Torna a Sanremo per l'ottava volta (più una da autore) un altro importante big degli anni '90: Marco Masini si ripresenta sul palco dell'Ariston due anni dopo Che giorno è, che aveva riscosso un buon successo. La partecipazione di quest'anno dovrà essere il definitivo trampolino di (ri)lancio della carriera di Masini.
Una carriera che comincia nel lontano 1990 con Disperato, che stravince la sezione "giovani" di quell'anno, rivoluzionando il modo di intendere un certo tipo di musica leggera. Sotto la sapiente guida di Giancarlo Bigazzi e con la collaborazione di Giuseppe Dati - a cui verranno aperte le porte di collaborazioni autorali con grandi del calibro di Francesco Guccini e Laura Pausini - i dischi di Masini diventano un vero e proprio manifesto generazionale, dove a delle musiche orecchiabili e intuitive vengono affiancati dei testi forti e significativi, una specie di "cantautorato commerciale" che in pochi anni conquista le folle e permette al giovane cantautore di riempire i palazzetti. Bigazzi capisce ciò ancor prima che succeda, e Masini diventa immediatamente il suo prediletto, al punto da dargli una canzone precedentemente affidata ad Umberto Tozzi dal nome Un adagio per dirti addio: Marco cambierà il testo di quel brano insieme allo stesso Bigazzi facendolo diventare quello che tutti conosciamo come Perché lo fai, un inno contro la droga che lo piazza al terzo posto tra i big nel 1991, dietro Riccardo Cocciante e Renato Zero. L'album Malinconoia vende oltre un milione di copie conquistando il disco di diamante, e in quella stessa estate un altro singolo - Ti vorrei - spadroneggia nelle classifiche estive e permette a Masini di vincere il Festivalbar.
Il successo però inizia a dar fastidio a qualcuno, anzi, ben più di qualcuno, al punto che i temi forti dei brani di Masini vengono strumentalizzati per affibbiargli l'etichetta di "depresso", fino ad arrivare alla squallida nomea di "portatore di jella", la stessa che qualche anno dopo ucciderà definitivamente Mia Martini. Masini reagisce scrivendo una canzone che denuncia tutta la fatica fatta per arrivare fino a lì, quasi come una dichiarazione di sfida verso i discografici che non lo avevano apprezzato e i giornalisti che lo criticavano, Bigazzi darà un tono ancora più forte a quel brano, aggiungendo una semplice ma decisiva parola: Vaffanculo. Sarà proprio questo il titolo del brano che porterà al successo il terzo album in studio T'Innamorerai. Due anni dopo verrà rincarata la dose (forse esagerando) con Bella stronza, brano d'amore dal testo molto forte che proietta nuovamente in cima alle classifiche il cantautore fiorentino.
Il suo produttore continua a spingere molto su determinati temi e su un linguaggio molto forte, forse anche troppo, al punto che Masini inizia a distaccarsi dagli intenti di Bigazzi, fino a separarsi da lui per tentare una nuova avventura rock: nel 1998 insieme al già citato Beppe Dati e Mario Manzani scrive e produce Scimmie, disco dalle sonorità rock che però ottiene lo stesso effetto de La fabbrica di plastica, che due anni prima aveva rovinato la carriera di Gianluca Grignani, segno che il pubblico italiano ancora non era pronto (e non lo è ancora oggi) a certi cambi di rotta verso una musica così diversa da quella che siamo solitamente abituati ad ascoltare.
L'insuccesso di Scimmie fa crollare le vendite e il prestigio commerciale di Masini, che non riuscirà mai più a raggiungere gli stessi picchi di vendite. Allo stesso tempo le voci maligne su di lui non accennano a zittirsi, compromettendo sempre di più anche i suoi risultati musicali: non si spiega altrimenti il 15esimo posto di Raccontami di te - uno dei brani (e dei dischi) più belli della sua carriera - al Festival del 2000, che rimane ancora oggi tra i più controversi sul piano delle votazioni. Nel 2001 tenta di ricucire la collaborazione musicale con Bigazzi, che gli propone alcuni brani scritti inizialmente per altri artisti, a cui vengono aggiunte altre canzoni scritte da loro: Il bellissimo mestiere non viene però ammessa al Festival di quell'anno, e Masini - impossibilitato a lavorare a causa delle continue voci sul suo conto e in rotta con la casa discografica - dopo l'uscita del fallimentare Uscita di sicurezza (da cui poi si distaccherà dichiarando di aver firmato i brani solo per contratto) annuncerà il suo ritiro dalle scene.
Passano due anni e Masini, grazie anche all'insistenza dei suoi fan storici che non l'avevano abbandonato in quel periodo difficile, decide di tornare sulla scena prima con Generation, che lo riporta in tv e riceve anche qualche apprezzamento dalla critica, poi con L'uomo volante che gli consente di vincere il Festival di Sanremo del 2004 riportandolo al successo. Da lì la carriera di Masini si stabilizzerà su un certo numero di vendite, da cui non riuscirà a smuoversi nonostante i vari tentativi e "cambi di pelle": nel 2005 su insistenza di Bonolis torna a Sanremo con Nel mondo dei sogni, non il brano migliore del disco di quell'anno, ma uno dei pochi che aveva già pronto al momento del Festival; ci riprova nel 2009 tornando ad uno stile "rabbioso" ma senza la stessa verve degli anni '90, e L'Italia ottiene un discreto piazzamento ma non riesce ad elevare Masini a livelli di vendite, nonostante il disco L'Italia e altre storie presenti brani di altissimo livello come Beato te e la commovente Lontano dai tuoi angeli. Dopo un periodo di oblio caratterizzato da una produzione indipendente e scelte di marketing a dir poco scellerate, torna all'Ariston nel 2015 - con tanto di contratto con la Sony - presentando Che giorno è: il brano ottiene un successo leggermente migliore rispetto ai precedenti tentativi ed invoglia Marco ad un nuovo progetto musicale, che troverà la luce con il Festival di quest'anno. Nel frattempo partecipa all'edizione del 2016 come autore, scrivendo per Noemi La borsa di una donna, che termina all'ottavo posto e risulta molto apprezzata dalla critica.
Spostato di un secondo rappresenta una svolta artistica e musicale per la quasi trentennale carriera di Masini: gli addetti ai lavori parlando di un brano diverso dalle sue corde per certi aspetti, pur mantenendosi nel suo stile fatto di testi profondi e ritornelli forti e urlati. Da non sottovalutare anche l'apporto di Zibba al brano, giovane cantautore di cui tanto bene si parla e che pare abbia rappresentato un valore aggiunto alla scrittura del pezzo.