Sono stati anni non tanto travagliati, quanto sicuramente turbolenti e ricchi di novità per Grido, nome d'arte di Luca Paolo Aleotti. I più attenti avranno notato subito dal cognome una parentela importante. Stiamo infatti parlando del fratello di J-Ax, colonna del rap italiano e che ora ha spaccato in due la scena unendosi in una coppia (artistica) con Fedez. Facciamo però le cose con ordine. Tutta la vicenda parte con il primo lavoro da solista dell'artista, ovvero "Io Grido" (uscito con la Sony nel 2011), dopo tanti anni di Gemelli DiVersi, gruppo che, nonostante l'odio suscitato al tempo, ha profondamente segnato un'intera generazione di rapper (per esempio Ghali, colosso della nuova scuola, ha dichiarato qualche tempo fa di essere stato grande fan dei GDV). Non era ancora la pietra tombale su un gruppo storico, ma sicuramente era un primo segnale. In "Tutto da Capo", ultimo disco dei Gemelli al completo, uscito nel 2012 dopo cinque anni di silenzio, c'è però un altro indizio di rottura, ovvero la traccia "Spaghetti Funk is Dead". Per riassumere brutalmente, la Spaghetti Funk è stata una delle prime crew d'Italia, in cui erano riuniti il giro di Grido e quello di J-Ax in una cosa sola. Però ogni elemento con il tempo ha preso una strada diversa e un disco targato SF non è mai uscito, i vari artisti hanno iniziato a sentire sempre meno forte il legame che li univa agli inizi.

La formazione originale dei Gemelli DiVersi. Fonte: www.tentazionecultura.it
La formazione originale dei Gemelli DiVersi

Come dichiarato da Grido in una recente intervista ad Hip-Hop TV, la Spaghetti Funk si può considerare ormai sciolta, ma potrebbe riaccendersi all'improvviso se ci fosse la voglia. Quel pezzo serviva un po' a far capire che le cose un po' alla volta stavano cambiando. Manca il terzo indizio, che arriva dopo l'ultimo disco targato GDV, ovvero l'uscita dal gruppo di Takagi, lo storico produttore, voglioso di provare cose nuove. Seguendo un po' l'onda, anche Grido ha deciso di staccarsi dal progetto che lo ha portato alle luci della ribalta, lasciando la cosa nelle mani di Thema e Strano (che lo stanno portando avanti con tour e dischi). Il rapper allora decide cambiare completamente stile. Cambia nome, facendosi chiamare Weedo e firmando nel 2014 per l'etichetta fondata dal fratello e da Fedez, ovvero Newtopia. Esce "Happy EP", ma il cambiamento non convince del tutto il rapper, nonostante il singolo "Lo ha già fatto J-Ax" (fatto per cercare di staccarsi un po' l'etichetta del "fratello di") abbia superato il milione di views. Un periodo piuttosto lungo di silenzio, forse dovuto anche all'arrivo nel frattempo di un figlio, e poi, finalmente, la decisione finale sul proprio futuro, con il ritorno al nome Grido, l'uscita di un singolo e dell'album, proprio "Segnali di Fumo", senza avere alle spalle nessuna etichetta discografica. Mondo, quello della discografia, che verrà invece criticato più volte durante il corso del disco.

Il disco

"Segnali di Fumo", che abbreviato guarda caso fa proprio "SF", come la "Spaghetti Funk", ma il rapper ha già dichiarato essere stata una fortunata coincidenza. Comunque, con questo album Grido torna un po' sulla corrente del suo primo progetto solista, sedici tracce, con stili diversi, ma con il timbro ben riconosibile del rapper milanese, che fa da filo conduttore, crendo non un concept album, ma sicuramente con alcuni pezzi che, legati tra di loro, dipingono un quadro ben preciso dell'idea del mondo che ha il cantante. Già la prima traccia spara dentro il cervello dell'ascoltatore un numero di pensieri non indifferente. "Veleno", che vanta il featuring di un super Raige, mette subito sul banco nelle strofe le contraddizioni di questa vita, quelle quotidiane, che viviamo tutti i giorni, e la rabbia connessa a tutto questo, con il ritornello di Raige invece a fare da contraltare, quasi da secondo protagonista di un eventuale dialogo. La seconda traccia invece dice già molto a partire dal titolo, ovvero "Vaffanculo", in cui Grido mette sul piatto la grande lotta che ha dovuto combattere per arrivare dove è arrivato, nonostante molti abbiano cercato di mettergli il bastone tra le ruote. Ecco il pezzo è rivolto proprio a quest'ultimi, arricchito nel finale dalla graffiante voce di Marco Masini, che con la storia del fatto che portasse sfortuna è un po' il simbolo di quegli artisti che ce la fanno anche quando sono etichettati e attorniati da persone che vogliono il loro male e non il loro bene. Arriva poi uno dei singoli (l'ultimo in ordine cronologico). "Abbiamo Vinto Noi", che vede la participazione di Danti dei Two Fingerz, amico di Grido e che compare sia nel vecchio disco che in un'altra traccia de "Segnali di Fumo", è un po' un rafforzativo di "Vaffanculo", in un sound però molto più dance. Il testo punta molto sul fatto che nonostante i rapper siano "buoni solo a fare festa" alla fine comunque al successo ci siano arrivati. Certo, non è quella fama che ti porta al jet privato, ma, citando il testo stesso: "In un sistema che ci vuole tutti quanti burattini / Da tempo abbiamo scelto di tagliare questi fili" .

Grido. Fonte: http://younesstaouil.com
Grido

Il tema di andare contro a ciò che vogliono gli altri e di perdere chi ci sta intorno in favore delle proprie scelte è un po' un topos del disco, che ritorna anche in "Strade Sbagliate", che vanta nel ritornello la voce della talentuosa Chiara Grispo ed è il secondo singolo in ordine cronologico dell'album. Il tema delle "scelte azzardate" per fare ciò che veramente si sente nella propria interiorità si può dire sia uno dei temi portanti dell'opera. Per quanto riguarda questa canzone, la title track "Segnali di Fumo" e la prossima, si può parlare di "climax amoroso". Tutte e tre infatti portano il tema nel disco in modo sempre più intenso. C'è da dire però che non è ben chiaro il perchè chiamare la title track appunto "Segnali di Fumo", dato che la locuzione arriva solo nel finale: "Come gli indiani ci troviamo con i segnali di fumo", forse un appello a chi la vede come lui sui problemi della società. La sesta traccia è appunto più vicino ad un pezzo d'amore rispetto a "Strade Sbagliate", che pur ne ha qualche sfumatura. "Gravità Zero" è il singolo di lancio di "Segnali di Fumo" è anche una dichiarazione di un amore che sarà difficile da portare avanti, ma che è ciò che sta riuscendo a far andare avanti Grido. Il pezzo può essere interpretato sia come un'ode alla sua compagna (o al figlio, a cui però è dedicato un altro pezzo) che alla musica, due dei pilastri della vita del rapper. Un po' inaspettata l'alchimia successiva. Il rapper infatti fonde la sua voce con Caneda, artista undergorund molto controverso (ex membro della Dogo Gang e di Newtopia e che fa inoltre il pittore), che però riesce a mettere sempre su carta versi molto profondi, con voce partircolarmente rauca. "Blu" è un titolo un po' ingannatorio, in quanto è il risultato finale del messaggio portato dalla canzone, in cui il ritornello ripetuto come un mantra "Siamo destinati a volere volare, a volere volare, a volere volare" parla di un qualcosa di irragiungibile, portando avanti il discorso delle contraddizioni e delle difficoltà di un percorso umano che sono i temi portanti del disco. Grido a metà tracklist decide di spezzare però improvvisamente il mood, scelta sempre un po'azzardata, soprattutto in un album che comunque segue un certo filone, pur senza essere un concept album. "La Rivincita dei Nerds" riprende un po' il concetto di "Abbiamo Vinto Noi", cambiando però la dance con un ritmo più ritmato e con rime molto più scanzonate e meno liriche rispetto alle tracce precedenti. Non a caso c'è la collaborazione con Shade, uno dei migliori della scena per quanto riguarda i giochi di parole e i testi ironici.

Ironia che continua prepotente in "King Kong", l'altro featuring con Danti, portando avanti anche un ritmo musicale molto più serrato rispetto all'inizio e alla fine dell'LP. Nella traccia si ridicolizza la città, facendone un bel paragone con la giungla e sfruttando le capacità del rapper dei Two Fingerz a fare metafore e incastri partircolarmente divertenti. Finita la parentesi in cui si ride (per non piangere) si torna al conscius. "Occhi Diversi" infatti è un pezzo molto intimo e ben riuscito, in cui Grido parla di come il figlio abbia cambiato il suo modo di vedere le cose, rendendolo più maturo. Azzeccatissima anche la collaborazione. Chi se non Tormento poteva portare invece la sua di esperienza da padre? L'ex Sottotono conferma di essere imbattibile quando si tratta di scendere nella propria interiorità. Non poteva mancare il fratello J-Ax nel disco. "Gremlins" riassume un po' la storia degli Aleotti, mettendo davanti all'ascoltatore il come venivano visti dagli altri agli inizi, da piccoli, che non era assolutamente un giudizio positivo, dato che nel periodo in cui sono cresciuti loro il rap era mal considerato e indesiderato, soprattutto per il mondo di droga e il tipo di vestiaro iconico che porta. Il testo però annuncia ineluttabilmente che come loro ce ne saranno tanti altri a sfidare stereotipi e giudizi altrui. Non manca una stoccata da parte di Ax alla scena attuale: "Oggi che vogliono tutti fare capi io continuerò da solo come Wall-E". C'è spazio anche per la passione per i videogiochi, tipica soprattutto di chi è uscito dagli anni '90. La dodicesima traccia è autoesplicativa dato che si intitola "Videogame", andando a fare un parallelo tra ciò che è possibile fare nella vita e ciò che si vuole fare nella vita reale, linee parallele che però si stanno avvicinando sempre di più. Nel finale del pezzo c'è anche una piccola skit, in cui Grido parla con Jannacci e si fa passare la base di "L'Italia Chiama", parte due di "Pub Song", pezzo contenuto nell'album "Il Bello di Esser Brutti" di J-Ax. Nella seconda parte l'Aleotti minor decide di estremizzare il richiamo a Cochi e Renato che c'era nella canzone originale. La chiusura del disco è un po' deludente. "Scemo scemo" e "Peter Pan" aggiungono fin troppa carne al fuoco, finendo con l'essere inascoltati. Nella prima si racconta le disavventure di un sempliciotto ad una festa, mentre nella seconda il focus è il passaggio a quella fase adulta che con l'arrivo del figlio dovrebbe essere accaduta, ma che è difficile da accettare. Entrambi sono spunti interessanti, ma sembrano un po' esulare dalla nostalgia per certi valori che vuole trasmettere il disco. Più nelle corde del disco la traccia conclusiva, ovvero "Non fa per me", che fa un po' da riassunto a tutto ciò che si è ascoltato nelle tracce precedenti. Un po' la "morale della fiaba".

Voto finale 7: "Segnali di Fumo" è il disco che ci voleva per rimettere le cose a posto. In tutta la confusione che c'è stata tra l'uscita dai Gemelli DiVersi, il nome Weedo e il passaggio in Newtopia, serviva ridefinire bene chi è Grido, che ha scelto di riprendere dalla strada del suo primo album, ovvero "Io Grido". L'evoluzione è evidente, anche se forse manca il banger alla "Fumo e Malinconia". La strada però è tracciata. Il rapper vuole criticare una società che si sta perdendo, lasciando morire certi valori e lasciandosi andare troppo facilmente a giudizi, rinchiudendo chi ha belle idee in meccanismi asfissianti, come possono essere le etichette discografiche. Tutti i featuring portano un qualcosa in più all'album. Molto particolare quello di Galup nella title track, che porta un po' di ritmi reggaeggianti. Il duetto con Chiara Grispo voleva forse ripetere quanto fatto con Sylvie Simbie. A livello di views il pezzo non ha avuto lo stesso successo, ma la cantante comunque porta un ritornello di spessore che dà validità al risultato finale. Spaccherà in due i fan di Grido la presenza di Caneda, che dopo "Il Ragazzo d'Oro" (title track del primo album solista di Guè Pequeno) sarà per sempre etichettato come il rapper che chiude le rime con un "bianco". L'ex Dogo Gang tira però fuori, come sempre nelle collaborazioni, una strofa super profonda, che fa sì che "Blu" diventi una traccia che spicca sulle altre (che non siano singoli). Con un bel video, potrebbe essere un pezzo sorpendente. Peccato per la presenza di alcune tracce comunque non riuscitissime. "Segnali di Fumo" non ha forse l'impatto che dovrebbe avere una title track, perdendosi nella tracklist in mezzo a due singoli, ovvero "Strade Sbagliate" e "Gravità Zero". La parentesi ironica con "La rivincita dei Nerds" e "King Kong" ci può stare, non spezza eccessivamente il ritmo, ma sicuramente abbassa il livello di conscius prima di "Occhi Diversi" che è lo zenit invece dell'intimità. Nel finale si poteva fare di meglio. "Scemo scemo" e "Peter Pan" sono episodi che quasi non sembrano centrare col disco e forse potevano essere tenuti per altri lavori, mentre il riassunto finale con "Non fa per me" non era necessario, dato che i vari temi vengono già sviscerati a lungo nelle tracce passate. Nel complesso comunque "Segnali di Fumo" è un lavoro di Grido validissimo, con tanti spunti interessanti è che è un mattoncino perfetto per ripartire con la propria carriera da solista.

Traccia da notare, "Blu": la presenza di Caneda dà al pezzo una grande profondità e riesce nell'obiettivo di creare negli occhi dell'ascoltatore proprio l'immaginario voluto da Grido. Canzone che colpisce nel segno, se ascoltata con attenzione, con i riferimenti mistici a fare da perfetto contorno.

Traccia passabile, "Scemo scemo": una canzone abbastanza banale, messa in fondo all'album, si perde dopo tutti i temi che Grido porta nei pezzi che la precedono. Le disavventure di un sempliciotto alle prese con una festa ed una ragazza si possono raccontare con più efficiacia, così non colpiscono nel segno.