastico, ovvero "Ringraziamenti". L'attacco è secco e preciso: Fabri da piccolo è stato violentato dalla madre: "Mia madre mi soffoca da quando sono nato/ Mi vorrebbe morto dopo quello che son diventato/ Per lei è difficile accettare che ora sono grande/ Prendevo botte fino a quando non usciva il sangue" e in questo pezzo vuole rendere pubblico quanto la figura materna sia per lui stata un macigno, che lo ha portato alla fuga e all'isolamento. Fibra quindi rende di dominio pubblico tutto il caos che c'è nel rapporto tra lui e famiglia, citando fondamentalmente il fratello e la madre, figura centrale della chiusura dell'album e si sente la frustrazione nei suoi confronti mentre l'artista rappa i versi di "Ringraziamenti", che vuol essere la spiegazione dell' aura di rabbia quasi perenne che sembra circondare Fibra. Chiusura esplosiva per un disco esplosivo.

Fabri Fibra. Fonte: http://www.rollingstone.it
Fabri Fibra. Fonte: http://www.rollingstone.it

Produzioni e collaborazioni

Le collaborazioni sono poche, tre sostanzialmente, come è tipico degli album classici di Fibra, in cui ad essere centrale è la figura dell'artista di Senigallia. L'aggiunta dei ritornelli cantati da parte dei Thegiornalisti e di Laoiung sono ottime e giungono all'orecchio nel momento giusto. La skit di Roberto Saviano spezza perfettamente l'album in due, oltre che trattare un argomento scottante come la legalizzazione. Il tappeto musicale è molto variegato e va da pezzi super ritmati come quelli di "Fenomeno" e "Nessun Aiuto", a tracce più malinconiche come "Stavo Pensando a Te" e "Le Vacanze", insomma, non c'è un unico mood, ma un sali scendi dipendente dall'argomento che Fibra vuole trattare in quel preciso momento dell'album. Per produrre una cosa del genere ci è voluto quasi un esercito: Neff-U, Takagi & Ketra, Big Fish, Alessandro Erba, Amadeus, Bassi Maestro, Demacio "Demo" Castellon & Mike Turco, Rhade, Shablo, Nebbia, Deleterio, 2nd Roof, Don Joe, Yung Snapp, Rey Reel, Bot. Produttori praticamente di tutti gli stili e tutte le ere, sia della old school (Bassi Maestro), sia della seconda generazione (Don Joe e i 2nd Roof), che nuove leve come Yung Snapp e Nebbia. C'è il ritorno di Big Fish, che ha accompagnato per anni Fibra sia nei dischi che per l'Italia. Questa mole incredibile di "manodopera" ha portato il disco a un livello di sound perfetto, che rende questo album ulteriormente spesso e degno di attenzione.

Big Fish. Fonte: http://www.djmagitalia.com
Big Fish. Fonte: http://www.djmagitalia.com

Voto 8: Fenomeno segna il ritorno in pompa magna di Fabri Fibra. Del Fibra cattivo, polemico, pesante, ma allo stesso tempo riflessivo e che a sua volta vuole far riflettere il pubblico che lo ascolta sugli argomenti che sviscera nella sua musica. Musica che è al centro del suo mondo e che diventa anche il teatro di una battaglia figurata con la famiglia, dato che gli ultimi due pezzi sono un attacco/spiegazione rispetto a tutto il carrozzone che si è creato intorno a Fabri e la sua situazione famigliare. Un album musicalmente molto variegato, che fa ragionare in tutti i pezzi, sia quelli "leggeri" come "Fenomeno", che quelli più pesanti come "Stavo Pensando a Te". Un disco puramente rap, che a quarant'anni non è cosa da poco, e che fa entrare solo per un attimo l'ondata di trap tra le sue fila, con l'ingresso di Laioung nel ritornello di "Dipinto di Blu" che non fa altro che aumentare il livello della traccia e del disco. Fibra con questo lavoro risponde a tutte le polemiche, smette con gli esperimenti effettuati in "Guerra & Pace" e "Squallor" e torna ad essere il Fabri Fibra che tutti conosciamo, per un disco che è destinato a rimanere come uno dei più spessi della discografia del rapper di Senigallia, che è tornato a far parlare di sè come solo lui sa fare e con l'unico mezzo che conosce: la musica.

Fibra e Bassi in studio. Fonte: http://www.mondorap.it
Fibra e Bassi in studio. Fonte: http://www.mondorap.it

Tracklist

1. Intro
2. Red Carpet
3. Fenomeno
4. Skit - Il tempo vola
5. Money for Dope 2017
6. Pamplona (feat. Thegiornalisti)
7. Equilibrio
8. Skit - Considerazioni (feat. Roberto Saviano)
9. Cronico
10. Stavo pensando a te
11. Lascia stare
12. Dipinto di blu (feat. Laïoung)
13. Invece no
14. Ogni giorno
15. Le vacanze
16. Nessun aiuto
17. Ringrazio

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