Sono stati resi pubblici oggi i nomi dei componenti della giuria degli esperti, che giudicherà le esibizioni dei cantanti al Festival di Sanremo nelle serate di Venerdì e Sabato. Il presidente di giuria sarà Giorgio Moroder, produttore, dj e collaboratore di artisti del calibro di David Bowie, Freddie Mercury, Adriano Celentano e tanti altri. Moroder sarà coadiuvato da Linus, Andrea Morricone, Rita Pavone, Paolo Genovese, Violante Placido, Greta Menchi e Giorgia Surina.
Nel corso degli anni si è dibattuto spesso sull'effettiva utilità e qualità di questo tipo di giuria, in particolare sulla base dei nomi che effettivamente ne hanno fatto parte. Lo scorso anno le polemiche si erano affievolite grazie alla presenza di nomi importanti come Franz di Cioccio (leader della PFM) e Laura Valente (ex cantante dei Matia Bazar), e finalmente il gruppo dei cosiddetti "esperti" aveva assunto una sua specifica valenza, anche sul piano della credibilità.
Quest'anno le cose sembrano essersi nuovamente complicate a causa di alcune discutibili scelte, in particolare quella di Greta Menchi, di professione "youtuber". Ora, con buona pace degli appassionati visitatori della popolare piattaforma web, è evidente che una ragazza il cui hobby è realizzare video di dubbio valore culturale su Youtube, senza alcun titolo di merito sul piano musicale, discografico o anche solo lavorativo (perché, piaccia o no, lo "youtuber" non è un lavoro, e sarà bene metterselo in testa) difficilmente possa affiancare - nel ruolo di "giurata esperta" - gente del calibro di Moroder, Rita Pavone o Linus. Nulla contro la Menchi in sé, ma è evidente la discrepanza tra la sua attività e il ruolo che dovrebbe andare a ricoprire a Sanremo, semplicemente perché appare difficile trovare un punto d'incontro tra l'essere famosi per dei video destinati ad un target giovanile o addirittura pre-adolescenziale e il giudicare delle canzoni che - almeno sulla carta - dovrebbero essere comunque di un certo livello musicale e culturale.
E' necessario allora chiedersi perché un elemento del genere sia stato scelto nella "pregiatissima giuria" del terzo Festival carlocontiano. Semplice: perché "piace ai giovani e sa cosa piace ai giovani". Ragionamento sulla carta giusto, ma va da sé che l'essere "famosi" presso un certo target d'età non possa bastare per assumere il ruolo di "esperta", affiancando persone nettamente più importanti e preparate in quell'ambito: avrebbe avuto molto più senso, se proprio si doveva darle spazio, inserirla nella giuria demoscopica che in teoria dovrebbe rappresentare il pensiero popolare. E' forse il segno di un decadimento culturale che innalza ancora di più sul piedistallo delle nuove generazioni l'idea che basti un po' di "successo" per poter ottenere tutto ciò che si vuole, eliminando qualsiasi necessità di competenza e di merito in ciò che si fa.