Era uno dei più attesi di questo 2017, è tornato al Festival di Sanremo dopo 7 anni dall'ultima partecipazione alla kermesse ligure, mettendosi a nudo e raccontandosi con Portami via. Il settimo posto in classifica non ha reso giustizia ad uno dei brani più ascoltati di questo inizio anno (con tanto di disco d'oro) che fa adesso da apripista al nuovo lavoro in studio di Fabrizio Moro: Pace segue di due anni Via delle girandole 10, rappresentando in effetti un'evoluzione del disco precedente sul piano dei testi e dei suoni.
Quello di Moro è un viaggio all'interno delle proprie paure e della propria vita, un mostrarsi senza sovrastrutture e con la consapevolezza di avere ancora tante cose da dire, in maniera forse più matura rispetto ai dischi precedenti ma senza nessun filtro a quelli che sono i pensieri da esprimere: si parla di vaffanculo in mezzo ai denti, ipocondria, errori, paure; ma anche di piccoli momenti di pace quotidiana, i giocattoli, il fare la spesa, programmare la dieta, smettere di fumare. Tutto quello che viene tirato fuori dagli 11 brani dell'album esce da un'esperienza, da un vissuto, da un qualcosa che Fabrizio racconta senza sbatterlo in faccia ma con la consapevolezza di chi ha qualcosa di sé da condividere con gli altri.
Portami via è la punta dell'iceberg di una serie di importanti ballad nel classico stile del cantautore, dalle dolcissime Giocattoli e La felicità alle più potenti Pace e Sono anni che ti aspetto (con un arrangiamento meno elettronico e meglio riuscito rispetto al singolo uscito l'anno scorso), dove l'intensità di Fabrizio da ancora più forza a dei testi importanti, tra pensieri positivi, amori, inquetudini e paure. Spicca inoltre il duetto con Bianca Guaccero nell'intimo crescendo di E' più forte l'amore, penultimo tassello della "Pace" che Moro raggiunge con il finale di Intanto: brano con forti richiami a Vasco - di cui il cantautore è sempre stato grande fan - dove l'inizio di una giornata sancisce la pace interiore del protagonista del brano nel ritrovamento della quotidianità.
Non mancano però i brani più energici, anche quelli sempre presenti nella discografia del cantautore romano dove meglio si collocano le critiche, le denunce a ciò che non va nel pensiero comune e nelle meccaniche del paese, a partire da Tutto quello che volevi fino a L'essenza, dove qualunque evento della vita può intaccare ogni cosa tranne l'essenza dell'uomo stesso; passando per Semplice, quasi "Jovanottiana" musicalmente pur mantenendo un importante messaggio di fondo. E' probabilmente il disco della definitiva maturità, che sia o no il più bello della sua discografia andrà fatto decidere al tempo, ma resta il fatto che anche questa volta Fabrizio Moro ha fatto centro.