E' terminata anche quest'anno la prima parte di Amici, quella pomeridiana che serve da "qualificazione" all'ormai celeberrima fase serale, un vero e proprio show televisivo a base di canto e ballo organizzato da Maria de Filippi con tanto di personaggi famosi e nobili decaduti in giuria. Quello che però si pregusta come l'ennesimo successo televisivo di Canale 5 e trampolino di lancio per qualche altro eroe di una stagione rischia di ritrovarsi con le polveri bagnate, così come tutto il sistema italiano dei talent show.
Partiamo dall'ultima novità del palinsesto Rai: la chiusura di The Voice of Italy dopo 4 anni. La versione italiana del celebre format olandese non è mai riuscita ad entrare nel cuore dei telespettatori, e dal 2013 ad oggi non è stata in grado nemmeno di sfornare qualcosa di importante a livello discografico. Anche la meteora di Suor Cristina si è velocemente disintegrata, e il tentativo di portare a Sanremo l'ultima vincitrice - Alice Paba - è fallito miseramente nonostante l'affiancamento di un importante rapper come Nesli. Un programma che non ha mai convinto del tutto anche a causa di una formula particolare, troppo "ad imbuto" persino per i classici format dei talent, con pochissime esibizioni da parte degli artisti, persino di quelli che arrivavano in fondo. Mancava un vero e proprio meccanismo promozionale che garantisse visibilità ai partecipanti così come la garantiscono le "sorelle maggiori" X-Factor e Amici, ed è anche questo il motivo per cui nessuno è mai riuscito a fare davvero successo: in un'epoca dove i talent show hanno preso il posto dello scouting e della pubblicità per i giovani artisti, un talent che non fa praticamente promozione (o la fa più ai giudici che ai concorrenti) è un fallimento in partenza.
La situazione di X-Factor è invece diversa e da un certo punto di vista forse migliore: il programma di punta del fine 2016 targato Sky ha battuto con quest'ultima edizione ogni record di ascolto, con cifre che lottavano alla pari persino con le reti pubbliche (Rai) e quelle gratuite (Mediaset). La finale ha raggiunto la quota di 2.280.410 spettatori medi e 6.708.794 spettatori unici, fissando il record della ormai quasi decennale storia italiana del programma. Se televisivamente parlando il programma continua a funzionare e anzi migliora anno dopo anno, non si può dire lo stesso sul piano musicale: anche qui i giudici sembrano prendere il sopravvento sui ragazzi (vedasi le polemiche su Arisa o i vari tentativi di Manuel Agnelli di prendere la scena tutta per sé) e soprattutto anche qui è da un bel po' che non esce più nessun artista importante. E' dall'edizione 2014 che il programma di Sky non riesce a tirar fuori nulla di buono sul piano discografico: addirittura il vincitore di quell'anno, Lorenzo Fragola, salì sul palco dell'Ariston due mesi dopo la fine del programma, mentre nelle ultime annate il Festival di Sanremo si è rivelato traguardo irraggiungibile per tutti.
Se si vanno a vedere i dati di vendita dei concorrenti dell'ultima edizione la situazione diventa tragica: per i singoli dei Soul System, di Gaia e di Roshelle è arrivato soltanto un disco d'oro, che per la visibilità data dal programma è praticamente il minimo sindacale, mentre gli album dei tre artisti sono passati inosservati. Inoltre anche dei singoli dopo il boom iniziale di vendite si è persa ogni traccia, e le settimane successive hanno sancito il totale fallimento discografico di ragazzi diventati ormai dei prodotti usa e getta, che servono a vendere qualche copia in breve tempo per poi essere immediatamente sostituiti dai ragazzi dell'edizione successiva. Non c'è neanche bisogno, infine, di parlare del modo in cui vengono gestiti i contratti dei ragazzi, visto che ci ha già pensato l'ormai conosciuta questione Jarvis, che hanno rifiutato di firmare proprio uno di questi famosi accordi che Red Ronnie ha definito "capestro".
Arriviamo infine al punto da dove eravamo partiti: Amici. Il celebre programma di Maria de Filippi è quello dei tre che dà più visibilità ai ragazzi, e per questo infatti è sempre riuscito a proporre qualcosa in più anche sul piano discografico e musicale rispetto ad altre trasmissioni, sia per la sua struttura simile ad una scuola, che permette un lavoro migliore anche dal punto di vista tecnico, sia per la sua vicinanza alle caratteristiche dei reality, con i concorrenti che vengono inquadrati anche nei momenti di relax e al di fuori delle lezioni. Il talent di Canale 5 si presenta molto diverso rispetto agli altri due, principalmente perché propone anche la categoria dei ballerini, e poi perché nel corso degli anni è sempre riuscito a mantenere un minimo di credibilità sul piano televisivo e musicale, pur rimanendo ovviamente ancorato a quelle che sono inevitabilmente le caratteristiche di un programma del genere. Negli ultimi anni il livello si è abbassato in maniera preoccupante, tant'è che i ragazzi venuti fuori dalle ultime edizioni hanno ottenuto risultati minori rispetto ai tempi di Emma Marrone, Alessandra Amoroso e Annalisa Scarrone: i Dear Jack sono durati un anno, poi si sono sciolti e il loro frontman Alessio Bernabei sta tentando in tutti i modi di costruirsi una carriera da solista nonostante il Festival di quest'anno abbia rappresentato il secondo fallimento consecutivo; Briga è rimasto sulla cresta dell'onda per qualche anno, costruendosi anche una discreta fanbase, ma l'ultimo disco non è andato bene e in generale il ragazzo sembra non riuscire a fare il definitivo salto di qualità. I cantanti del 2016 hanno provato tutti il grande passo tramite il palco dell'Ariston, e bisognerà capire quanto potrà durare il loro successo.
Il problema principale è che nelle ultime stagioni il programma ha iniziato a far storcere il naso a molti appassionati, e spesso quello che doveva essere una vera gara giudicata da ospiti e professori è sembrata trasformarsi in un teatrino comandato dall'alto, dove casualmente le sfide a squadre terminavano per il rotto della cuffia e i personaggi più televisivamente "attraenti" andavano avanti fino alla fine, nonostante la mancanza del televoto. L'edizione di quest'anno ha rappresentato la conferma di questo assunto: ragazzi arroganti all'inverosimile a cui è stato permesso di insultare persone lì per insegnare loro qualcosa, cantanti fatti esibire sistematicamente al posto di altri che invece vedevano il palco col binocolo, meccanismo che permetteva ai ragazzi stessi di escludere alcuni compagni per le esibizioni dello speciale del Sabato. Eclatante il caso di Giada Pilloni, le cui costanti esclusioni nel corso delle settimane hanno fatto infuriare più volte i fan sui vari social network, fino all'epilogo al limite del farsesco nell'ultima puntata, quella decisiva per l'accesso al serale: la giovane interprete sarda non viene ammessa alla fase successiva, ma Elisa - direttore artistico della squadra blu - decide di invitarla ad aprire il suo prossimo concerto all'Arena di Verona. Nulla da dire sulla scelta della cantautrice, la quale ha valorizzato una ragazza sicuramente talentuosa, ma che un'artista non giudicata idonea per la fase finale del programma venga considerata invece tale per cantare in uno dei posti più prestigiosi della musica italiana dovrebbe far ronzare nella testa di chi gestisce il programma più di qualche mosca.
Riassumendo, è evidente che qualcosa negli ultimi anni si sia inceppata nel meccanismo del talent show, e lo ha dimostrato anche l'ultimo Festival di Sanremo, dove nei primi 5 ritroviamo un solo elemento proveniente dai talent - Michele Bravi - per lo più scaricato da questi senza troppi complimenti dopo il primo disco e che si è rivelato bravo ed intelligente nel ricostruire la propria immagine. Forse comincerà a muoversi qualcosa di diverso, forse i talent stessi capiranno che investire su qualche progetto più a lungo termine potrebbe non essere un male, o forse semplicemente non cambierà nulla e i poveri ragazzi che tentano ogni anno la fortuna in questa vera e propria roulette russa continueranno ad essere trattati come prodotti usa e getta.